Tra chiusure e ferie i cittadini si mobilitano per tenere aperti gli uffici postali

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Tra chiusure e ferie i cittadini si mobilitano per tenere aperti gli uffici postali. Peltriso: “La raccolta firme è stata lanciata con decisione e vuole crescere ancora”

   

Continua la protesta dei piccoli territori contro la chiusura e la riduzione degli uffici postali. Come se non bastasse il servizio postale in comuni più grandi come Perugia viene serrato per ferie, non il solo personale che lavora all’interno, ma l’ufficio postale va “letteralmente” in ferie, chiudendo del tutto e lasciando aperti gli sportelli solo alcuni giorni.  È l’esempio dell’ufficio postale di Perugia 4, in via dei Filosofi, che nel mese di agosto, nella settimana 2-15 agosto è solo aperto 6 giorni, mentre negli altri giorni feriali successivi al 15 è aperto fino alle 13:35 e il sabato fino alle 12:35. I disagi dovuti alla chiusura coinvolgono tutto e tutti, anziani in difficoltà durante il ritiro della pensione, ma anche per gli altri servizi, come il pagamento di bollette, ritiro di posta in giacenza e ancor più grave gli Atm fuori servizio, con l’impossibilità a prelevare il contante, problema questo che ha comportato grandi difficoltà per i turisti italiani in vacanza in Umbria.

Augusto Peltristo della Civica Piegaro e capogruppo della Lega Trasimeno torna sull’argomento, rimarcando le problematiche causate dalle Poste Italiane ai residenti dei piccoli comuni umbri, e ricordando che nei giorni scorsi ha avviato una raccolta firme per chiedere alla direzione di Poste Italiane di ripristinare gli orari canonici pre-covid. Una raccolta che sta ottenendo degli ottimi risultati, anche con l’avvio di una petizione online su Change.org.

“Il caso di Perugia 4 è uno dei tanti – spiega Peltristo -. In Umbria sono tanti gli uffici che nel mese di agosto fanno gli stessi orari. È così anche per Perugia 8, ma anche a Foligno 1, a Pietrafitta, tutti orari visibili nel sito internet di Poste Italiane alla sezione cerca ufficio postale. Basta verificare online per capire quanti e quali sono quelli che fanno quell’orario. Ma la cosa che più preoccupa è il fatto che ancora la direzione si ostina a tenere chiuse le sedi in tutta Italia effettuando gli stessi orari che c’erano durante la fase “forte” di pandemia. Non più necessario perché i cittadini sono responsabili e si sono ormai abituati a rispettare le norme per evitare il contagio, dall’uso della mascherina al distanziamento e non si spiega il perché gli uffici postali dei piccoli borghi umbri continuano ad essere chiusi. Detto ciò – conclude Peltristo – andremo avanti fino alla fine perché le Poste italiane in quanto servizio pubblico nazionale deve garantire a pieno regime l’operatività e non creare più disagi a residenti. Con Anci Umbria e varie istituzioni e associazioni della regione andremo avanti ad oltranza”.

La petizione popolare lanciata alla fine di giugno dalla lista Civica di Piegaro e dal Comitato Pievaiola sta crescendo sia nel numero di firme che negli esercizi commerciali disponibili a partecipare alla raccolta.

“La gente sta rispondendo – esordisce il Portavoce Augusto Peltristo – il problema della chiusura di molti uffici operata da Poste è molto sentito, perché provoca disagi e disservizi a tanti cittadini e causa difficoltà negli spostamenti. Le firme cartacee sono circa 2.000 e quelle online poca al di sopra delle 300 – continua il Capogruppo – naturalmente ci servono numeri più grandi, ma il fatto che molti semplici cittadini ci contattino per farsi promotori della raccolta ci conforta e ci spinge ad impegnarci con maggior vigore. Mettere la firma a questa petizione – continua Peltristo – vuol dire riaffermare il diritto ad esigere servizi essenziali nei propri paesi e ribadire con forza che la volontà popolare può prevalere sulla logica del profitto. Alla Direzione di Poste devono capire – conclude il Portavoce – che erogano un servizio pubblico essenziale e questa interruzione prolungata di pubblico servizio è intollerabile e andrà sicuramente analizzata con attenzione nei prossimi giorni anche con tutte le Istituzioni politiche di ogni livello”.

Il Comitato promotore, nel frattempo, ha avuto alcuni contatti informali con varie Istituzioni ed associazioni, tra queste anche Anci Umbria come riferiva Peltriso, per mettere a fuoco la strategia da percorrere per arrivare all’obiettivo delle riaperture, ma attualmente serve aumentare il numero di firme della petizione.

La raccolta firme ha l’intento di persuadere in modo deciso la Direzione di Poste Italiane nella riapertura a pieno regime degli uffici postali in tutta la regione Umbria. Ci sono venti esercizi commerciali dove è possibile firmare e c’è, inoltre la possibilità di firmare anche online al seguente link: http://chng.it/NyhjFxyW9V

Camilla Squarta