Conferenza stampa dei consiglieri di minoranza di Perugia cui hanno partecipato anche l’ex consigliere comunale della Lega Lorenzo Mattioni e il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Filippo Vitali
Alla decisione della maggioranza di tenere la discussione relativa alle foibe e al Capo di Gabinetto della Sindaca a porte chiuse è seguita una conferenza stampa indetta dai consiglieri di minoranza. Facciamo però un passo indietro.
Qualche settimana fa i consiglieri comunali di opposizione di centro-destra e civici hanno depositato un ordine del giorno per chiedere le dimissioni del Capo di gabinetto del sindaco Ferdinandi, Andrea Ferroni, accusandolo di negazionismo delle foibe: secondo loro sulla base di alcuni post pubblicati su Facebook avrebbe inneggiato a Tito.
“Sul caso Ferroni vogliamo una seduta aperta”: è questo il senso della conferenza stampa che ha avuto luogo nell’atrio di Palazzo dei Priori, “proprio davanti al grifo e al leone che sottolineano il significato altamente simbolico e rappresentativo di questo luogo” alla presenza dei consiglieri di opposizione Margherita Scoccia, Riccardo Mencaglia, Elena Fruganti, Nicola Volpi, Clara Pastorelli, Paolo Befani (Fratelli d’Italia), Leonardo Varasano (Progetto Perugia), Edoardo Gentili (Forza Italia), Chiara Calzoni (Perugia Civica). Con loro anche il commissario Lega Perugia e ex consigliere comunale del partito di Salvini Lorenzo Mattioni e il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Filippo Vitali.
“La seduta era stata indetta a porte chiuse invocando norme del regolamento consiliare – ha ricordato Mencaglia -, ma noi, una volta iniziati i lavori, abbiamo rilevato la particolarità del caso con una mozione che però è stata bocciata a maggioranza. Successivamente abbiamo ritenuto opportuno un rinvio per un approfondimento volto a capire come ottenere una seduta aperta. Noi non vogliamo fare processi a nessuno. Auspichiamo che la sindaca e il suo staff accolgano la possibilità di un confronto trasparente e partecipato su temi molto delicati e che meritano attenzione”.
“Ribadiamo che Andrea Ferroni non è un dipendente comunale qualsiasi poiché riveste un ruolo di natura politica e non solo amministrativa – ha sottolineato anche Margherita Scoccia -. Di fatto si tratta di una figura simile a un capo di gabinetto, che peraltro è la qualifica che compare sul sito istituzionale dell’ente. Siccome intendevano esprimere le nostre riflessioni riguardo a sue dichiarazioni postate online, non così lontane nel tempo, connesse all’eccidio giuliano-dalmata, ci pareva ovvio favorire una discussione più aperta possibile. Per il resto sappiamo quale sia la posizione sul 10 febbraio dell’amministrazione comunale: ci siamo infatti congratulati per la partecipazione alla commemorazione ufficiale”.
“Il coordinamento comunale di Fratelli d’Italia – spiega Filippo Vitali – continua a non comprendere le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a tenere una discussione a porte chiuse. Per questo siamo scesi in piazza insieme alle altre forze di minoranza con uno striscione su cui era riportata la domanda ‘cosa avete da nascondere?’ Aggiungiamo che decine di perugini sono stati invitati ad uscire da quella che è la propria sala del Municipio. Le precisazioni di Ferroni sono state rese note solo ieri, a circa un mese dalla lettera che era stata inviata da Raffaella Rinaldi, presidente del Comitato 10 febbraio”.
Mattioni dice che “siamo di fronte a una sinistra che dimentica il cavallo di battaglia con il quale hanno vinto le elezioni, ovvero la partecipazione. Inoltre, Andrea Ferroni ha spiegato di non avere mai voluto giustificare l’orrore delle Foibe: scuse forse un po’ tardive per essere considerate sincere”.
Martina Braganti
