Successo a Città di Castello per la Mostra zootecnica di San Bartolomeo

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Tutti in fila ad ammirare Italo, il toro dei record

   

“Salvaguardia e tutela della biodiversità attraverso un sistema di allevamento sostenibile mirato al miglioramento del benessere animale ed in grado di superare le sfide del momento, specialmente in termini di reddito verso gli allevatori, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal mondo della ricerca e dell’informatica”: è questa in sintesi la proposta-appello degli allevatori e addetti ai lavori emersa nel corso della due giorni della Mostra Zootecnica di San Bartolomeo (una delle rassegne più antiche d’Italia) che si conclude oggi, domenica, nel parco comunale Alexander Langer di Città di Castello.

Nel corso dell’evento, gli allevatori si sono confrontati, in un convegno, con i tecnici dell’Associazione allevatori dell’Umbria e delle Marche, presente anche il presidente, Fabrizio Soro.

Hanno partecipato all’incontro anche l’Associazione nazionale della pastorizia, l’Associazione nazionale bovini italiani da carne, l’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche ed il dipartimento di Scienze agrarie alimentari ed ambientali dell’Università degli studi di Perugia.

A livello regionale al 31 dicembre 2021 sono circa 17.000 i capi di chianina iscritti al libro genealogico, e circa 540 allevamenti. Mentre per la razza appenninica sono presenti circa 1.000 capi e 30 allevamenti.

Nonostante il maltempo tante le persone, soprattutto famiglie con bambini, hanno affollato la fiera. Con i suoi oltre 16 quintali di peso e un’altezza di 1 metro e 90 al garrese, il toro Italo, di proprietà dell’azienda Francesco Fedeli di Badia Petroia, insignito recentemente alla rassegna nazionale Agriumbria, è stato il ptotagonista della manifestazione. La giornata conclusiva della mostra si è aperta all’insegna di una tradizione ormai consolidata nel tempo, la passeggiata fra stand e animali del sindaco, Luca Secondi e del vescovo, monsignor Luciano Paolucci Bedini,