Costruire senza barriere architettoniche, i geometri di Perugia per l’accessibilità

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Collaborazione con l’Istituto del marchio di qualità Zerobarriere per sensibilizzare sul problema – Il collegio professionale ha adottato per i suoi iscritti l’avanzata Antologia per l’accessibilità

Tutt’oggi in Italia, e quindi anche in Umbria, le persone con disabilità si trovano di fronte quotidianamente a ostacoli architettonici. E questo nonostante esistano già leggi per evitarne la costruzione e gli stessi costi e difficoltà tecniche per evitarne la realizzazione siano minimi. Constatata tale situazione, anche alla luce del primo G7 Inclusione e Disabilità che si terrà ad Assisi dal 14 al 16 ottobre e della scelta della provincia perugina per la sperimentazione della riforma Disabilità, decisioni entrambe volute dal ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, i geometri della provincia di Perugia hanno deciso di portarsi avanti, non limitandosi a rispettare una normativa evidentemente troppo vecchia e non adeguata alle necessità, ma guardando invece ai modelli più avanzati in questo campo a livello internazionale, come quello della città stato di Singapore, preso ad esempio in tutto il mondo, cercando di applicarli anche nel territorio umbro, senza attendere le innovazioni del legislatore. E così, grazie alla società Cogeo, che si occupa della formazione professionale degli iscritti al Collegio dei geometri di Perugia, quest’ultimo ha ora adottato e messo a disposizione di tutti i tecnici e non solo un’approfondita Antologia dell’accessibilità, redatta dall’Istituto del marchio di qualità Zerobarriere, che raccoglie norme, indicazioni e suggerimenti utili per costruire città senza ostacoli architettonici.

“Ci siamo resi conto – ha spiegato il presidente del Collegio dei geometri di Perugia, Enzo Tonzani – di quanti innumerevoli ostacoli possa trova nei propri percorsi quotidiani una persona con una qualsiasi disabilità, ma anche una mamma che porta a spasso il bambino con la carrozzina. Ci sono certo già progetti per eliminare le barriere architettoniche, ma non sono ancora sufficienti e risolutori. Purtroppo queste sono criticità che difficilmente possono essere pienamente identificate e comprese da chi non vive il problema in prima persona. Come Collegio abbiamo quindi deciso di provare noi stessi a dare una mano, imparando, studiando, capendo il problema e impegnandoci, quindi, a progettare con tutte le accortezze del caso. È anche un modo per sensibilizzare i tecnici professionisti e, più in generale, i cittadini e la politica”.

   

A illustrare le potenzialità dello strumento messo nelle mani dei geometri, l’Antologia dell’accessibilità ideata dall’Istituto del marchio di qualità Zerobarriere, è stato quindi lo stesso presidente dell’istituto, Mario Tosti: “Non ho nessuna difficoltà ad affermare che questa antologia sia oggi una delle più complete a livello internazionale. Abbiamo preso in analisi tutti i più avanzati modelli, facendo una sintesi di tutte le migliori normative e tecniche di costruzione in tema di accessibilità. Porto un esempio: la legge italiana dice che l’altezza ottimale del bordo dello scivolo verso il marciapiede deve essere di 25 millimetri, ma una persona in carrozzina troppo debole o troppo pesante non riesce a superarlo: a Bruxelles invece realizzano i bordi degli scivoli con uno smusso di 30 gradi che è quanto basta per rendere migliore la vita di almeno un 10 per cento delle persone con disabilità”.

“I progettisti per progettare bene – ha sottolineato Tosti – devono mettersi nei panni della persona con disabilità, ma siccome questo è molto complicato, la nostra antologia fa vedere loro quali sono i problemi e le soluzioni migliori”.

Il corso è già a disposizione di tutti i geometri accedendo al portale web della Cogeo formazione.cogeosrl.com. Ma l’obiettivo è diffonderlo e promuoverlo anche al di là dei professionisti.

“Vorremo sensibilizzare i tecnici che operano nel territorio, ovviamente – ha commentato il presidente di Cogeo, Alviero Palombi –, ma anche un po’ tutta la popolazione, e in particolare il legislatore, così da riuscire ad arrivare a un progetto esaustivo per il superamento definitivo delle barriere architettoniche”.