Torna a Città di Castello la “Fiera delle Utopie Concrete”

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Torna a Città di Castello la “Fiera delle Utopie Concrete”. In vista del trentennale, la Fiera delle Utopie Concrete si terrà dal 9 al 12 novembre 2017

   

Futuro, giovani, territorio.

Saranno questi i 3 grandi temi dell’edizione 2017 della Fiera delle Utopie Concrete.

Si tratta di un laboratorio permanente per l’elaborazione e la trasmissione di esperienze, soluzioni e conoscenze di sostenibilità ecologica dell’economia e della società, che torna a Città di Castello dal 9 al 12 novembre.

“Quest’anno abbiamo deciso di partire dagli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite dell’Agenda 2013 – ha esordito Karl-Ludwig Schibel, coordinatore dell’Agenzia Fiera delle Utopie Concrete, nella conferenza stampa di presentazione della manifestazione – per riportarli a livello locale, andando a coinvolgere soprattutto le giovani generazioni”.

“Vogliamo mostrare, attraverso workshop ed esempi concreti, quanto questi obiettivi facciano parte della quotidianità di chi vive in questo territorio” ha continuato Schibel.

Ecco quindi che nei giorni della manifestazione nel quadrilatero di Palazzo Bufalini istituti scolastici, fab labs, il museo Malakos, makers, artisti, imprenditori ed esperti presenteranno mostre, installazioni, riflessioni e stimoli sugli obiettivi di Sviluppo Sostenibile nel territorio altotiberino.

“Da parte della nostra amministrazione – ha poi sottolineato Luciano Bacchetta, sindaco di Città di Castello – c’è grande soddisfazione per quanto la Fiera ha fatto in questi 30 anni, e grande fiducia perché questa edizione e le prossime possano continuare nella stessa direzione”.

Tornando agli appuntamenti della Fiera 2017, due classi del liceo tifernate ‘Plinio il Giovane’ presenteranno in mostra i loro lavori dedicati a parità di genere, uguaglianza fra i popoli e biodiversità ambientale, realizzati attraverso ricerche e interviste.

Verranno inoltre illustrati i progetti degli studenti del ‘Franchetti-Salviani’ di Città di Castello e del Campus ‘L. Da Vinci’ di Umbertide

“I 400 giovani coinvolti saranno allo stesso tempo fruitori e attori – spiega Sabrina De Mercurio, coordinatrice del programma culturale della Fiera – andando a ‘tradurre’ i temi che tratteremo attraverso linguaggi contemporanei e innovativi”.

Ad esempio, venerdì 10 novembre, alle 16, in piazza Matteotti andrà in scena una performance di mannequin challenge che declinerà sul piano artistico il tema della parità di genere.

Tra i workshop ospitati nel Quadrilatero di Palazzo Bufalini sabato alle 16 sarà possibile seguire l’intera nuova filiera di produzione digitale, dall’ideazione di un prodotto attraverso gli strumenti della realtà aumentata alla sua realizzazione attraverso le stampanti 3D.

Sempre sabato 11 novembre, alle 17, nella Sala degli Specchi di Palazzo Bufalini, si parlerà di FabLab e territorio, “una connessione auspicabile per favorire la filiera industriale locale”.

Lincontro vedrà la partecipazione di Patrizia Marti, direttrice del Santa Chiara FabLab dell’Università di Siena, progetto innovativo dedicato a stampa 3D, taglio e incisione di vari tipi di materiali, falegnameria, lavorazione di componenti elettronici e di tessuti interattivi.

Con lei, per calibrare la riflessione sulle caratteristiche e le esigenze del territorio, due imprenditori dell’area altotiberina, Francesco Ponti di Ponti Engineering e Stefano Lazzari della Bottega Tifernate.

In una realtà quale potrebbe essere il valore aggiunto dei FabLab, progetti che uniscono insieme il digitale e l’artigianato, la collettività e l’imprenditorialità, l’open source e il mercato?

E, soprattutto, che aiuto potrebbero dare ai giovani per costruirsi un futuro in un territorio più sostenibile?

“In questi 3 decenni – ha concluso Schibel – molte delle proposte su cui si ragionava nei giorni della Fiera, al tempo considerate di assoluta avanguardia, oggi sono divenute consuetudini per tutti. La sfida rimane la stessa, e si rinnova di anno in anno: radicare forme di vita e di lavoro, capaci di futuro, nella quotidianità di tutti noi”.