Tabacco, l’Umbria al congresso europeo Unitab: “Alleanza tra regioni e contratti di filiera pluriennali”

94
 

L’assessore regionale Meloni: “Tabacchicoltura argine a spopolamento. Difendere produzione da concorrenza sleale e transizione verso innovazione e sostenibilità”. Tra Umbria, Veneto, Campania e Toscana il 98% della produzione nazionale

   

C’era anche una numerosa delegazione di tabacchicoltori umbri al 38esimo congresso di Unitab Europa che si è svolto a Napoli il 23 e 24 settembre e che ha visto l’elezione del neopresidente Gennarino Masiello alla guida dell’associazione dei produttori di tabacco europea. Attuale vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Ont Italia, Masiello guiderà l’Unione europea dei produttori di tabacco che, attiva dal 1952 nella difesa degli interessi del settore, rappresenta oltre 20mila imprese agricole e 50mila ettari di coltivazioni in undici diversi Paesi. E una consistente fetta di queste imprese e di questi terreni sono proprio umbri. Da qui la massiccia presenza umbra alla due giorni di Napoli che ha visto la partecipazione di delegati provenienti da tutti i Paesi produttori europei, delle principali industrie di prima trasformazione e manifatturiere, di esperti, accademici, deputati europei, rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura e delle Regioni. Tra questi ultimi, a rappresentare l’Umbria, una delle principali regioni italiane produttrici di tabacco insieme a Veneto, Campania e Toscana (da sole concentrano il 98% della produzione nazionale), c’era l’assessore regionale al Pnrr, alle politiche agricole e agroalimentari Simona Meloni:

“L’Umbria non poteva mancare. D’altronde, la tabacchicoltura in Umbria non è soltanto un dato economico, ma identità, tradizione e presidio ambientale per intere comunità. Non è solo Pil, ma cultura, storie familiari e soprattutto lavoro. È un argine allo spopolamento e una risorsa per la coesione sociale. Parliamo spesso di sostenibilità ambientale, ma senza sostenibilità economica e sociale non può esserci futuro. Per questo servono un’alleanza tra le regioni produttrici Campania, Umbria, Toscana e Veneto e contratti di filiera pluriennali che garantiscano stabilità e visione”.

“La forza della filiera – ha sottolineato ancora Meloni – deve fondarsi su qualità, tracciabilità e innovazione e in Umbria sono già stati avviati progetti concreti in questa direzione. La nostra è una presa di posizione chiara che chiama a raccolta istituzioni, imprese e territori, per difendere la produzione europea dalla concorrenza sleale e accompagnarla nella transizione verso un modello più innovativo e sostenibile”.

Secondo i dati Istat, nel 2024 il settore del tabacco greggio in Italia ha espresso un valore complessivo di oltre 150 milioni di euro, generando lungo l’intera filiera circa 45mila posti di lavoro. Un comparto che, oltre al peso produttivo diretto, ha anche un forte effetto moltiplicatore sugli altri settori collegati tra cui la meccanica, dove anche in questo caso l’Italia esprime una leadership globale. Nel 2025 la superficie coltivata a tabacco ha raggiunto gli 11.671 ettari, con una produzione stimata di 43 milioni di chilogrammi, frutto del lavoro di quasi 1.200 produttori.

Dal dibattito sono emerse due priorità: il rafforzamento del dialogo con le istituzioni e la definizione di un rapporto stabile e trasparente con il mercato. Da un lato, è stata sottolineata la necessità che le istituzioni europee riconoscano il ruolo strategico della tabacchicoltura. Un settore che, con oltre 45mila addetti in Italia e una forte incidenza occupazionale nelle aree rurali più fragili, contribuisce alla coesione sociale, economica e territoriale. I delegati hanno ribadito l’urgenza di garantire un sostegno equilibrato nella futura Pac e nelle altre direttive che coinvolgono il settore, come nel caso della Direttiva sulle accise (Ted) e sui prodotti (Tpd), di difendere la produzione europea dalla concorrenza sleale delle importazioni extra-Ue e di accompagnare la transizione del comparto con politiche di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

“Abbiamo davanti a noi – ha dichiarato Masiello – un gran lavoro da realizzare, in relazione al mercato e alle politiche che dovranno interessare il tabacco. I Paesi aderenti a Unitab Europa sono caratterizzati da varie esperienze, proprio per quanto riguarda mercato e regole. Il nostro obiettivo è quello di uniformarle, valorizzando approcci di filiera come nel caso dell’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, e di regole equilibrate, affinché tutti abbiano le stesse condizioni, con uno sguardo al ricambio generazionale per il futuro del settore”.