Il ‘terzo settore’ in Regione per chiedere l’adeguamento di tariffe e rette

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Il ‘terzo settore’ in Regione per chiedere l’adeguamento di tariffe e rette. I rappresentanti della cooperazione locale hanno partecipato alla riunione della Terza Commissione Consiliare

   

La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha svolto un’audizione con i rappresentanti di Confcooperative Federsolidarietà Umbria, Legacoop sociali Umbria, del Forum Terzo Settore e dei sindacati (Cgil e Fisascat-Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali affini e del turismo) in merito alla mozione presentata dal consigliere Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) avente per oggetto: “Riqualificazione sistema regionale di welfare – Adeguamento tariffario regionale cooperative sociali e rette strutture sociali, socio-sanitarie e sanitarie”.

Il proponente Andrea Fora ha spiegato che si chiede alla Giunta di adeguare il tariffario regionale e velocizzare i lavori della Commissione per l’accreditamento delle strutture sanitarie, prevedendo inoltre un aggiornamento delle rette delle strutture sanitarie e sociosanitarie:

“siamo di fronte al mancato rispetto di una legge regionale che prevede cose che non sono state fatte – ha detto – quindi c’è la necessità di rivedere il sistema di welfare perché è cambiato il contesto sociale, oppure deve essere cambiata la legge in quanto già prevede l’adeguamento del tariffario. Stiamo parlando di migliaia di lavoratori con stipendi certamente non faraonici, dotati di professionalità e competenze, che quotidianamente svolgono servizi nei confronti dei nostri anziani, disabili e minori. É inoltre urgente rivedere la disciplina in materia di strutture sanitarie e socio-sanitarie residenziali e semi-residenziali per post-acuti e per persone non autosufficienti, disabili adulti e minori, malati terminali, le cui rette, anch’esse normate dalla Regione stessa, per alcune tipologie sono ferme da 14 anni.”.

Sono stati auditi il presidente di Confcooperative, Carlo di Somma, il responsabile di Legacoop sociali e portavoce del Terzo settore Andrea Bernardoni, il segretario regionale  Fisascat-Federazione italiana sindacati addetti servizi commerciali affini e del turismo Valerio Natili e Stefania Cardinali della Cgil Umbria.

Tutti gli intervenuti hanno sottolineato come al continuo incremento del costo del lavoro non sia corrisposta, da anni, alcuna revisione delle tariffe su cui lavorano le cooperative sociali, rimarcando il fatto che danno occupazione a 8mila lavoratori, fra i quali 600 soggetti svantaggiati che non troverebbero alcuna collocazione nel mercato del lavoro.

I servizi che svolgono riguardano almeno 70mila umbri. Quando la cooperativa non riesce a sostenere i costi, devono essere aumentate le quote sociali da immettere da parte dei soci, che sono i datori di lavoro di sé stessi, quindi cala la loro retribuzione e tutto si scarica su di essi, per questo le cooperative sono in grande sofferenza.

L’altro aspetto evidenziato è quello relativo agli appalti: chiesta un’azione di monitoraggio da parte della Regione perché ci sono enti pubblici che mettono a bando alcuni servizi e non identificano più le coop sociali come contratto di riferimento, con una perdita del 20-30 per cento delle retribuzioni dei lavoratori perché esistono contratti collettivi che remunerano in modo più basso. È il fenomeno del dumping contrattuale: si diffonde la pratica di non applicare il contratto nazionale ma altri da altri sottoscritti.

Nel rivisitare il sistema umbro del welfare diventa dunque centrale il problema dell’accreditamento: serve infatti uno strumento che tolga dal mercato delle gare di appalti quelle inerenti le difficoltà sociali e consentire così alle imprese no profit il salto di qualità per avere maggior professionalità e investire, non solo sul capitale umano. Questo potrebbe garantire il sistema dell’accreditamento, già avviato in altre regioni