In Umbria 18 casi variante inglese e 12 brasiliana. Diffusi in ambito ospedaliero e su territorio
In Umbria sono stati individuati 18 casi di variante inglese del virus Sars-Cov-2, 12 di quella brasiliana, mentre sugli altri campioni “ci sono state alcune difficoltà di lettura e verranno quindi ripetuti”. Lo ha detto il direttore della Sanità della Regione Umbria Claudio Dario nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sulla pandemia in Umbria. Complessivamente sono stati 42 i campioni inviati all’Istituto superiore di Sanità. Dario ha spiegato che le varianti si distribuiscono prevalentemente in ambito ospedaliero, quella brasiliana, mentre quella inglese si riscontra soprattutto sul territorio.
“Soprattutto – ha detto – nell’area tra Bastia Umbra, il perugino e il Trasimeno”.
Questo, invece, quanto affermato dal Direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza
“In Umbria sembra ci sia la circolazione di 2 varianti, quella inglese e quella brasiliana. In 2 campioni inviati dall’Umbria è stata riscontrata la variante brasiliana e a Perugia sono stati identificati dei cluster ospedalieri. In restanti 40 campioni la variante brasiliana sembra aver circolato nei cluster ospedalieri. Sono state prese molte misure. Ringrazio tutta la Regione per la splendida collaborazione. Avere identificato prontamente la circolazione delle varianti è molto importante non solo per l’Umbria ma per tutta l’Italia. Chiaramente, la circolazione di varianti è molto attenzionata da noi in quanto dobbiamo prontamente intervenire una volta identificate”.
La Presidente Tesei, invece, ha spiegato come
“Sono veloci nella diffusione e per questo vanno contenute e continueremo a farlo con sindaci, territori e sanità territoriale, per fare in modo che quanto prima si possa superare questa fase. Ricordo che il Direttore Rezza ha elogiato il lavoro fatto dalla Regione, dalla nostra sanità e dal nostro gruppo epidemiologico, per l’individuazione di anomalie riscontrate sui tamponi. Siamo andati così a controllare e ad approfondire questa impennata dei contagi che aveva generato preoccupazione ed oggi i risultati ci danno ragione. Il lavoro non finisce qui e siamo in contatto diretto con l’Iss e il ministro Speranza”.