Spazio al confronto sul tema grazie al convegno organizzato da ANFOC e promosso sul territorio da Saet Umbria
La questione della microcriminalità in Umbria al centro del primo convegno sul territorio organizzato da ANFOC. L’Associazione Nazionale Formatori, Criminologi e Criminalisti è stata protagonista dell’incontro che si è tenuto nelle giornate del 10 e 11 maggio a Perugia, presso il Perusia Hotel, con il supporto di Saet Umbria, azienda leader nella fornitura di servizi e soluzione per la sicurezza di privati e aziende.
Nella due giorni, sono chiaramente emersi i dati che riguardano il fenomeno della microcriminalità in Umbria che, così come a livello nazionale, ha registrato un incremento di casi nel periodo post Covid, con una particolare incidenza proveniente dalle truffe online. In Umbria nel 2024 sono stati accertati 22.074 atti di criminalità di cui 8.363 a Perugia.. Terni ha evidenziato nel 2023, il triste primato di provincia Italiana con il più alto numero di denunce per spaccio di stupefacenti.
“Non possiamo limitarci a misurare il fenomeno con i numeri delle denunce – dichiara Simone Tomassini, titolare di Saet Umbria – ma occorre analizzare i contesti, comprendere i meccanismi sociali ed economici che alimentano la devianza e costruire risposte integrate. Il contrasto alla microcriminalità richiede la collaborazione di tutte le istituzioni: forze dell’ordine, scuola, servizi sociali, terzo settore. Ma richiede anche una rinnovata partecipazione civica. I cittadini devono tornare ad essere parte attiva del processo di prevenzione e sicurezza”.
Un altro importante tema è quello riservato alla tecnologia, che nel tempo ha fatto passi da gigante per prevenire alcune forme di criminalità e garantire maggiore sicurezza.
“Di fronte a una criminalità divenuta via via più organizzata – prosegue Tomassini – tecnologicamente attrezzata e capace di agire con maggiore rapidità e precisione, l’azienda Saet Umbria ha ritenuto fondamentale evolvere la propria offerta, investendo costantemente in ricerca, innovazione e formazione.
Se in passato un buon impianto d’allarme poteva rappresentare una risposta sufficiente alla maggior parte delle esigenze, oggi non è più così. Le minacce attuali si muovono su più livelli, talvolta combinando elementi fisici e digitali, e richiedono soluzioni ben più complesse e articolate. Per questo motivo, abbiamo intrapreso un percorso di evoluzione tecnologica che ci ha portati a passare da semplici sistemi di allarme a vere e proprie infrastrutture intelligenti di sicurezza.
Oggi offriamo sistemi integrati basati su intelligenza artificiale, capaci di analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, di rilevare comportamenti sospetti e di fornire risposte tempestive e mirate. Le nostre soluzioni comprendono telecamere dotate di face detection, sistemi di lettura targhe, servizi di videoanalisi predittiva, dispositivi anti-intrusione evoluti e tecnologie antirapina con trasmissione silente verso le centrali operative, attive 24 ore su 24”.
Le aziende e il loro ‘know how’ a supporto di un tema piuttosto delicato, che purtroppo contraddistingue e condiziona la moderna quotidianità e dove anche la professione del criminologo esercita un ruolo fondamentale nella partita contro la microcriminalità e la sua diffusione.
“Crediamo fortemente – conclude Tomassini – che la sicurezza sia anche una questione culturale. Per questo affianchiamo i nostri clienti con un’attività costante di consulenza e sensibilizzazione, contribuendo alla diffusione di una vera cultura della prevenzione. Un approccio che mira non solo a proteggere ciò che è importante, ma anche ad anticipare i rischi, riconoscere i segnali deboli e predisporre per tempo le contromisure più adeguate.
Perché siamo convinti che la sicurezza, oggi più che mai, richieda competenza, visione strategica e un impegno costante al servizio della collettività”.