Monteleone di Spoleto: il comune attivo per riportare la Biga in Italia

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Monteleone di Spoleto: il comune attivo per riportare la Biga in Italia. Angelini: “Il Metropolitan era a conoscenza dell’illegalità dell’esportazione della Biga”

   

Il comune di Monteleone di Spoleto parte con le azioni possibili per cercare di riavere la ormai famosissima “Biga trafugata”, da anni esposta al Metropolitana di New York. Con una delibera di giunta comunale mette agli atti le 16 lettere autenticate, raccolte nel libro di Guglielmo Berattino, che testimoniano l’illegalità dell’acquisto del reperto e chi sono i soggetti coinvolti nel trafugamento della Biga, formalizzerà una nuova richiesta al Ministero per l’inserimento della Biga tra i reperti storici di cui l’Italia chiederà la restituzione e presenterà una nuova richiesta al Metropolitan per la restituzione volontaria del reperto evidenziando con dettagliato excursus, che Direttore, funzionari e Trustees del Metropolitan erano a conoscenza dell’illegalità dell’esportazione della Biga per le leggi vigenti in Italia. Mosse precise quelle del sindaco Marisa Angelini che nascono dalle nuove rivelazioni contenute nel libro ”La Biga Etrusca di Monteleone di Spoleto – Nuovi sviluppi sul trafugamento del “golden Chariot” presentato recentemente alla stampa, ma anche dalla lettera aperta dell’Avv. Tito, Mazzetta attualmente residente ad Atlanta, ma con origini a Monteleone,  che riconosce l’importanza dei 16 documenti rilevando che “i tempi sono maturi per una nuova battaglia volta a dimostrare che la biga è stata venduta, eludendo le leggi italiane, tramite personaggi italiani conniventi, in maniera illecita”. “Con questo documento – afferma Angelini – diamo ufficialmente il via a tutte le azioni necessarie per il recupero della Biga di Monteleone di Spoleto, una delle pochissime bighe greco-ioniche meglio conservate nella quale la ricchezza e la qualità delle decorazioni, di ispirazione greca, sono eccezionali. La delibera di giunta impegna il Ministero dei Beni culturali ad inserire nell’elenco dei reperti archeologici da richiedere perché esportati illegalmente, cosa che mai è stata realizzata da precedenti ministri”.