“Giunta regionale e assemblea legislativa attivino percorso di stabilizzazione per i precari Isuc”

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Meloni, Bettarelli, Bori (Pd): “Necessario evitare chiusura dell’istituto per la storia dell’umbria contemporanea”

“Raccogliamo e facciamo nostro l’appello lanciato dai 5 ricercatori precari dell’Isuc e chiediamo alla Giunta regionale di individuare, con estrema urgenza e d’intesa con l’Assemblea legislativa, un percorso di stabilizzazione che permetta loro di vedersi riconosciuti gli stessi diritti degli altri lavoratori dell’ente”.

   

È quanto dichiarano in una nota Simona Meloni (capogruppo Pd a Palazzo Cesaroni), Michele Bettarelli (vicepresidente dell’Assemblea) e Tommaso Bori (consigliere e segretario regionale Pd).

“Sui precari dell’Isuc – sottolineano i tre esponenti Dem – grava ingiustamente un forte pregiudizio dovuto, loro malgrado, alla natura giuridica dei contratti pluriennali che hanno sottoscritto con l’Istituto, che non gli permette di accedere automaticamente alla stabilizzazione dovuta. Serve dunque rivalutare per analogia le loro posizioni contrattuali equiparandole, di fatto, alle altre tipologie di lavoro flessibile e parasubordinato riconosciute dalla Legge Madia, così da superare questa profonda ingiustizia. Nelle more di un percorso di stabilizzazione avviato – aggiungono – sarebbe poi possibile prorogare i contratti e permettere all’Isuc di proseguire la propria attività, il rischio è di una chiusura dell’istituto che sarebbe una macchia indelebile. Del resto, la Giunta regionale ha avuto due anni di tempo per fare una riforma degli istituti di ricerca regionali, comprenderne anche le criticità e intraprendere una direzione di marcia chiara senza dover arrivare alla scadenza dei contratti scadenza senza una soluzione praticabile per salvare chi ha investito una parte delle propria vita nella ricerca e per questo Isuc. L’Umbria – concludono Meloni, Bettarelli e Bori – non può permettersi di trascurare il suo patrimonio di memoria e di storia: oggi più che mai è chiamata a valorizzarlo, attraverso investimenti congrui, una programmazione ambiziosa e mettendo finalmente a valore e in sicurezza le competenze e le professionalità formate fino ad oggi che hanno dimostrato, nel corso di oltre un decennio, di essere all’altezza degli obiettivi che gli sono stati assegnati”.