Infrastrutture tecnologiche: “Evitare lo spopolamento dei piccoli comuni e delle aree rurali”

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Infrastrutture tecnologiche: “Evitare lo spopolamento dei piccoli comuni e delle aree rurali”. A De Luca (M5S) risponde l’Assessore Fioroni

   

Nella parte dedicata al Question time della seduta odierna dell’Assemblea legislativa, il consigliere Thomas De Luca (M5S) ha illustrato la propria interrogazione relativa alle infrastrutture tecnologiche da attivare per evitare lo spopolamento delle aree rurali e dei piccoli Comuni. De Luca ha spiegato che

“un piano di rilancio dei borghi e dei piccoli comuni come evidenziato anche dal Sole 24 Ore, può essere un volàno per l’economia regionale, generare valore, lavoro e attrattività turistica. Si calcola che solo la ristrutturazione di edifici abbandonati in Italia può valere 2miliardi, tanto che l’Ordine degli architetti e l’Unione delle comunità ed enti montani punta a rivalorizzarli grazie a progetti privati e fondi Ue (Recovery fund compreso). Per una efficace politica di rilancio dei borghi e dei piccoli comuni è necessario mettere al centro infrastrutture e competenze digitali affinché i territori e le comunità possano essere protagonisti della rinascita della regione. Per fare questo è necessario colmare in tempi rapidi lo scarto del digital divide intra-regionale, garantendo l’accesso internet come requisito essenziale di inclusione sociale. Garantire il diritto alla connettività significa garantire pari accesso al lavoro, alla sanità e all’istruzione. Significa creare nuove modalità di lavoro e di sviluppo economico, opportunità per le imprese, ottimizzare l’attività e i rapporti con la pubblica amministrazione. Significa dare ad un territorio quei servizi minimi per consentire alle aziende di sopravvivere ed essere competitive su mercati sempre più digitali. In Umbria sono ancora troppe le zone che non ricevono un segnale stabile per la telefonia mobile e addirittura ci sono località che non ricevono adeguatamente neanche il servizio televisivo. La partita della digitalizzazione e della connettività è una partita fondamentale”.

L’assessore Fioroni ha risposto evidenziando un

“dato negativo: nel febbraio 2020 Infratel Italia (Società in-house del Ministero) ha comunicato a tutte le Regioni notevoli ritardi nella realizzazione del Piano Bul (Banda ultra larga) spostando il termine di realizzazione da dicembre 2020 a dicembre 2023. quando si parla di digitale, un ritardo strutturale come questo assomiglia ad ere geologiche. L’Umbria, anche in passato, è stata piuttosto virtuosa nel progetto di cablaggio. Tutt’ora, l’Umbria risulta la regione con la più alta percentuale di cantieri aperti. Quello che era il nostro fattore di debolezza, cioè la disconnessione delle infrastrutture tradizionali, potrebbe diventare un elemento attrattivo attraverso sperimentazioni di strategie territoriali (settori intangibili) che potrebbero fare dell’Umbria importante terreno di insediamento di start up e aziende. I lavori dei comuni pianificati saranno terminati entro il 2021. Oltre al tema della banda ultralarga abbiamo anche l’importante tema della infrastrutturazione del 5G che sarà il tema dei prossimi anni. In proposito ricordo che c’è una legge regionale (31/2013 – localizzazione impianti radio-elettrici) che rende impossibile, oggi, qualsiasi forma di sperimentazione sul 5G. La sfida del digitale e della connettività dovrà passare per la revisione o abrogazione di questa legge che rappresenta un ostacolo poiché pone l’Umbria totalmente fuori della grande sfida tecnologica del futuro, rappresentato dal 5G. Su questo stiamo lavorando”.

Nella replica, De Luca, ha sottolineato come

“banda larga e 5G sono complementari quindi l’infrastrutturazione della banda ultralarga è imprescindibile. Il tema infrastrutturale è strategico. Non mi ritengo soddisfatto rispetto alle richieste che ho posto perché non ho compreso in quali aree siamo più indietro su cui presenterò ulteriori richieste scritte. Per arrivare ad avere risorse utili per questa partita bisogna fare pressione per usufruire anche delle risorse del Recovery fund”.