Marsciano non dimentica i ‘Fratelli Ceci’

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Marsciano non dimentica i ‘Fratelli Ceci’. L’emergenza Coronavirus ha impedito una cerimonia pubblica, ma il Comune in una nota ha ricordato Armando, Giuseppe e Ulisse fucilati il 28 marzo del 1944  con l’accusa di renitenza alla leva

   

La comunità di Marsciano commemora il 28 marzo, Armando, Giuseppe e Ulisse Ceci, tre giovani marscianesiche, in questo stesso giorno del 1944, furono fucilati sulle mura del cimitero di Marsciano dopo un sommario processo svoltosi presso la sala del Consiglio comunale per renitenza alla leva poiché non si erano presentati alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana.

Una commemorazione che quest’anno, acausa delle restrizioni dovute alle misure per il contrasto alla diffusione del coronavirus, non avviene attraverso una cerimonia pubblica. Il Comune tuttavia, nell’esprimere la propria vicinanza alle famiglie dei tre giovani,contattate telefonicamente, ha predisposto l’apposizione di una corona presso il monumento in piazza Garibaldi, sul luogo della fucilazione e, appena possibile, presso il cimitero di Monte Vibiano (attualmente chiuso proprio a causa dell’emergenza coronavirus) dove, ad un anno dalla barbara esecuzione, alle salme fu data degna sepoltura.

“La barbara uccisione di Armando, Giuseppe ed Ulisse – spiega il sindaco Francesca Mele –è per la nostra comunità il simbolo della violenza assurda che è la guerra e del decadimento morale e spirituale a cui può portare. L’ingiustizia perpetrata dai fascisti nei confronti di questi ragazzi deve quindi continuare ad essere un monito per tutti noi sull’importanza di alimentare continuamente i valori della democrazia, della pace e quel senso di legalità del quale le nostre comunità hannosempre più bisogno”.

Al ricordo di questa vicenda si unisce anche la sezione marscianese dell’Anpi. “Quest’annoper la prima volta, a seguito delle misure di contenimento della pandemia in corso –spiega il Presidente Valeriano Tascini – non saremo presenti di persona nei luoghi che li ricordano, ma come sempre ai fratelli Ceci dedicheremo un pensiero e il nostro ringraziamento dicendoche noi non dimentichiamo e che continueremo a ricordare ai nostri giovani il loro sacrifico che, proprio per questo, non sarà stato vano. I fascisti, con arroganza e ferocia, cercarono di seppellirli, così come avevano fatto con la libertà, ma non sapevano che erano semi da cui sarebbe germogliato il desiderio di libertà, di democrazia e di civiltà del popolo italiano”.