Piegaro, centro di accoglienza: “cittadini denunciano mancanza di trasparenza”

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Nota del coordinatore di Umbria Civica -Piegaro Mauro Brilli

   

“A seguito degli ultimi sviluppi sulla questione dell’accoglienza nel nostro Comune, noi cittadini di Piegaro intendiamo denunciare pubblicamente la gestione assolutamente poco trasparente e l’immobilismo delle istituzioni locali – spiega il coordinatore di Umbria Civica -Piegaro Mauro Brilli –culminata con una decisione presa dal Prefetto di Perugia bypassando ogni forma di dialogo pubblico.

Ripercorriamo i fatti:

19 Giugno: La promessa. Durante un’assemblea pubblica, il Sindaco di Piegaro si era formalmente impegnato a promuovere un modello di “accoglienza diffusa”, accogliendo le istanze della cittadinanza.ì

La verifica: Atti vuoti. Le nostre successive richieste di accesso agli atti per verificare lo stato di avanzamento di tale impegno hanno rivelato una realtà desolante: nessuna disponibilità concreta risultava protocollata. Ciò ha messo in luce fin da subito una strategia poco chiara e una evidente opacità amministrativa.

La smentita. Nonostante le evidenze, il Sindaco ci ha in seguito risposto che otto cittadini avrebbero dato una “disponibilità informale”. Una dichiarazione che si è rivelata infondata a seguito di un ulteriore accesso agli atti, dal quale è emerso chiaramente che né unità abitative né organizzazioni del terzo settore si erano ufficialmente fatte avanti per sviluppare il progetto.

La questione arriva in Regione. Il 25 luglio, il Consigliere Regionale Arcudi ha presentato un’interrogazione (question time). Sorprendentemente, l’Assessore Barcaioli ha risposto di “non sapere niente” del centro di accoglienza di Piegaro. Riteniamo questa affermazione gravissima, se non mendace, in quanto in data 15 luglio era stata trasmessa dal Comune di Piegaro una petizione (protocollo PEC n. 7163) con la raccolta firme dei cittadini, proprio per portare a conoscenza della Regione la situazione. Come diceva qualcuno: il miglior modo di sapere è far finta di non sapere.

L’epilogo: Il silenzio e Ponzio Pilato. Si arriva così alla decisione finale del Prefetto di Perugia, maturata a seguito di “interlocuzioni” avvenute lontano dai canali ufficiali e in totale assenza di quella trasparenza che sarebbe stata un dovere verso la cittadinanza. Il comunicato stampa con cui il Sindaco ha di fatto “fatto il Ponzio Pilato”, lavandosene le mani, e il successivo Consiglio Comunale, durante il quale nessun consigliere ha preso la parola sull’argomento, rappresentano il punto più basso di questa vicenda.

A questo punto, le nostre domande sorgono spontanee e le rivolgiamo a tutta l’amministrazione:

Come mai in sei mesi il Consiglio Comunale non ha mai sentito il dovere di prendere una posizione ufficiale, magari con un consiglio comunale aperto come da più parti richiesto?

Come mai nessuno dei tre gruppi consiliari si è esposto pubblicamente per tutelare la volontà dei cittadini che rappresenta?

Troviamo inaccettabile che a Piegaro non si sia potuto seguire l’esempio virtuoso del Comune di Fossato di Vico. Lì, di fronte a una situazione analoga, l’amministrazione ha avuto il coraggio di indire un consiglio aperto, invitando il Prefetto, l’ARCI e un comitato spontaneo di cittadini, promuovendo un confronto costruttivo che ringraziamo per averci ispirato.

Cari concittadini piegaresi, la conclusione è amara: siamo stati presi in giro e infine abbandonati dalle stesse istituzioni che dovrebbero rappresentarci”