Servizi ferroviari delle Regioni Umbria e Toscana, un forte no al passaggio dei treni regionali sulla linea lenta

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Foto Gualdo news
 

   

Gravi disagi per i pendolari e non solo.  Chiesto un tavolo di confronto

(aun) – Perugia 25 giu. 025 – E’ inderogabile la necessità di risolvere le gravi criticità che riguardano i servizi ferroviari delle regioni Toscana e Umbria ma che interessano pure, principalmente, quelli del nord del Lazio e delle Marche (inseriti nella delibera ART n. 178/2024 e nel Prospetto informativo della Rete 2026) con una richiesta urgente di revisione e mantenimento dell’attuale modello di esercizio e apertura tavolo di confronto.  Si esprime, con la massima fermezza, la più profonda e crescente preoccupazione in merito alle nuove disposizioni.

In particolare, sotto “accusa” è l’eliminazione, a partire dal 2026, della deroga che consente la circolazione sulla linea Direttissima (DD) Firenze-Roma ai treni viaggiatori con velocità di 160 km/h, imponendo di fatto il limite generalizzato dei 200 km/h.

“Tale prescrizione, che anticiperebbe al 1° gennaio 2026 il divieto per i treni regionali di utilizzare la linea DD e passare quindi alla linea lenta, e che secondo recenti comunicazioni di RFI potrebbe addirittura essere anticipata a dicembre 2025, – spiegano gli assessori Stefano Baccelli e Francesco De Rebotti – assume per le nostre regioni connotati di inaccettabile criticità, con impatti socialmente ed economicamente insostenibili. Pertanto si chiede l’immediata sospensione della delibera oltre all’apertura di un tavolo di confronto tra Ministero, RFI e regioni interessate”.

Le conseguenze dell’applicazione indiscriminata di tali disposizioni sarebbero particolarmente severe e diffuse per i nostri territori. In primo luogo, si assisterebbe alla vanificazione di ingenti investimenti pubblici.

La Regione Umbria, ad esempio, ha investito circa 175 milioni di euro per l’acquisto di 12 nuovi elettrotreni specificamente attrezzati con Ertms e capaci di viaggiare a 200 km/h; ma questi nuovi mezzi entreranno in attività per il 2026 e questi investimenti rischiano di essere vanificati con un ingente spreco di risorse pubbliche e creerebbe la paradossale situazione di ricevere treni moderni senza poterli utilizzare sulla linea per cui sono stati pensati, con remote possibilità di recuperare le tracce in futuro. Simile situazione vive la Regione Toscana.

In secondo luogo, verrebbe compromesso il diritto alla mobilità con un grave impatto sociale.

“Il dirottamento dei servizi regionali sulla linea convenzionale “lenta” (LL) – spiegano sempre Baccelli e De Rebotti – comporta un drastico aumento dei tempi di percorrenza per i collegamenti verso Roma e Firenze. Questo penalizza gravemente i pendolari, lavoratori e studenti, che quotidianamente utilizzano tali servizi, oltre chi raggiunge l’Umbria e la Toscana per altri motivi”. Insomma assisteremmo a un ritorno all’isolamento infrastrutturale per le Regioni del centro Italia. Vasti bacini di utenza, incluse le aree interne,  che beneficiano dei collegamenti attestati sui nodi principali grazie ai servizi su DD, vedrebbero compromesso il loro diritto alla mobilità”.

Tra i gravi problemi derivanti da questa scelta i disagi significativi, già sperimentati in passato che incentiverebbero l’aumento del ricorso al mezzo privato, in palese contrasto con gli obiettivi di sostenibilità ambientale e le politiche di promozione del trasporto pubblico. Poi un peggioramento degli standard di servizio e un aumento degli oneri economici per gli utenti; alcuni utenti potrebbero essere costretti a utilizzare, laddove possibile, i più costosi servizi AV (Frecciarossa/Italo) per mantenere tempi di viaggio accettabili, con un ingiustificato aggravio di spesa a loro carico; infine iniziative come la “Carta Tutto Treno Umbria”, pensate per agevolare l’utenza pendolare anche nell’utilizzo di servizi sovraregionali, verrebbero di fatto vanificate o fortemente depotenziate.

“Come Regioni – concludono Baccelli e De Rebotti – siamo determinati a intraprendere ogni iniziativa politica e istituzionale necessaria per tutelare in ogni sede competente i diritti e gli interessi prioritari dei propri cittadini e dei propri territori che da diversi giorni stanno ponendo il tema con estrema chiarezza”.

“Per questo – concludono i due assessori – continuando a sollecitare una identica presa di posizione delle altre regioni come fatto in queste settimane, daremo appuntamento, insieme alle Anci regionali, agli enti locali e ai pendolari per sabato mattina prossimo a Orvieto per condividere lo stato profondo disagio e concertare le azioni a tutela dei territori e dei cittadini umbri”.