Melasecche (Lega): “Urgente intervenire sul nodo di Perugia, gallerie e rampe da adeguare”

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“Molto positiva l’audizione di questa mattina dei due dirigenti ANAS dell’Umbria, l’ing. Anna Maria Nosari, nuovo capo compartimento, e dell’Ing. Davide Ricci, responsabile delle nuove opere. Dopo una sintetica descrizione del progetto del I stralcio Collestrada-Madonna del Piano e delle opere più urgenti che, progettate nel corso della passata legislatura, stanno in questo momento prendendo il via, sono iniziati gli interventi chiarificatori dei consiglieri presenti. Sarebbe stata molto opportuna la presenza dell’Assessore al ramo, ma era impegnato altrove. Ciò che emerge in tutta chiarezza è la necessità di procedere con l’iter del I stralcio del Nodo, nei riguardi del quale AVS e M5S continuano a manifestare totale contrarietà per ragioni puramente negazioniste e ideologiche. Il PD, con il pollice verso, è in forte imbarazzo per il parere diventato negativo dall’ultima campagna elettorale a causa del ricatto che il partito di governo di maggioranza relativa subisce anche in questo caso per tenere in piedi una giunta basata sul ‘patto della poltrona’.  Tutto l’iter è stato ormai regolarmente espletato da mesi e manca soltanto il finanziamento che consentirebbe di indire la conferenza di servizi presso il Ministero per andare all’appalto dell’opera. Basta, come ribadito dal Ministro Salvini ad un giornalista durante la sua visita in Umbria della scorsa settimana, che i tre enti territoriali si vedano, e decidano se procedere o meno. In democrazia gli enti pubblici parlano per atti e da qualche mese assistiamo a una sequela di bocciature formali di mozioni nelle relative assemblee elettive in merito alla questione del Nodo. Il Ministro, prendendo atto del cambiamento di rotta delle attuali maggioranze in Comune a Perugia e in Regione, ha sollecitato i tre enti territoriali a trovare un accordo per la realizzazione dell’opera ed è disponibile, qualora rivedano le loro attuali posizioni, a riceverli per attivare le procedure del finanziamento di 500 milioni necessari per quello che sarebbe cantiere più importante dell’Umbria da qualche decennio a questa parte. Nel corso dell’audizione in Seconda Commissione sono state fatte emergere molte delle forti contraddizioni utilizzate dal fronte massimalista in questi anni, basate anche su notizie destituite di qualsiasi fondamento. La verità è che non esiste alcun progetto realmente alternativo, tutti gli aspetti ambientali sono stati ampiamente considerati con il nuovo progetto che vede oggi un’unica galleria e non più due, non viene toccato un solo albero di farnetto del SIC, Sito di Interesse Comunitario le cui radici arrivano a circa 70 metri dalla sommità della galleria, non è vero che il lavoro durerà dieci anni, ma sono previsti sei anni e mezzo, con la gara che premierà quell’impresa che si impegna a ridurre i tempi di realizzazione, cosa possibile in quanto, trattandosi di un’opera in variante, non va ad incidere sul traffico, che nel frattempo procede regolarmente. Verrà ridotto del 20% il traffico medio giornaliero e addirittura del 44% quello pesante. Ci si è soffermati inoltre sulle opere più urgenti che la dirigente apicale ANAS ha descritto nella obbligatoria quanto urgente messa a norma delle due gallerie di Perugia Pallotta e Madonna Alta. Per la prima, lunga poco più di un chilometro, i lavori, dal costo già finanziato da un anno di 50 milioni circa, partiranno entro l’anno, e si prevede una durata di ben due anni, con cantiere in funzione di notte e la riattivazione del traffico la mattina. Questo grazie ad un progetto fortemente innovativo che prevede la creazione di gusci in cemento armato che riducono leggermente la volumetria libera attuale, ma che consentono di evitare la fresatura dell’arco rovescio con la riattivazione del traffico la mattina. Per la galleria Madonna Alta, il cui costo è 23 milioni, è previsto invece il consolidamento tradizionale previa fresatura, per cui i lavori dovranno avvenire di giorno nel periodo estivo, in cui si prevede una riduzione del traffico di attraversamento della città a partire dalla estate 2026. In entrambi i casi si dovrà valutare se dirottare il traffico sulla galleria parallela oppure in città, di notte per la Pallotta, di giorno, ma per un periodo più breve, per quella di Madonna Alta. Quanto all’ampliamento delle rampe, viene ritenuto indispensabile dall’ANAS per l’adeguamento normativo dell’attuale struttura e il miglioramento della fluidità del traffico in quel punto in entrata e uscita dalle gallerie di Perugia. Il costo previsto è di 50 milioni. Questo intervento di certo non risolverà i problemi che affronta il progetto del I stralcio né quelli del II, in quanto ogni opera ha obiettivi specifici diversi, anche se coordinati fra di loro. Sulle rampe, avendo superato positivamente la conferenza di servizi e avendo ottenuto il finanziamento fin dalla passala legislatura, la procedura di gara è prevista a cavallo fra quest’anno e il prossimo, con inizio dei lavori estate 2026 e durata del cantiere prevista in tre anni. È stata accettata la richiesta. avanzata sia formalmente che negli incontri presso la Direzione Generale, di non chiudere lo svincolo di Via Adriatica, soluzione che sembrava volesse prevalere fra i tecnici ANAS in un primo momento, come quello di realizzare le necessarie barriere acustiche in quel tratto. Le altre barriere vanno inserite nel piano nazionale apposito. Appare anche ai più ostici e ideologizzati nemici del Nodo l’irrinunciabilità di quest’opera nel suo complesso, perché quanto avevamo ottenuto, cioè anche il finanziamento di 8,5 milioni per la progettazione del secondo tratto del II stralcio Madonna del Piano-Silvestrini, è stata assegnata, ed è in corso alla società Sintagma, mentre è da reperire il finanziamento per la progettazione del terzo e ultimo stralcio Silvestrini-Corciano, percorso ancora da definire nei dettagli. Tutti comprendono che se il Nodo nel suo complesso fosse stato realizzato nel corso dei trent’anni precedenti, oggi i disagi anche per le manutenzioni straordinarie, sarebbero ben inferiori a quelli a cui la città di Perugia andrà incontro. Appare antistorico e talebano l’atteggiamento di questa nuova maggioranza nonostante gli indicatori economici e sociali, da quelli della Banca d’Italia all’AUR ed altri ancora, sottolineano l’assoluta necessità di realizzare le infrastrutture la cui mancanza frena ancor oggi la produttività degli investimenti privati e pubblici per cui non basterà la ZES, Zona Economica Speciale, a farci risalire dal limbo della ‘transizione’ nel quale ci troviamo da prima del 2019. Urgono decisioni e investimenti. Le altre Regioni, in modo decisamente più intelligente, benedicono questo nostro improvviso voltafaccia allo sviluppo così da poter acquisire loro i finanziamenti che ci spettano, mentre in Umbria continua inesorabile lo spopolamento e la politica locale galleggia invece che amministrare con serietà e dare al territorio reali occasioni di crescita, penalizzando gravemente sia il futuro delle nostre imprese che dei nostri giovani”.

Così in una nota il capogruppo della Lega Umbria e vicepresidente della Seconda Commissione regionale, Enrico Melasecche