Al Teatro Romano di Gubbio in scena ‘Le Troiane’ di Seneca

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Al Teatro Romano di Gubbio in scena ‘Le Troiane’ di Seneca. L’appuntamento è per giovedì 2 agosto alle 21.15

   

Nella splendida cornice del Teatro Romano di Gubbio, giovedì 2 agosto, alle 21,15, Paolo Bonacelli, Edoardo Siravo, Alessandra Fallucchi, Silvia Siravo, Marcella Favilla, Cecilia Zingaro e Gabriella Casali saranno i protagonisti del capolavoro di Seneca TROIANE, con la regia di Alessandro Machia.

In una Troia avvolta dalle fiamme, Seneca mette in scena un universo segnato dal lutto e dalla perdita del controllo sulle passioni, in cui l’umano si afferma soltanto nella sua possibilità di fare il male. Gli dei sono ormai presenze lontane e insignificanti, l’uomo è solo davanti al rischio dell’esistenza, con la sua sofferenza e col peso della sua libertà. A dominare è la guerra, quel pòlemos che secondo Eraclito è «madre di tutte le cose».

E la morte. Una morte che è anche liberazione dal dolore, dal male che “si trova dentro di noi” e “proviene dalle nostre viscere”, come afferma Seneca stesso nelle Lettere a Lucilio.

In Troades Seneca rivela una straordinaria modernità nel rappresentare il demoniaco che abita l’interiorità dell’uomo e il male di cui è capace.

Pur mantenendo il titolo dell’originale euripideo, che rimanda a una coralità in cui protagoniste sono le donne troiane, Seneca concentra l’azione drammatica soprattutto sulle scene a due – a cui Fabrizio Sinisi che cura l’adattamento aggiunge l’inedito confronto tra Ulisse ed Elena.

Il fuoco della tragedia si sposta così dalla rappresentazione del dolore e della sofferenza dei vinti, a un piano più politico: a quel “discorso del potere” che vede la parola come rappresentazione, luogo di mascheramento attraverso l’eccesso della sua esibizione.

Siamo di fronte a una testualità che è vera e propria “scena della parola” , nella quale ogni personaggio recita la propria parte nel palcoscenico del potere e in cui la retorica, lungi dall’essere un freno alla teatralità, costituisce a nostro avviso il vero motivo di modernità della tragedia senecana, capace di parlarci ancora oggi: perché rivela una parola che – come ai nostri tempi – ha perso ogni aggancio etico e morale, ogni riferimento veritativo, ogni intenzione di comunicazione per diventare pura affermazione di sé, strumentale al potere e all’annientamento dell’altro.

Nel cast era inizialmente prevista la presenza di Valeria Ciangottini che ha dovuto rinunciare per motivi di salute.