La Presidente Donatella Tesei ha presentato il programma di legislatura e i componenti della nuova Giunta regionale

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La Presidente Donatella Tesei ha presentato il programma di legislatura e i componenti della nuova Giunta regionale. Tesei “l’Umbria che meritiamo è attenta ai talenti e magnetica per gli investimenti. È attrattiva per le imprese ed è una fucina di innovazione. Non possiamo semplicemente accontentarci di rimettere l’Umbria in piedi, vogliamo un’Umbria che corra”.

“La situazione umbra è critica. Per restituire agli attori sociali fiducia nel futuro è necessario far ripartire l’economia, rilanciare ricostruzione e trasporti, incrementare il prodotto interno, frenare l’emigrazione dei giovani e ottimizzare la sanità”.

   

Questa l’analisi di contesto da cui la nuova presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, è partita per esporre il programma di legislatura dell’Esecutivo di Palazzo Donini insediatosi dopo le elezioni del 27 ottobre:

“l’Umbria che meritiamo è attenta ai talenti e magnetica per gli investimenti. È attrattiva per le imprese ed è una fucina di innovazione. È arrivato il momento di invertire la tendenza. Non possiamo semplicemente accontentarci di rimettere l’Umbria in piedi, vogliamo un’Umbria che corra”.

Tesei ha evidenziato che

“dall’inizio della crisi economica e finanziaria del 2008 alla fine del 2018, l’Umbria ha perso oltre il 15 percento del proprio Pil, passando da 23,4 miliardi di euro a 20miliardi. Il tenore di vita degli abitanti umbri, espresso in Pil procapite, è da oltre 30 anni inferiore al dato medio italiano e del centro. Nella prossima programmazione dei fondi europei della politica di coesione 2021-27, l’Umbria è stata declassata passando da ‘Regione più sviluppata’ a ‘Regione in transizione’. Secondo i dati Istat, dal 2002 al 2017 l’emigrazione dalla nostra regione è raddoppiata, coinvolgendo soprattutto giovani e laureati. Appare preoccupante la situazione della ricostruzione post sisma e quella del sistema regionale dei trasporti”.

“La Regione – ha annunciato la presidente – deve recuperare un rapporto diretto con i 92 comuni dell’Umbria, divenendo punto di riferimento per gli enti locali e ponendo le basi per una alleanza che semplifichi e acceleri i processi, superando le logiche campanilistiche. Per rendere più efficiente la macchina amministrativa e risparmiare circa 3milioni di euro abbiamo ridotto il numero dei direttori generali e rimodulato le aree di competenza. Effettueremo una ricognizione su società partecipate e Agenzie regionali, operando una spending review basata sul buon senso e sull’efficientamento della struttura amministrativa. Punteremo ad ottimizzare il bilancio, riducendo la spesa improduttiva, riallocando risorse e migliorando la capacità di utilizzo degli avanzi vincolati e l’utilizzo dei fondi europei. Gli assi della programmazione della politica di coesione 2021-27 (Regione più smart, più green, più connessa, più sociale, più attenta a valorizzare le specificità dei territori) trovano riscontro nella volontà di azione politica della Giunta e richiederanno una adeguata progettualità, rappresentando peraltro la principale possibilità di investimento. Andrà affrontato il disavanzo strutturale del trasporto pubblico, mentre serviranno finanziamenti per il trasporto ferroviario e aeroportuale, per il minimetro e per la manutenzione delle strade regionali. Le risorse recuperate e quelle comunitarie – ha evidenziato la presidente – dovranno sostenere un rilancio economico verde e focalizzato sempre più sull’economia circolare, basato anche sulla realizzazione e promozione di un brand ‘Umbria’ che vada al di là del settore turistico. Per superare la debolezza strutturale dell’economia umbra andranno individuati percorsi di sviluppo sia nel breve che nel medio lungo periodo. Servono progettualità coraggiose e innovative, che non si limitino alle migliori pratiche ma che sappiano elevare il tasso di produttività e di innovazione. Servirà un sistema di monitoraggio preventivo, che individui le situazioni di fragilità del sistema imprenditoriale prima che queste si trasformino in gravi crisi. Intendiamo perseguire la crescita economica puntando sulla semplificazione della Pubblica amministrazione, sull’aumento dell’innovazione e sul sostegno al credito, sulla digitalizzazione e sul miglioramento della gestione del mercato del lavoro, sull’elevazione del capitale umano, sul sostegno allo sviluppo delle nuove aziende e sull’internazionalizzazione. La semplificazione dovrà riguardare i procedimenti e l’intera macchina burocratica e sarà il punto centrale della riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. L’innovazione andrà ricercata sostenendo il sistema universitario e assicurando adeguato sostegno e risorse per la crescita di spin-off e il potenziamento delle infrastrutture per il trasferimento tecnologico. L’accesso al credito andrà facilitato promuovendo canali complementari al sistema bancario, facendo sinergia con gli investitori istituzionali al fine di creare effetti moltiplicativi nell’utilizzazione di risorse regionali. Le partecipate Gepafin e SviluppUmbria non dovranno essere soltanto ‘salvatori di ultima istanza’ ma strumenti per facilitare l’accesso alle risorse finanziarie e sostenere i progetti innovativi. L’innovazione, la crescita, la semplificazione dipendono dalla digitalizzazione, che sarà un priorità assoluta di questo governo. Verranno razionalizzate le attività informatiche, creando un’unica divisione dei sistemi che funga da staff a tutti i vari dipartimenti della Regione. Sarà necessaria una profonda revisione del ruolo e delle competenze di Umbria digitale che oggi non si è dimostrata sempre in grado di rispondere alle esigenze della macchina regionale. Per sostenere il mercato del lavoro potenzieremo l’Arpal e il sistema degli Its, che si sono rivelati un caso di eccellenza nazionale. Punteremo sulle StartUp innovative, che contribuiscono allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale e rendono il territorio attrattivo per talenti, imprese innovative e capitali. Sosterremo l’internazionalizzazione delle imprese, che potranno divenire più competitive, accedere a nuove opportunità di investimento e attivare filiere di produzione votate all’export. L’agricoltura umbra presenta alcune criticità di natura economica e politica, ed è messa a dura prova dalle condizioni meteorologiche, dalla volatilità dei prezzi, dall’eccessiva burocrazia, che generano difficoltà di reddito e di mantenimento dell’occupazione. È necessario un cambio di rotta in tema di programmazione, con interventi che permettano di aumentare la produzione e il fatturato anche attraverso investimenti per la verticalizzazione della produzione, puntando sulla crescita dell’industria agroalimentare di qualità. Bisogna mettere fine alle risorse a pioggia, distribuite senza una strategia e senza una misurazione dei risultati. Le risorse della nuova programmazione saranno probabilmente inferiori al passato e saranno quindi necessarie scelte puntuali, riportando le imprese agricole al centro del concetto di ruralità, prevedendo interventi che coniughino competitività con presidio del territorio. Una parte della dotazione comunitaria dovrà essere orientata a favorire la transazione digitale e l’innovazione tecnologica delle imprese agricole e l’innovazione tecnologica. La Regione dovrà favorire la nascita di incubatori di startup anche in ambito agricolo, per sostenere soluzioni innovative in ambito food ed agricolo. In tema di offerta formativa, obiettivo della Regione sarà quello di potenziare l’innovazione didattica e contribuire al miglioramento educativo e al livello di istruzione dell’Umbria. Nel settore dell’Edilizia scolastica si è già provveduto a stipulare un prestito con la cassa depositi e prestiti, onori a carico dello stato, da oltre 34milioni di euro per interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di 67 scuole umbre. In sanità, la sfida riguarderà il miglioramento dei servizi e l’efficientamento della macchina organizzativa. E’ necessario puntare ad una razionalizzazione che abbia come cardine sistemi di monitoraggio e di valutazione dell’appropriatezza e della qualità dei servizi offerti. La sanità dell’Umbria, sbandierata dalla precedente Giunta come benchmark economico-finanziario, è oggi profondamente scaduta in termini di qualità percepita delle prestazioni, nonostante lo sforzo profuso da medici e infermieri, e come testimoniano sia i numeri della mobilità passiva, in costante peggioramento, sia la fuga dei migliori primari. Occorrerà procedere a una drastica semplificazione del comparto sanitario per quanto attiene le strutture tecnico-amministrative, a beneficio di una più capillare presenza sul territorio di quelle socio-sanitarie deputate all’erogazione delle prestazioni. In Umbria, l’elevata quota di persone con oltre 65 anni d’età e l’incremento delle malattie croniche impone di investire ancora di più nel campo della prevenzione e della promozione della salute. Sarà necessario organizzare gli ambulatori dei distretti e centri di salute e quelli della medicina di base con personale infermieristico, per effettuare prestazioni semplici in modo da decongestione i Pronto soccorso degli ospedali. Le Case della Salute rappresentano un momento importante della riorganizzazione dell’assistenza territoriale, basato sulla prossimità delle cure e l’integrazione tra medicina generale e specialisti. Si dovrà agire anche per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con un approccio culturalmente diverso, promuovendo la salute globale del lavoratore integrando la prevenzione dei rischi occupazionali/ambientali con quelli individuali, favorendo l’adozione da parte delle imprese di modelli di organizzazione gestionale, percorsi virtuosi di autocontrollo e responsabilità sociale, con una attenzione particolare al coinvolgimento delle piccole e medie imprese. Andrà rinnovato e potenziato il sistema di intervento per le dipendenze, chiamato a rispondere ad un ampio ventaglio di bisogni di salute associati a vecchi e nuovi fenomeni. Tra le diverse tematiche di sanità pubblica dovrà essere oggetto di particolare considerazione il nesso intercorrente tra ambiente e salute. Occorrerà superare una logica esclusivamente prestazionale anche per quanto riguarda i servizi di salute mentale e ribadire un modello operativo fondato sull’integrazione degli interventi, sul processo di cura e sui percorsi di salute della persona. Si dovrà dare piena attuazione al Piano regionale per il governo dei tempi di attesa, coinvolgendo i medici per garantire una sempre maggiore appropriatezza delle prescrizioni di specialistica ambulatoriale e diagnostica; calibrando l’offerta delle prestazioni in base alle reali necessità, con le nuove assunzioni e ampliamento dell’orario dei servizi ambulatoriali; garantendo che l’erogazione dei servizi sia senza soste, con una copertura dei bisogni a ciclo continuo e nei giorni di fine settimana; garantendo il rispetto dei tempi indicati sulla ricetta per visite ed esami verificando l’appropriatezza delle prescrizioni e l’effettiva urgenza indicata dal medico di base; prevedendo sanzioni a carico delle aziende ospedaliere e sanitarie che non rispettano i tempi di attesa fissati; gestendo in modo efficiente e condiviso anche le agende di prenotazione delle strutture accreditate e controllando le prestazioni sanitarie rese in regime di intramoenia; implementando percorsi autonomi e individuali diagnostico-strumentale di follow-up per pazienti cronici e soprattutto per gli oncologici. Occorre ripensare la sanità attraverso un modello organizzativo basato sulla qualità partendo dal rapporto di leale collaborazione con l’Università che a sua volta deve dare un contributo formativo e assistenziale di grande livello. Nell’ambito sociale, è indispensabile abbandonare la logica ‘dell’emergenza’ per poter delineare una strategia di medio-lungo periodo con la quale indirizzare le politiche sociali regionali e la relativa programmazione, da cui nascano progettualità definite ed attuabili. Abbiamo quindi bisogno di affermare una nuova visione che nasca dai bisogni reali delle famiglie, e delinei un cambiamento di prospettiva favorendo la ‘riconnessione’ tra persone, comunità e ambiente. Svilupperemo un progetto innovativo di welfare, di tipo circolare e comunitario, basato su solidità, responsabilità, solidarietà e accessibilità. La famiglia ha un ruolo centrale come luogo della crescita ed educazione dei figli e come motore di sviluppo economico ed è per questo che particolare attenzione dovrà essere rivolta al potenziamento delle politiche familiari. In campo ambientale, andrà rinnovata l’Autorizzazione integrata ambientale del polo siderurgico di Terni, si dovrà intervenire sulla gestione del ciclo rifiuti puntando su una differenziata spinta, sul riciclo e sul riutilizzo. Occorre disincentivare in ogni modo il ricorso allo smaltimento in discarica, passando a un sistema di tariffazione puntuale dei rifiuti basata su criteri di volumi prodotti e non sulla superficie degli immobili. La politica deve premiare i comportamenti ambientalmente virtuosi e invece penalizzare le scelte che si traducono in un maggior costo per l’ambiente, in palese rottura con quanto avveniva in passato. Per essere davvero efficace, tale strategia, richiede tuttavia la predisposizione di misure trasversali, che consentono alle imprese di essere incentivate a progettare e produrre prodotti green. La questione della mobilità da e per l’Umbria deve essere affrontata in una logica di sistema integrato tra ferro, gomma, viabilità e aeroporto e non a compartimenti stagni. Collegamenti efficienti sono essenziali per i cittadini, per le imprese, per attrarre investimenti e per disegnare il futuro della regione. Dopo la conferma del Frecciarossa verso Milano, incontro con l’Amministratore delegato di Fs per verificare la possibilità di treni veloci no-stop verso Roma e Firenze. Una attenzione particolare verrà posta alla riorganizzazione del trasporto pubblico e allo sviluppo dell’aeroporto regionale ed ai lavori di ammodernamento della FCU per la ripresa della piena efficienza di questa infrastruttura. Entro i primi mesi del 2020 verrà avviata l’Agenzia regionale per la mobilità ed entro il prossimo anno verrà bandita la gara per l’affidamento del servizio di trasporto pubblico su gomma. Le politiche per la casa debbono costituire un punto qualificante dell’azione di governo promuovendo adeguati interventi in campo sociale. Occorre garantire il più possibile la continuità della politica degli investimenti per sostenere prioritariamente gli interventi in locazione nelle varie articolazioni dell’housing sociale. Un’attenzione particolare dovrà essere riservata, anche in fase di selezione, alla ‘sostenibilità ambientale dei nuovi edifici’ che deve rappresentare uno specifico obiettivo delle politiche regionali sempre più orientate a sviluppare la ‘green economy’. Andranno assicurate risorse per l’erogazione di contributi per l’acquisto della casa alle giovani coppie, proseguendo anche con interventi specifici di sostegno alla locazione per i casi di morosità incolpevole ed al finanziamento di interventi di acquisto di alloggi da destinare alla locazione a canone sociale e di manutenzione straordinaria del patrimonio pubblico. Per migliorare la sicurezza stradale e ridurre le vittime di incidenti stradali, si dovranno identificare e individuare le aree con incidentalità ricorsiva e procedere all’eliminazione delle cause di incidente che possono essere concausate dalle infrastrutture; avviare una campagna diffusa di sensibilizzazione sull’uso di dispositivi elettronici alla guida che hanno diretta rilevanza sull’incremento del numero degli incidenti isolati; avviare un programma decennale di manutenzione straordinaria delle infrastrutture stradali in modo da ridurre e minimizzare gli effetti degli incidenti stradali. La cultura è un elemento di elevazione sociale e civile, nonché un catalizzatore identitario per la collettività. Essa è divenuta centrale all’interno del progetto europeo e trasversale a tutte le linee d’azione che si vanno delineando in preparazione del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027. Predisporremo una nuova legge mirata a razionalizzare le funzioni della Regione, facilitare la partecipazione dei cittadini, recepire le novità in materia di musei, rilanciare le politiche ‘di rete’ per superare l’eccessiva frammentazione degli istituti culturali. La promozione turistica dell’Umbria dovrà concentrarsi sugli itinerari legati alla spiritualità francescana e al turismo religioso; sulle principali città d’arte; sulle attrazioni naturalistiche; su festival e grandi eventi; sul rilancio della Valnerina. Bisognerà puntare inoltre sull’enogastronomia e sul lavoro della Film commission, per attrarre produzioni cinematografiche. Si dovrà ridefinire il brand Umbria, tenendo conto del ruolo del digitale nel mercato turistico, affinché sia in grado di fornire un impatto emotivo forte, che contribuisca alla creazione di una immagine della regione e dei suoi prodotti. Dovranno essere fatti investimenti al fine di innalzare la qualità dell’accoglienza, potenziando le dotazioni finanziarie a supporto di tutti quegli operatori che investiranno nel rinnovamento e riqualificazione delle proprie strutture. Va quindi istituito un codice unico per tutte le tipologie di strutture ricettive, obbligando le piattaforme online a promuovere esclusivamente le strutture dotate di tale certificazione al fine di combattere evasione fiscale e concorrenza sleale. Verranno riportate all’interno dell’assessorato tutte le attività di promozione turistica oggi delegate all’esterno, con la finalità di avere un unico coordinamento e un’unica visione, comunicando e promuovendo in maniera più efficace e coerente l’immagine che si vuole trasmettere all’esterno dell’Umbria. Anche lo sport all’interno della promozione dell’Umbria dovrà giocare il suo ruolo attraverso la realizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi in grado di valorizzare i territori e la loro visibilità sia nel contesto nazionale e che internazionale”.