Presentato il concerto del 17 marzo all’auditorium di San Francesco al Prato

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Varasano: “Due pianisti di eccezione per celebrare la piena ripartenza”

   

“Segnare l’inizio della piena ripartenza dell’auditorium di San Francesco al Prato, gioiello unico al mondo e uno dei simboli indiscussi di Perugia: questo lo scopo del concerto del 17 marzo promosso dal Comune di Perugia”.

Così l’assessore alla cultura Leonardo Varasano ha inquadrato l’evento musicale a ingresso gratuito, fino a esaurimento degli oltre 500 posti, in programma domenica prossima alle 18. Un orario, come spiegato da Emilio Buchicchio, dirigente dell’Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione, non casuale, ma scelto per dare al pubblico l’opportunità di ammirare almeno nella fase d’ingresso gli scenografici interni alla luce del tramonto. A fianco dell’assessore, per la presentazione di questa mattina nella sala della Vaccara di Palazzo dei Priori, anche la dirigente dell’Unità operativa Cultura, Maria Luisa Martella, e Jasmine Regis in rappresentanza del gestore, Mea Concerti. Anche il sindaco Andrea Romizi ha portato i suoi saluti esprimendo soddisfazione per l’iniziativa.

“L’auditorium – ha ricordato Varasano – è stato dato in concessione, ma il Comune si è riservato uno spazio di utilizzo da impiegare in due modi. Da un lato, può destinare questo prezioso contenitore a eventi e manifestazioni di soggetti terzi che accendono i riflettori sulla città, come accade, ad esempio, con il festival del giornalismo. Dall’altro, l’auditorium può accogliere iniziative gestite direttamente dall’ente locale: eventi di livello altissimo come il concerto del 17 marzo di cui i cittadini potranno fruire gratuitamente”.

“Una volta concluso il lungo iter per il restauro dell’ex chiesa e quello, a sua volta complesso, dell’affidamento della gestione, avevamo in animo di celebrare il pieno ritorno alla fruibilità – ha proseguito Varasano -. Abbiamo attraversato un periodo carsico, secondo un’immagine già usata da Gianluca Liberali di Mea Concerti. Un periodo in cui il gestore si è insediato e in cui sono germogliati eventi serviti anche a testare le potenzialità del contenitore. La stagione è quindi iniziata con il piede giusto e con il tutto esaurito per diversi spettacoli. Tuttavia, non potevamo non sottolineare degnamente che la città si è riappropriata di un bene definito nel 2011 da Francesco Scoppola come omologo della basilica di Santa Maria degli Angeli per Assisi, un luogo che si richiama al francescanesimo ma è maestoso e che è stato pantheon dell’aristocrazia perugina accogliendo le sepolture di personaggi illustri, perugini e non solo”.

In linea con la maestosità del luogo sarà dunque il concerto per cui sono stati scelti due pianisti dal curriculum prestigioso: Luca Ciammarughi, “uno dei grandi esponenti a livello italiano e internazionale del barocco romantico, conduttore radiofonico, saggista, docente al Conservatorio di Novara”, e Francesco Libetta, che “per i suoi virtuosismi è definito il pianista dell’impossibile, molto noto, oltre che in Italia, negli Usa e in estremo Oriente, pronto a deliziare il pubblico interpretando lo Studio op.10 n.12 di Chopin nella versione per mano sinistra di Leopold Godovsky, il pezzo più difficile dell’intera letteratura pianistica che solo in pochi sanno realizzare”. Due artisti di assoluta qualità, dunque, “da noi inseguiti per più di un anno per assicurarci la loro presenza”.

Anche la dirigente Martella ha sottolineato l’importanza del traguardo raggiunto con la “piena restituzione alla città di un bene così rappresentativo per Perugia dopo un iter amministrativo che ha portato a un partenariato pubblico-privato al fine di contemperare la destinazione di pubblico spettacolo con la valorizzazione di un bene monumentale intriso di storia”. Jasmine Regis ha parlato di un “inizio significativo” per la stagione di eventi presentata a febbraio e della volontà di Mea Concerti di “valorizzare una scenografia già sorprendente con una programmazione mirata”.

È possibile prenotare un posto per il concerto del 17 marzo mandando una mail a comunicazioneistituz@comune.perugia.it.

IL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Franz Schubert

Marcia Militare in Re Maggiore op. 51 n. 1 D 733, vers. per pianoforte a 4 mani                     

Luca Ciammarughi e Francesco Libetta

Jean-Philippe Rameau

Gavotte et Doubles dalle Nouvelles Suites de Pièces de Clavecin          

Les Sauvages dalle Nouvelles Suites de Pièces de Clavecin

Luca Ciammarughi

Fryderyk Chopin

Notturno Op. 9 n. 2

Francesco Libetta

 

Philip Glass

Morning Passages da The Hours

Luca Ciammarughi

 

Camille Saint-Saens

Le Cygne (trascrizione Leopold Godowsky)

Francesco Libetta

 

Leopold Godowsky

Studio sull’Etude Op. 10 n. 12

Francesco Libetta

Franz Schubert          

Improvviso Op. 90 n. 4 D 899 in La bemolle maggiore

Luca Ciammarughi

Ezio Bosso

Split, Postcard from far away

Francesco Libetta

Gioacchino Rossini

Ouverture dal Guglielmo Tell (trascrizione Franz Liszt)

Francesco Libetta

Francesco Libetta è universalmente considerato un virtuoso con pochissimi eguali al mondo. La sua formazione artistica si è sviluppata soprattutto in Italia, Francia e in Russia. Ha studiato pianoforte con Vittoria De Donno a Lecce, composizione con Gino Marinuzzi a Roma e Jacques Castérède a Parigi.

Dopo essersi imposto all’attenzione internazionale nel 1994 con un recital per le Serate Musicali in Sala Verdi a Milano, è stato invitato in stagioni concertistiche negli Stati Uniti, a Londra, Parigi, Stoccolma, Oslo, Barcellona, Hong Kong, Tokyo e Osaka. Si esibisce in alcune delle più importanti istituzioni musicali, quali Santa Cecilia a Roma (con il primo Concerto di Mendelssohn diretto da Antonio Pappano), il Teatro alla Scala di Milano – sia da solista che in quartetto con il Trio d’archi della Scala -, la Carnegie Hall e la David Geffen Hall (fino al 2015 chiamata Alice Fisher Hall) di New York.

Come direttore d’orchestra ha collaborato con I Filarmonici di Verona, la Nuova Orchestra Scarlatti di Napoli, la Filarmonica di Benevento, l’ICO “Magna Grecia” di Matera e Taranto, l’orchestra del Teatro Nazionale di Tirana.

Ha realizzato numerose registrazioni (pubblicate anche negli Stati Uniti): le Variazioni Diabelli di Beethoven, le trascrizioni di Liszt delle opere wagneriane, di Mozart, brani di Debussy, Brahms, Ravel e Chopin, numerose opere di Schumann, l’integrale della musica per tastiera di Georg Friedrich Händel, di Giovanni Paisiello e Leo Delibes, l’integrale degli Années de Pèlerinage di Liszt.

Ha eseguito le 32 sonate di Beethoven per pianoforte, l’integrale pianistica di Chopin, e la “prima assoluta” (1990) dei 53 Studi di Leopold Godowsky sugli Studi di Chopin.

Il regista Bruno Monsaingeon ha dedicato un filmato, premiato con il Diapason d’Or e lo CHOC – Le Monde de la Musique, al concerto da lui eseguito al Festival pianistico di Roque d’Anthéron.

Direttore dei master di pianoforte della Fondazione P. Grassi di Martina Franca, è stato docente presso la Miami Piano Festival Academy in Florida. Ha insegnato per venti anni musica da camera presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, dimettendosi nel 2020.

Nel 2005 appare nel film “Musikanten” di Franco Battiato, con cui collabora anche successivamente.

Nel 2009 è stata prodotta la sua opera musicale “Ottocento”, scritta in collaborazione con il coreografo e regista Fredy Franzutti (Otranto – Agosto 2009. Ripresa a Roma, Auditorium di via della Conciliazione – Gennaio 2010). Viene messa in scena la storia dell’assedio subìto da Otranto nel 1480.

Nel 2010 la casa discografica statunitense Marston lo include in una antologia di interpreti chopiniani storici, che a partire da Pabst include de Pachmann, Friedman, Paderewski, Rubinstein, Lipatti, Bartok, etc., e un unico altro italiano: Ferruccio Busoni.

È stato direttore artistico del “Miami International Piano Festival in Lecce” e nel 2003 ha fondato l’Associazione Nireo, che per vent’anni ha promosso la valorizzazione e documentazione di brani e autori, anche attraverso la ripubblicazione discografica.

Nel 2018 pubblica il libro “Musicista in pochi decenni – Idoli, opinioni, esperienze sulla strada del successo sicuro”, ironica e interessante riflessione sul mondo pianistico odierno.

Nel 2019 fonda con Stefania Ballone, Christian Fagetti (solisti del Corpo di Ballo della Scala) e altri ballerini il gruppo di Coreofonie, spettacolo di musica e danza.

Nel 2023 la Sony Music ha pubblicato una registrazione dedicata alla musica pianistica di Ezio Bosso, che include la trascrizione di LIbetta della Sinfonia “Oceans” La casa editrice Edifir ha pubblicato “E la giostra va”, un libro di dialoghi con Gianni Tangucci sulla vita del teatro musicale.

Luca Ciammarughi è concertista, conduttore radiofonico, scrittore, docente. Dal 2007 è quotidianamente in onda su Radio Classica: la sua trasmissione “Il pianista” è divenuta un riferimento nel panorama divulgativo italiano. Scrive per i mensili Amadeus, Musica, Classic Voice, Suonare News.  Ha scritto per i quotidiani svizzeri “Il Corriere del Ticino” e “La Regione”. Ha scritto per Zecchini Editore il libro “Da Benedetti Michelangeli alla Argerich – Trent’anni con i grandi pianisti” (2017), il volume “Soviet Piano. I pianisti dalla rivoluzione d’ottobre alla guerra fredda” (2018). Per LIM di Lucca ha scritto la monografia “Le ultime sonate di Schubert – Contesto Testo Interpretazione” (2017), per ClassicaViva il saggio “Franz Schubert – Le sonate di gioventù”. Per Ponte alle Grazie ha scritto nel 2020 il libro “Gli indispensabili. 30 capolavori per pianoforte da ascoltare almeno una volta nella vita”. Nel 2022 ha pubblicato per le Edizioni Curci il libro “Non tocchiamo questo tasto”, prima ricognizione storica del rapporto fra musica classica e queerness.

È stato direttore editoriale di ClassicaViva. È invitato spesso come opinionista musicale nella trasmissione “Voi che sapete” della RSI/Rete Due. Attualmente è direttore artistico dei festival PianoSofia, alla Casa degli Artisti di Milano, e PianoLab a Martina Franca, nonché consulente artistico di Milano Classica. Durante il lockdown 2020 ha curato per il Teatro alla Scala di Milano il ciclo di podcast “Prima la musica”; dal 2022 cura presso il Museo Teatrale alla Scala gli incontri “Dischi e tasti”.

Parallelamente agli studi classici, ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode nella classe di Paolo Bordoni e ottenendo poi, con menzione d’onore, il diploma accademico in musica vocale da camera nella classe di Stelia Doz e il diploma accademico di pianoforte di II livello. Ha approfondito lo studio della liederistica con Dalton Baldwin, ottenendo il Primo Premio come duo con il soprano Sakiko Abe al Concorso “Città di Conegliano” (presidente di giuria Regina Resnik). Alla Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” di Milano ha seguito per tre anni il Laboratorio di Musica Moderna e Contemporanea di Renato Rivolta. Ha inoltre seguito masterclass con Fou Ts’Ong, Paul Badura-Skoda e Jacques Rouvier.

Attualmente è docente di Musica Vocale da Camera presso il Conservatorio di Novara.

Come pianista concertista ha suonato per il Festival dei Due Mondi di Spoleto, “La Toscanini” di Parma, Mito Settembre Musica, LaFil La Filamonica di Milano, Autunno Musicale a Como, Taormina Arte, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival (tutte le edizioni dalla fondazione), Società dei Concerti di Milano, Spoleto Festival USA di Charleston, Festival Guadalquivir in Spagna, SIXE/European Union Youth Orchestra, Salle Cortot di Parigi, Piano City Milano (tutte le edizioni), e numerose altre Istituzioni/Stagioni/Teatri.

Ha tenuto conferenze, seminari e masterclass nei Conservatori di Verona, Novara, Piacenza, Milano, Modena/Carpi, Bari, Monopoli e Foggia, nonché all’Istituto Superiore di Studi Musicali di Lucca.

Per quattro anni ha collaborato con l’emittente televisiva Classica HD come presentatore e redattore di testi. Dal 2010 al 2012 è stato direttore artistico del Festival “Settimana in musica” di Clusone.

Nel 2022 ha pubblicato per SONY Music il cd “Rameau nello specchio di Saint-Saëns”, in cui affronta le pièces clavicembalistiche del compositore francese su uno Steinway del 1888, basandosi sull’edizione e l’estetica di Saint-Saëns. Il disco è stato definito da Carlo Centemeri (Radio Marconi) “uno dei pochissimi di repertorio barocco su pianoforte degli ultimi dieci anni che valga la pena di ascoltare e riascoltare”.