Mozione approvata all’unanimità
L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità la mozione del consigliere regionale Fabrizio Ricci (AVS) concernente “l’adozione e l’implementazione di iniziative urgenti per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere”. Prima del voto finale è stato approvato un emendamento proposto dalla minoranza e accettato dalla maggioranza.
L’atto, illustrato in Aula dal consigliere Ricci, impegna la Giunta a “rafforzare le campagne di comunicazione e sensibilizzazione sul tema del contrasto alla violenza maschile sulle donne, promuovendo la diffusione e facendo sì che le comunicazioni istituzionali rivolte in particolare alle cittadine umbre, nonché ogni sito web riconducibile all’ente Regione, riporti chiari riferimenti al numero 1522 (numero nazionale antiviolenza e antistalking) ed al numero verde regionale 800 861126 (Telefono Donna), al fine di garantirne la massima pubblicità. Ma anche a implementare il sistema regionale umbro di prevenzione e contrasto della violenza di genere, adottando iniziative di sostegno, anche economico, a Case rifugio e Centri Antiviolenza. Inoltre impegna l’Esecutivo a promuovere programmi di educazione all’affettività, al consenso e al rispetto nelle scuole di ogni ordine e grado all’interno di tutto il territorio regionale, in collaborazione con famiglie e istituzioni, anche mediante lo strumento dei patti educativi. Si vuole anche introdurre e favorire strumenti di inserimento lavorativo e abitativo per le donne che intraprendono un percorso di fuoriuscita dalla violenza nei Centri Antiviolenza della rete territoriale umbra; sviluppare e migliorare il sistema di raccolta e rilevazione dati dell’osservatorio della Regione Umbria Serena, indispensabile al fine di supportare le politiche regionali di contrasto alla violenza di genere, rendendo disponibili i risultati in apposita sezione del portale web della Regione Umbria; predisporre un bilancio di genere regionale, come strumento indispensabile al fine di analizzare e valutare le politiche adottate e le spese sostenute dalla Regione in un’ottica di genere, allo scopo di promuovere la parità, contrastare le discriminazioni ed ogni forma di violenza, anche economica, nei confronti delle donne”.
“Avremmo voluto – ha proseguito Ricci – discutere prima questa mozione. Affrontare questo tema è urgente e necessario. Nella nostra regione il fenomeno della violenza di genere appare in crescita. L’inizio del 2025 è scioccante per la nostra regione: in 3 mesi ben 3 femminicidi, che si vanno ad aggiungere ad una lunghissima scia di violenza: nel 2024 109 donne ammazzate in Italia, una ogni 3 giorni. Una strage sistemica che affonda le sue radici nella natura patriarcale della nostra società e in una cultura che propugna il corpo della donna come merce da usare e buttare. Avere un presidente del consiglio donna non sta cambiando in meglio le cose. L’ultimo Global gender gap index del World economic forum, ci vede scivolare all’87esimo posto nella classifica mondiale, su 146 paesi. Una donna su 3 nel corso della sua vita subisce una forma di violenza. In Umbria la situazione è particolarmente preoccupante. Nel periodo tra il luglio 2023 e giugno 2024, il dato relativo ai reati del ‘codice rosso’ è di oltre 1.200, con 496 maltrattamenti in famiglia; 297 delitti contro la libertà sessuale e 417 reati di stalking. Nel 2023, le chiamate al 1522 sono aumentate del 20% rispetto all’anno precedente mentre, nel corso del medesimo anno, i Centri Antiviolenza umbri hanno accolto circa 800 donne. Questi numeri ci impongono di agire con urgenza”.
INTERVENTI
Eleonora Pace (FdI): “Chiedo di sospendere la seduta per lavorare su alcuni emendamenti per arrivare ad un atto condiviso. Leggendo il titolo della mozione tutto mi aspettavo tranne che nell’illustrazione si facesse un intervento politico. Capisco che si digerisca con difficoltà che il primo premier donna in Italia si chiami Giorgia Meloni. Ma illustrare un atto di indirizzo su un tema come questo, che chiede misure urgenti, tirando in mezzo una invettiva politica sembra puntare ad una chiusura istantanea da parte della minoranza. Ma sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza di genere abbiamo sempre cercato di lavorare in maniera sinergica tra maggioranza e minoranza, anche nella passata legislatura”.
Maria Grazia Proietti (Pd): “Sono soddisfatta di aver trovato una posizione comune, soprattutto su temi come questo. Condivido l’approccio centrato sulla prevenzione, investire sull’educazione, su relazioni sane fin dall’infanzia. Serve una rete che ci deve proteggere. La violenza è anche verbale. E in questi ultimi tempi l’abbiamo vista usare anche in consessi istituzionali, come la settimana scorsa a Terni”.
Simona Meloni (assessore): “Ringrazio l’Aula per aver trovato la quadra su un tema che ha sempre trovato motivo di unione. I dati per l’Umbria non sono confortanti: un aumento di dati che ci deve far tenere l’attenzione alta. L’Umbria ha una lunga tradizione con una legge del 2016 tra le prime approvate. Per il 2025 stiamo lavorando per rafforzare la prevenzione e la formazione, con percorsi di educazione e rispetto. Lanceremo la campagna ‘L’Umbria contro ogni forma di violenza’. Stiamo lavorando per integrare i percorsi di presa in carico e raccolta dati. Vogliamo istituire il centro regionale di competenza sulla violenza di genere. Vogliamo legare le politiche contro la violenza di genere al nuovo piano socio sanitario. La violenza non è un tema di parte ma una responsabilità comune. Il contrario della violenza è l’ascolto. Dobbiamo ascoltare chi ha il coraggio di rompere il silenzio. Stiamo rafforzando il territorio per aprire un punto di sostegno alle donne dove manca, come nella Media Valle del Tevere”.
Tommaso Bori (assessore): “In Umbria c’è molto da fare su questo tema. Centrale è l’autonomia economica della donna: in Umbria una donna su due non lavora non per scelta. Su quello dobbiamo agire. Le politiche regionali si devono concentrare sul tema del lavoro rispetto all’occupazione femminile. L’educazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro tante volte viene negata. Lì dobbiamo agire. Anche sull’educazione alla non violenza nei social. Una recente analisi dei social mostra come i commenti che riguardano le donne per la metà sono di spregio e di violenza. Abbiamo cercato di fare la nostra parte anche da un punto di vista economico. I centri antiviolenza in Umbria sono 10. Noi abbiamo confermato le risorse nonostante i tagli al bilancio. E siamo la Giunta che rifinanzia la legge sulle discriminazioni in base all’orientamento sessuale”.
Sarah Bistocchi (presidente Assemblea legislativa): “Sono molto sensibili a questo tema da sempre. La violenza è tante cose e colpisce tanti tipi di persone. Spesso i più deboli, spesso le donne. Quella del femminicidio è una violenza profonda. Anche nelle scuole si leggono episodi di cronaca inquietanti. Questo significa che neanche le nuove generazioni si salvano senza l’intervento della politica. Le istituzioni possono fare molto perché tutto ciò che è culturale e sociale, come il femminicidio, è un fatto politico. E allora riguarda tutti noi. Avrei votato la mozione di Ricci, ma ancora più convintamente voterò un testo frutto del lavoro comune di tutta l’Aula”.
Stefania Proietti (presidente Regione): “Grazie all’Aula per questo lavoro. Voglio ricordare le tre straordinarie donne umbre che hanno trovato la morte per femminicidio da inizio anno: Elisa, Laura e Ilaria. Anche per loro oggi qui non esistono distinzioni politiche ma solo il dovere civico e morale di fare azioni comuni per combattere questa piaga. È una sofferenza indicibile essere la Regione su questo triste podio di femminicidi. Questo atto congiunto e unanime volge lo sguardo verso i giovani”