L’antico mulino di Campello sul Clitunno è tornato a vivere e ad essere vissuto

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Si deve all’amore per il territorio, per l’agricoltura e per l’olivicoltura di Francesco e Federica Gradassi, alla cultura e alla preparazione di una studiosa: Anna Livia Marcomeni e alla disponibilità di Paolo Alessandro Lombardi di Edizioni Era Nuova se l’antico mulino di Campello sul Clitunno è stato “restituito alla sua antica dignità e al godimento di tutti” così recita il saluto del sindaco di Campello Domizio Natali nella prefazione del prezioso volume. “Per comprendere le motivazioni che ci hanno spinto ad acquistare, nel 2008, l’antico mulino dalla nobile famiglia dei conti Campello,  occorre conoscere – dice Francesco Gradassi con a fianco la moglie Federica – le origini, le tradizioni della mia famiglia, una famiglia di agricoltori,  e il life style mio e di  mia moglie. L’ambiente in cui ho vissuto mi ha trasmesso e fatto respirare, sin da piccolo, un’atmosfera fortemente legata a tutte le tradizioni secolari che il territorio e la mia famiglia hanno espresso e tramandato con la speranza che anche le nostre due figlie, Ginevra ed Elettra,  possano continuare  questa tradizione”. Era commosso Francesco Gradassi a dire queste cose di fronte a tanti amici, ai conti Campello e a occasionali clienti nel suo ambiente di lavoro: il frantoio Marfuga, cuore dell’azienda che comprende anche un suggestivo agriturismo circondato di oliveti e ora il vecchio mulino, ristrutturato ad opera degli architetti Antonio Montioni e Nazareno Martinelli, che sarà la sede anche di un centro di studio e di ricerca nel campo dell’olivicoltura.

L’antico mulino, raro esempio di architettura rurale umbra, risale ai primi del 1600 e fino agli anni ’50 del secolo scorso era uno dei luoghi più vivi e dinamici del territorio dove confluivano le olive dei piccoli produttori della zona e dove decine di operai erano impegnati da novembre ad aprile per ricavare quello che oggi viene chiamato “oro verde”. La tradizione olearia degli antenati di Francesco Gradassi risale al 1817 (l’anno in cui fu inventata la bicicletta) e la data è riportata in un antico documento di trasporto delle ferrovie con damigiane di olio spedite a clienti del nord Italia.

Momenti di storia e di cultura che il libro riporta insieme a documenti conservati nel ricchissimo archivio di stato di Spoleto. La presentazione del libro si è conclusa, ovviamente, con una appetitosa bruschetta e un salutare bicchiere di vino con cui Francesco e il padre Ettore con le relative consorti e figlie hanno salutato il pubblico intervenuto. Bruschette con olio Marfuga si potranno degustare, in frantoio, per tutta la durata di “Frantoi aperti” nell’ambito del quale si è inserita la presentazione del volume.