“Piano vaccinale Umbria: stop annunci, occorre chiarezza su priorità e logistica”

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“Piano vaccinale Umbria: stop annunci, occorre chiarezza su priorità e logistica”. La nota del Portavoce delle opposizioni – PD, Fabio Paparelli

“In un momento tanto delicato come quello che stiamo vivendo, in cui è fondamentale ridare slancio alla campagna vaccinale anche a seguito della riammissione del siero Astrazeneca, nella nostra Regione continua a regnare una totale confusione, acuita  da un proliferare di annunci senza conseguenti fatti concreti”.

   

Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico e portavoce delle opposizioni, Fabio Paparelli, spiegando che

“ad oggi non tutti i medici di base hanno ricevuto le 7 dosi di ciascuno di vaccino Moderna (come noto gli unici vaccini che ad oggi possono essere utilizzati per gli anziani senza eccessivi problemi di conservazione) che erano state promesse per completare  le vaccinazioni a domicilio degli ultra ottantenni, creando così una disparità di trattamento sia tra i cittadini che tra i medici di medicina generale”.

Paparelli ricorda che l’Assemblea legislativa

“su proposta del Pd ha approvato da diverse settimane una risoluzione che impegna la Giunta di Palazzo Donini a vaccinare prioritariamente le categorie fragili, a partire dai più anziani e malati ( persone che usano ossigeno, oncologici etc nonché persone con disabilità) ma ancora oggi e nonostante l’annuncio della partenza al primo aprile, i medici di medicina generale non hanno ricevuto ufficialmente le linee guida cui attenersi per comunicare alla Regione i nominativi dei pazienti cosiddetti fragili. Si annunciano fantomatici accordi per utilizzare i medici di medicina generale nelle vaccinazioni, i farmacisti e persino i dentisti ma non c’è ancora un serio piano che indichi le categorie di vaccinatori, il numero e i luoghi dove i cittadini potranno vaccinarsi a partire da aprile, tenendo conto che non tutti i studi medici sono idonei e lo stesso vale tanto più per farmacie e dentisti. Occorre inoltre tener conti della logistica necessaria per i vaccini Pfizer conservati a -70, degli spazi e del personale idonei per il post quarto d’ora e l’osservazione correlata. Basta dunque con annunci e confusione. La Regione si impegni piuttosto a comunicare ufficialmente ed adeguatamente un calendario di priorità, di prenotazioni, di modalità, luoghi e tempi di vaccinazione. Alle dichiarazioni rese alla stampa dai rappresentanti della Regione, in cui sono state annunciate nuove date, a partire dalle quali poter prenotare il vaccino, non è seguito ad oggi alcun documento ufficiale relativo alle categorie di cittadini che saranno effettivamente ammesse e con quali criteri verranno selezionate. Non è chiaro con quali tempistiche e con quali modalità verranno poi effettivamente vaccinati, tenendo anche conto delle categorie dei vaccinatori, dei vaccini usati e della logistica conseguente.  Nella più totale confusione non esistono ad oggi indicazioni per i medici di medicina generale circa le priorità di inserimento dei soggetti ricompresi nella fase 2 del piano, a partire dai più fragili, e quali siano i criteri che saranno adottati per stabilire ordine, modalità e luoghi di vaccinazione. A tal proposito non si capisce su quali basi sia stata fatta partire la vaccinazione presso alcune case di cura per disabili e non altre. Non è chiaro, inoltre, in quali tempi e con quali modalità saranno utilizzati i medici di base e i farmacisti, così come in quali luoghi potranno effettuare le vaccinazioni. Serve procedere in maniera ordinata e rispettosa del diritto dei cittadini ad essere debitamente informati evitando equivoci, disparità e confusione organizzativa. Ciò, insieme ad un rapido aumento dei punti vaccinali nei centri urbani più grandi ed insieme all’approntamento di unità mobili attrezzate, si rende necessario per evitare i rischi di rallentamento ulteriore di una campagna vaccinale che al contrario ha l’obiettivo nazionale di raggiungere in Italia le 500mila vaccinazioni al giorno, che per l’Umbria significa, in base al rapporto con la popolazione, circa 8/9.000 al giorno. Senza un vero cambio di passo dubito che saremo all’altezza”.