Per il ponte di ‘ognissanti’ anche il bosco ha fatto festa per il 45° Salone nazionale del tartufo bianco pregiato di Città di Castello

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Tutti pazzi per la “trifola” dal profumo inebriante e gusto irresistibile per una stagione ricca di eccellenze agroalimentari. Tartufi bianchi record nel giorno dell’avvio della manifestazione in programma fino a domani, domenica 2 novembre nel centro storico della città. Su tutte una trifola di oltre 750 grammi scovata sulle colline altotiberine

   

Tartufi da guinness dei primati a Città di Castello: scovata una trifola di oltre 750 grammi di peso. Tutti pazzi per la “trifola” dal profumo inebriante e gusto irresistibile per una stagione ricca di eccellenze agroalimentari. Per il ponte di “Ognissanti” anche il bosco ha fatto festa in occasione della 45esima edizione del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Città di Castello, regalando tartufi bianchi record nel giorno dell’avvio della manifestazione in programma fino a domani, domenica 2 novembre, nel centro storico della città. Proprio nelle ore che hanno preceduto il taglio del nastro, quasi d’incanto, grazie anche alle leggendarie fasi lunari, la terra ha dato i suoi frutti più belli e prelibati, coccolati dagli espositori per celebrare la felice concomitanza.  Un cavatore con il suo cane ha scovato dal terreno una maxi trifola di quasi otto etti di peso in bella mostra nello stand di Marco e Manuel Penna. Pezzature rare come diamanti che hanno sbalordito i visitatori e che ristoratori e appassionati si stanno già contendendo. È l’omaggio inaspettato e bellissimo della terra del tartufo all’evento che da oltre quattro decenni esalta l’unicità di un luogo come Città di Castello, dove nasce una trifola su tre in Italia, dove oltre 1.500 cavatori, “tartufai”, uomini e donne di tutte le età con più di duemila cani al seguito, sono il simbolo vivente e vincente di un’attività di ricerca dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco.  Nel cuore d’Italia, gusto e passione, sperimentazione e innovazione, cultura e tradizione sono i protagonisti del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, la manifestazione con cui il Comune, con la Regione Umbria e il patrocinio della Camera di Commercio dell’Umbria, nel segno delle novità e delle sorprese, proietta nel futuro la storia della mostra mercato che Città di Castello dedica da 45 anni al ‘tubero’ più famoso e desiderato. Nel week-end del gusto, il centro storico è il regno della trifola, che, con il suo profumo inebriante e inconfondibile guida e attira i visitatori nei luoghi della città più carichi di fascino e testimonianze artistiche. Piazze e giardini incorniciati dalle dimore custodi delle opere dei maestri del rinascimento e della contemporaneità, Raffaello Sanzio, Luca Signorelli e Alberto Burri, sono i punti cardinali sulla bussola di buongustai e curiosi. I visitatori hanno l’opportunità di incontrare grandi chef, esperti di enogastronomia, aspiranti cuochi provenienti dal mondo della scuola, che sono protagonisti di show cooking, laboratori e conversazioni. Nei ristoranti si possono degustare piatti al tartufo con menù speciali, poi presso il villaggio dei sapori e delle pro-loco la cucina tipica italiana e umbra che popola vicoli e piazze insieme a una vasta scelta di prodotti agroalimentari a km zero. Eventi a tema e presentazioni di libri con grandi autori, giornalisti e personaggi famosi richiamano l’attenzione del pubblico più interessato agli aspetti culturali e salutistici legati al cibo, con proposte e novità a livello internazionale.  Un viaggio aperto a tutti, con attrazioni per adulti e bambini, perché stare in compagnia del tartufo bianco è un piacevole momento da condividere. Gli imprenditori del tartufo hanno accolto i visitatori nel Padiglione Bianco Pregiato offrendo degustazioni e la possibilità di acquistare pezzature di tartufo bianco e nero per tutte le tasche, un’occasione unica per nobilitare la tavola di casa nella giornata della festa di Ognissanti. Città di Castello è davvero la capitale del tartufo a suon di record e tutto l’anno si respira il profumo di questo prelibato prodotto simbolo del territorio che si può apprezzare in ogni stagione a tavola. Statistiche e ricerche degli ultimi anni confermano questo primato a partire dall’incidenza dei “cavatori”, 1.500 circa in possesso di regolare tesserino rispetto agli abitanti: Città di Castello da qualche anno si piazza al secondo posto a livello nazionale dietro a Forlì. E la presenza dei tartufai è in continua crescita tanto che nel corso del 2025, Afor (Agenzia Forestale regionale) ha rilasciato 50 nuovi tesserini. Tra gli aspiranti raccoglitori, con cane al guinzaglio, vanghino e bisaccia, ci sono sempre più giovanissimi di età compresa tra i 16 e i 25 anni: fra loro, ogni anno di più, anche le donne che si sono avvicinate alla ricerca dei tartufi per vari motivi, fra cui quello di poter passeggiare e stare a contatto con la natura. Vicino agli aspiranti “tartufai”, quasi a volerli proteggere e coccolare, ci sono i veterani del “vanghino”, capitanati dal presidente dell’Associazione Tartufai Alto Tevere (fondata nel 1986), Andrea Canuti che anticipa alcune previsioni sulla stagione della raccolta che si è da più di un mese aperta. “La cerca e raccolta del tartufo bianco – precisa – aveva preso il via sotto buoni auspici: prima pioggia poi sole ed ora di nuovo pioggia.  Con il cambio di luna si iniziano a scorgere ulteriori elementi positivi per pezzature e qualità del prodotto. Nella speranza di andare incontro a un periodo più freddo sotto il profilo climatico il tartufo sarà come in passato senza dubbio ottimo. La prossima luna potrà senza dubbio farci capire come sarà la tendenza”, ha precisato Canuti facendo riferimento oltre al clima anche alle fasi lunari che per tradizione secolare sono state sempre punti di riferimento per i tartufai. Ma i prezzi? È il solito ritornello che ricorre. “I prezzi come sempre li fa incrocio di domanda e offerta ma possiamo dire che ci stiamo assestando su cifre al chilo che oscillano da 2000 a 4000 o 4500 euro per le pezzature uniche e migliori del tartufo bianco, la nostra trifola che non teme confronti. Su prezzi inferiori, da 150 a 300 euro il chilo, per il nero uncinato anch’esso assai prelibato. Una tendenza che potrebbe scendere se la stagione e il clima saranno favorevoli alla raccolta”, ha sottolineato il presidente regionale del settore agroalimentare della Cna, Giuliano Martinelli, noto imprenditore del settore affiancato da tutti i suoi colleghi veri e propri protagonisti della rassegna nazionale e attori importanti della “filiera”. “Qui è rappresentata tutta la filiera. Nessun luogo come Città di Castello parla del tartufo e qui, dove la trifola è un’eccellenza e non una rarità come altrove, perché è abbondante, la nostra ambizione è di raccontare ed esaltare il suo legame con la terra, il valore aggiunto inimitabile di una storia, di una tradizione, di esperienze che lo rendono unico e desiderato in tutto il mondo”, hanno dichiarato il sindaco, Luca Secondi, l’assessore al Commercio e al Turismo, Letizia Guerri, il presidente dell’Ente Fiera Nazionale Bianco Pregiato, Lazzaro Bogliari, subito dopo il taglio del nastro, assieme all’assessore regionale alle politiche agricole, Simona Meloni,  al presidente della Provincia, Massimiliano Presciutti,  ai parlamentari, Catia Polidori, Riccardo Augusto Marchetti e Walter Verini, rappresentanti istituzionali e dirigenti regionali e territoriali, fra cui, Letizia Michelini, consigliera regionale, Oriano Anastasi, amministratore unico dell’Agenzia Forestale regionale, rappresentanti della guardia di finanza, forze dell’ordine e di polizia e associazioni di categoria.  “L’edizione 2025 del salone bianco pregiato racconta come a Città di Castello il tartufo sia un’esperienza autentica da vivere tutto l’anno. Un fine settimana in cui la filiera del tartufo dell’Alta valle del Tevere, dai cavatori e i loro cani alle nostre imprese ma anche quella del gusto con i produttori agricoli, i presidi slow food del paese, le nostre associazioni e tradizioni gastronomiche sono in festa nel cuore della città. Un programma caratterizzato da un’offerta qualitativa e tecnica sempre più elevata, un racconto collettivo di quanto il tartufo per Città di Castello e per l’Alta valle del Tevere sia socialità, cultura, tradizione, innovazione ed economia” hanno concluso Secondi, Guerri e Bogliari. “Il Bianco pregiato – ha sottolineato, Simona Meloni, assessore regionale alle politiche agricole – è molto più di un prodotto d’eccellenza: è una storia che affonda le sue radici nella terra e nel sapere delle comunità umbre. Il Salone di Città di Castello celebra questa identità profonda, fatta di tradizione, passione e innovazione, e ogni anno rinnova il legame tra il tartufo e il territorio che lo custodisce. È un evento che parla di economia, ma anche di cultura, di turismo, di sostenibilità e di futuro. Qui si incontrano produttori, chef, scuole, istituzioni e cittadini in un racconto corale dell’Umbria più autentica, capace di valorizzare le proprie radici guardando al mondo. Il Bianco Pregiato – ha concluso Meloni – è un simbolo della qualità della nostra terra e del lavoro quotidiano di chi la ama e la fa vivere. Come Regione sosteniamo e promuoviamo questo patrimonio perché vogliamo investire in un modello di sviluppo che unisce natura, gusto e comunità”. Anche per il presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti il tartufo rappresenta “un grande volano di sviluppo per l’intero territorio provinciale che valica i confini regionali: “Città di Castello torna a essere la capitale del tartufo con il suo salone, un evento di comunità che unisce e ricuce tradizione e innovazione”. L’Umbria è sempre stata terra di tartufi. Con l’avvento del Medioevo l’interesse verso il tartufo diminuì notevolmente, perché si credeva che fosse velenoso o un cibo delle streghe. Durante il Rinascimento, con l’affermarsi della cultura del gusto e dell’arte culinaria, fu rivalutato fino a essere considerato protagonista nella cucina dei signori dell’epoca. Nel 1564 il medico umbro Alfonso Ceccarelli scrisse la prima monografia sul tartufo, l'”Opusculum de Tuberibus” (ripubblicata a cura di Arnaldo Picuti e Antonio Carlo Ponti) in cui raccolse i contributi di naturalisti greci e romani e diverse curiosità storiche. La sua notorietà non si fermò e con il tempo rafforzò la sua fama di principe della tavola. Basti pensare che la tradizione di usare un cane per la sua ricerca sembrerebbe essere nata proprio nel XVIII secolo quando si svolgeva come divertimento di corte. Nella sua lunga storia è stato apprezzato da vari personaggi famosi, tra cui il Conte Camillo Benso di Cavour, che lo usava come mezzo diplomatico nella sua attività politica, o Lord Byron che lo teneva sulla scrivania perché gli ridestasse la creatività con il suo profumo intenso. Un prodotto così prezioso e prelibato e ricercato nei secoli tanto da meritarsi un piccolo museo, originale nel suo genere che nasce nel 2002 dalla passione di Saverio Bianconi, tartufaio e imprenditore del settore, appassionato cultore delle tradizioni e della storia della ‘filiera’. Una sala nella quale ha raccolto oltre 200 pezzi, compresi testi scritti, che riassumono l’universo del tartufo e dei tartufai; una raccolta privata, che contiene le spiegazioni sui vari tipi di tartufo, sui luoghi nei quali nasce e anche gli oggetti che ruotano attorno al tubero, vedi i vanghini per la raccolta e le bilance di precisione per pesarlo. Tartufo bianco oggetto del desiderio a tavola anche di tanti personaggi noti di cultura, arte, cinema, spettacolo e sport come la bellissima, Monica Bellucci, originaria di Città di Castello, che non ha mai fatto mistero di apprezzare il prelibato prodotto della sua terra e aveva sempre un tavolo riservato dallo chef dei ‘vip’, Pierluigi Manfroni, maestro indiscusso nella preparazione di piatti ‘leggendari’ a base di trifola e tartufo nero tutto l’anno: “il tartufo è un prodotto eccezionale che madre natura ci ha regalato e va trattato con cura e abbinato a piatti semplici in grado di esaltarne il profumo e la prelibatezza. Ottimo con l’uovo o sulle tagliatelle lavorate a mano, sugli gnocchi con patate di Pietralunga e sul pane tostato quello umbro “sciapo” con un filo di olio extra vergine d’oliva delle nostre splendide regioni.”  

Per tutte le informazioni sul Salone del Tartufo Bianco Pregiato è possibile consultare il sito web della manifestazione (https://biancopregiato.it/), i portali istituzionali del Comune di Città di Castello (https://www.comune.cittadicastello.pg.it/) e di Città di Castello Turismo (https://www.cittadicastelloturismo.it/), insieme ai canali social collegati all’evento: tel. 075- 8529254 – 8554922.