Agricoltura sociale, forte impegno della Cia

979
   

“Anche nella nostra regione l’azienda agricola può svolgere un ruolo importante per l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili o con disagi di vario genere, soprattutto ora che il comparto può avvantaggiarsi della specifica normativa nazionale che si è andata ad aggiungere a quella già vigente da un anno in Umbria.” Questo il primo commento di Domenico Brugnoni, Presidente Regionale della Cia, a seguito della recente pubblicazione della legge n. 141 con la quale il Parlamento ha disciplinato un’attività, quella dell’agricoltura sociale, che vede impegnate da anni tante aziende agricole in tutto il Paese ed in Umbria. L’Italia oggi si colloca ai primi posti dello scenario europeo con oltre mille progetti e pratiche di agricoltura sociale all’attivo. Tantissime aziende associate alla Cia hanno già avviato e sperimentato, anche in Umbria, questo nuovo modo di fare agricoltura, promuovendo l’offerta di servizi assistenziali e occupazionali a vantaggio di soggetti deboli (portatori di handicap, tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini) e di aree fragili (montagne e centri isolati) in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il vasto mondo del Terzo settore impegnato nel welfare. Proprio alla fine di agosto, con un convegno tenutosi a Perugia, sono stati presentati i risultati del progetto “L’Agricoltura si eleva al quadrato, sperimentazione agronomica e zootecnica con persone autistiche” realizzato nell’ambito della misura 124 del Psr, che ha visto protagonisti, tra gli altri, proprio la Cia dell’Umbria ed alcuni imprenditori suoi associati. “L’azienda agricola oggi – ha continuato Brugnoni – si configura anche come uno spazio solidale dove le fasce deboli della popolazione possono costruire nuove relazioni sociali, fare terapia con gli animali o con le piante, ritagliarsi un posto nuovo nel mercato del lavoro. Gli imprenditori agricoli interessati, però, devono essere messi nelle condizioni migliori per cogliere questa nuova opportunità. Per questo è urgente non solo attivare immediatamente le misure della nuova legge nazionale, ma anche adottare le norme regolamentari in assenza delle quali la legge regionale n. 16 del 2014 che, oltre all’agricoltura sociale, disciplina anche l’agriturismo e le fattorie didattiche, è destinata a rimanere sulla carta. Bisogna infine – ha concluso il presidente della Cia dell’Umbria –    rendere operative al più presto le misure di sostegno specifiche previste dal nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020.”