Il sindaco di Norcia: “Quella notte e le lacrime di Arquata”

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“Noi in piedi ma intorno la tragedia”

“La notte del 24 agosto del 2016 Norcia era in piedi. Eravamo sollevati, quando cominciarono ad arrivare le prime notizie sulla tragedia del terremoto nelle altre regioni. Telefonai ad Aleandro Petrucci, allora sindaco di Arquata del Tronto e nel frattempo scomparso, che piangendo mi disse solo ‘Pescara del Tronto non c’è più”.

   

Nicola Alemanno, sindaco di Norcia ora sospeso per la legge Severino, ricorda con l’ANSA quel giorno.

“Sono stati anni difficili, soprattutto per uscire dalla prima fase dell’emergenza. Abbiamo dovuto lottare per non perdere il tessuto sociale della città. Abbiamo rapidamente riaperto le scuole e puntato sul lavoro, riportando mille persone nelle loro case. Così Norcia ha tenuto”.

E proprio ad Arquata del Tronto Alemanno era stato a cena la sera del 23.

“Con Petrucci e il senatore Guido Castelli (attuale commissario per la ricostruzione – ndr) eravamo in un piccolo locale vicino al Comune – ricorda – e se il terremoto fosse arrivato in quel momento non avremmo avuto scampo”.

Della notte della prima scossa Alemanno ha ancora in mente il freddo.

“Una squadra di calcio composta da ragazzi in ritiro in città – aggiunge – si ritrovò in strada senza niente addosso. Facemmo in modo che avessero delle coperte e un posto sicuro dove andare. Subito dopo la prima scossa – dice ancora il sindaco – ci ritrovammo in piazza con i responsabili della protezione civile locale, quelli delle forze dell’ordine e delle altre organizzazioni di soccorso. Dalle nostre tante frazioni arrivavano notizie rassicuranti e solo a San Pellegrino c’erano danni importanti e persone da assistere. Evacuammo migliaia di turisti in quel periodo in città. Ma Norcia era viva, con bar e ristoranti aperti. Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo poi”.