Polizia e Poste Italiane: incontro per la prevenzione delle frodi

36
 

L’ufficio postale di piazza Matteotti protagonista dell’iniziativa per accrescere la consapevolezza e la cultura sul tema

 

   

Nell’ufficio postale di piazza Matteotti a Perugia, nelle giornate di oggi e domani, alcuni rappresentanti della Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica e di Poste Italiane incontrano i cittadini per sensibilizzarli sui potenziali rischi delle frodi e aiutarli a sviluppare comportamenti di difesa corretti.

Due “giornate della prevenzione delle frodi”, che hanno l’obiettivo di aiutare i partecipanti a contrastare i potenziali cyberattacchi: un fenomeno che è in costante ascesa.

 

Questo incontro nasce con l’obiettivo di rafforzare la cultura della sicurezza e della prevenzione e ci vedrà impegnati, in collaborazione con la Polizia Postale di Perugia, per offrire supporto alle persone attraverso un’informazione più diretta. Saremo presenti con una postazione dedicata presso la quale, chiunque abbia interesse, potrà confrontarsi con noi per sapere cosa fare e soprattutto cosa non fare per proteggersi dalle potenziali frodi. L’informazione è il vero scudo per un efficace contrasto a questi fenomeni e stiamo già lavorando alle prossime iniziative sul tema che è possibile approfondire anche tramite la pagina dedicata “come difendersi dalle truffe” attiva su Poste.it. È bene ricordare che le fasce d’età più colpite sono quelle dai 45 anni in su che rappresentano circa il 66% delle vittime, mentre per gli over 60 il trend si aggira intorno a un 33%, ma il fenomeno è trasversale riguarda comunque tutte le fasce d’età

dichiara la responsabile Fraud Management Centro Nord Poste Italiane Alessandra Mariotti.

Secondo la nostra casistica, il falso trading online è la truffa più redditizia, molto diffusi anche il phishing e il vishing, ossia telefonate truffa. L’insidia più frequente è quella di una chiamata in cui qualcuno si spaccia per l’istituto di credito o per un appartenente alle forze dell’ordine. Grazie a semplici strumenti informatici, i truffatori riescono ad alterare il numero chiamante e quindi sul cellulare della vittima può apparire davvero quello della banca o della polizia, ma è solo un inganno. Sempre più spesso, i truffatori riescono a fare installare alla vittima, applicazioni malevole sullo smartphone, per prenderne il possesso ed eseguire operazioni bancarie. Il risultato è quello di sottrarre denaro dal conto, di solito, tramite bonifici istantanei, che rendono impossibile il blocco del trasferimento

 – dichiara il dirigente del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Umbria Francesco Verduci –

Nessuno è immune dal rischio di subire una frode online, nemmeno i professionisti del settore finanziario e la maggior parte delle vittime hanno dimestichezza con la tecnologia, utilizzano con naturalezza le app di home banking, ma possono essere colti in momenti di distrazione o stress. I truffatori lo sanno e aspettano un passo falso. Con i messaggi allarmistici, che generano ansia e urgenza, abbattono le difese razionali. Fermarsi qualche secondo a pensare, prima di consegnare i nostri dati, i nostri soldi a sconosciuti, può evitare gravi conseguenze. La differenza la fanno la prevenzione e la prudenza, a tutti i livelli. Perciò installiamo solo software o app da fonti verificate, altrimenti potrebbero contenere virus, volti a rubare password e credenziali di accesso al conto. Informazioni che possono essere carpite anche con classiche e-mail o sms truffa, apparentemente provenienti dalla nostra banca, contenenti la richiesta di inserire i dati dell’e-banking su un sito o di cliccare su link malevoli. Infine, non condividere mai le proprie credenziali, utilizzare password complesse e aggiornare regolarmente i propri dispositivi; attivando i sistemi di autenticazione a più fattori, privilegiando quelli basati su tecnologie biometriche o su dispositivi fisici sicuri

conclude Francesco Verduci.

Nella sede di Perugia Centro i cittadini sono informati sulle diverse tipologie di frodi, sempre più spesso attuate con tecniche miste (phishing, smishing e vishing) e di Social Engineering tese a ottenere informazioni sensibili delle vittime e di conseguenza la necessaria adozione di ‘best practice’ nell’ambito della prevenzione. Un esempio su tutti è la corretta custodia delle credenziali di accesso e dei codici dispositivi, volta a ridurre i rischi dovuti ad attività criminali finanziarie e informatiche per garantire un alto livello di sicurezza necessario sia per gli acquisti e-commerce sia per l’accesso ai servizi online.