L’Ordine dei giornalisti dell’Umbria chiede più informazioni sulla pandemia

398
Terni, i giornalisti dell'Ordine dell'Umbria donano il sangue

L’Ordine dei giornalisti dell’Umbria chiede più informazioni sulla pandemia. La nota

“In questo ultimo anno, tra grandi difficoltà legate alla pandemia da COVID-19, i giornalisti hanno avuto il compito non sempre facile di raccontare, nel migliore dei modi possibili, ciò che stava avvenendo. Per continuare a farlo e per migliorare il modo di farlo, però, i giornalisti hanno bisogno di dati su tamponi, vaccini, contagiati e guariti, dati che siano il più ricchi possibile e che vadano oltre quelli disponibili sulle dashboard regionale e nazionale. Per garantire una informazione puntuale, chiediamo pertanto dati pubblici, disaggregati, continuamente aggiornati, ben documentati e facilmente accessibili, come già fatto attraverso la campagna #datibenecomune. Un recente documento di indirizzo del Governo pone “la trasparenza e l’accessibilità dei dati al centro della strategia di gestione del rischio pandemico”. Ma non può esserci trasparenza solo attraverso comunicati, conferenze stampa e poche informazioni fornite su specifica richiesta. Come Ordine dei Giornalisti abbiamo sottoscritto qualche tempo fa un accordo con la Regione Umbria finalizzato alla individuazione di un paniere di dati da aprire (e non ancora aperti) perché crediamo fermamente che sia un nostro diritto, e un diritto di tutti i cittadini, poter disporre di simili informazioni riguardanti, tra l’altro, numero dei contagi, vaccini e tamponi. Chiediamo quindi la messa a disposizione di tali dati nel più breve tempo possibile e, come già fatto da #datibenecomune, di rendere pubbliche le evidenze scientifiche, le formule e gli algoritmi che mettono in correlazione la valutazione del rischio, le misure restrittive e l’impatto epidemiologico ad esso correlato, e di nominare un/a referente COVID-19 su dati e trasparenza regionale a cui giornalisti e società civile possano fare riferimento. In questo momento una corretta comunicazione, basata sull’evidenza dei dati, è quanto mai importante per comprendere le scelte istituzionali che hanno profonde conseguenze sulla vita delle persone”.