Umbria, contestate irregolarità sulla gestione di 9 mila tonnellate di rifiuti

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procura Perugia - Sebastiani

Avviso conclusione indagini per traffico illecito e incendio

   

C’è l’accusa di avere gestito irregolarmente circa 9 mila tonnellate di rifiuti nell’avviso di conclusione delle indagini notificato dalla Procura di Perugia a sei persone e una società ritenute responsabili a vario titolo di avere allestito attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti stessi e di violazioni inerenti le normative antincendio.

Provvedimento notificato al termine di accertamenti dei carabinieri del nucleo operativo ecologico in quanto i magistrati hanno ritenuto di non dover procedere all’archiviazione del fascicolo.

L’indagine è stata avviata nel marzo del 2019 dopo un incendio in un centro di recupero rifiuti nella frazione perugina di Ponte San Giovanni ritenuto riconducibile a un corto circuito all’impianto elettrico di un trituratore mobile. Sono state quindi rilevare – spiega la Procura in un comunicato – irregolarità circa l’adeguamento dell’impianto antincendio e l’immagazzinamento di una quantità di rifiuti ritenuta superiore a quanto autorizzato.
Secondo gli inquirenti i successivi approfondimenti hanno messo in luce “ulteriori criticità” circa il trattamento dei rifiuti dal 2016 al 2019. Sono così emerse quelle che vengono ritenute condotte “reiterate” di una presunta gestione abusiva (in fase di raccolta, trasporto, trattamento, recupero e commercializzazione) di rifiuti speciali pericolosi e non. Per la Procura di Perugia sottoposti a operazioni di trattamento “solo dal punto di vista ‘cartolare’, con la predisposizione e l’uso di di formulari di identificazione del materiale recanti dati considerati “incompleti o inesatti ovvero falsi”.
In base alle ricostruzione accusatoria le circa 9 mila tonnellate di rifiuti al centro dell’indagine destinati ai trattamenti previsti dalla normativa, di fatto venivano diretti ad altri centri di recupero o destinati illecitamente in discarica.