Quella di quest’anno è stata l’edizione della consacrazione. “Porchettiamo”, il festival delle porchette d’Italia che per tre giorni ha animato il borgo di San Terenziano di Gualdo Cattaneo ha incontrato ancora una volta il suo popolo. La gente di “Porchettiamo”, l’amore con cui le persone seguono l’evento – ormai un vero e proprio “brand” a cui migliaia di persone (difficile calcolare il grande afflusso di gente durante tutti e tre i giorni) ogni volta rinnovano il proprio affetto – è il vero, grande successo della manifestazione. La sua essenza e la sua stessa ragione di vita. “Porchettiamo” mette insieme organizzatori, partecipanti affezionati, visitatori occasionali, produttori, abitanti del territorio, turisti. E così accanto agli umbri e al pubblico proveniente da altre regioni italiane, molti sono stati i turisti stranieri arrivati perfino dagli Usa e dalla Svezia. Si allarga insomma il pubblico di buongustai, tutti insieme in un moto vorticoso, colorato e divertente che crea sinergie e contaminazioni. “Oltre al solito grande popolo di Porchettiamo, aver portato a San Terenziano un turismo italiano ed anche straniero di qualità – spiega l’organizzatrice Anna Setteposte – ci riempie di orgoglio, e questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione con la Strada del Sagrantino con la quale ogni anno proponiamo un pacchetto turistico ad hoc”. Anche in questa settima edizione quindi la porchetta è stata vissuta come sintesi del cibo di strada, essenza e sublimazione della storia gastronomica del paese, capace di segnare un percorso che da alimentare diventa storico e culturale. La porchetta è la sintesi dell’Italia, capace di disegnare una bellissima cartolina del Paese con i suoi borghi, le genti, le diversità e le similitudini, i cibi e i piatti della tradizione come essenza dei territori e geografia da gustare. Ecco perché questo non è il festival della porchetta ma “delle” porchette, nelle sue mille varianti e nei suoi mille ingredienti. I produttori provenienti da molte regioni italiane si dicono ancora una volta soddisfatti per come la gente partecipa: vuole sapere, informarsi sul modo di produzione oltre che degustare. Inoltre, come se non bastasse, la stampa enogastronomica italiana è stata concorde nel segnalare “Porchettiamo” come uno dei principali festival d’Italia dedicati al cibo di strada. “Oggi tutti sembrano aver scoperto il cibo di strada – afferma Antonio Boco, giornalista enogastronomico ideatore dell’evento insieme ad Anna Setteposte –, o meglio lo street food, come viene chiamato dal gastrofighettismo dilagante. Tutto bene, ci mancherebbe, però ci piace ribadire che Porchettiamo è arrivato prima, in maniera originale e convinta. Porchettiamo ha scelto in tempo, non per contrarietà, insomma. Lo ha fatto anticipando i tempi, dettando e non inseguendo una moda”. E poi a “Porchettiamo”, il cibo di strada è sinonimo anche di relax e atmosfera ideale. Porchetta, pertanto, pure come porta d’ingresso alla maniera giusta per degustare cibi di strada d’Italia, quelli più genuini, autentici, con una storia da raccontare. Non è un caso che l’angolo Porchettiamo&Friend, nell’accogliente Giardino della Rocca, sia cresciuto di anno in anno. La nostra amata porchetta si è sentita anche quest’anno in buona compagnia, con amici che da ogni dove sono arrivati a farle festa. Semplicità e territorio, dunque. Ma anche modernità, fantasia e voglia di sperimentare. Grande successo, inoltre, per le creazioni di un grande chef, Marco Gubbiotti, ispirate proprio dalla porchetta nello stand “In Punta di Porchetta”. Sugli abbinamenti, infine, a fare da partner alle porchette ci sono stati poi come al solito i grandi vini del territorio e le birre artigianali, italiane e straniere, in una selezione sempre più ricca curata da Fermento Birra, per tutti e per tutti i gusti. Ed anche in questo caso, come sempre a “Porchettiamo”, la qualità ha pagato.