Nel mese di novembre 2024 il Comando Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato dei CC di Terni inviava a questa Procura una informativa di P.G. per le ipotesi di reato di accesso abusivo ad un sistema informatico e frode informatica nei confronti di una ex operatrice dell’I.N.P.S. che aveva inserito, nel sistema informatico dell’Ente, contributi previdenziali agricoli in favore di un soggetto senza che questi ne avesse diritto.
In particolare la Direzione Generale dell’I.N.P.S. di Roma nel corso di accertamenti finalizzati a verificare alcune posizioni assicurative nell’ambito dei lavoratori agricoli, segnalava una anomalia relativa alla posizione contributiva di un uomo residente a Terni, relativamente agli anni dal 1997 al 2008; in pratica la posizione del soggetto non era supportata da idonea documentazione cartacea.
Gli uffici ispettivi al fine di individuare il motivo di tale anomalia, risalivano al dipendente pubblico che aveva, in epoche diverse, provveduto materialmente alle operazioni di inserimenti dei contributi previdenziali agricoli scoprendo successivamente – anche grazie ai Carabinieri del N.I.L. di Terni – che l’impiegata dell’I.N.P.S. che aveva materialmente provveduto agli inserimenti era la mamma del beneficiario.
In pratica la donna, in servizio presso gli uffici di Terni all’epoca dei fatti, aveva inserito negli archivi informatici dei lavoratori agricoli la contribuzione a favore del figlio in qualità di operaio agricolo a tempo determinato per le annualità dal 1997 al 2008 senza che quest’ultimo ne avesse titolo e diritto; in tal modo il ragazzo avrebbe potuto ottenere l’erogazione di prestazioni pensionistiche non dovute.
Al termine di tutti accertamenti e trattandosi di reati informatici i CC del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Terni trasmettevano tutti gli atti a questa Procura ipotizzando a carico della donna i reati di accesso abusivo ad un sistema informatico e frode informatica e quantificando in € 21.000 il potenziale danno all’ente previdenziale.
Acquisto l’intero materiale probatorio l’ufficio notificava all’indagata e all’avvocato l’avviso di conclusione indagini preliminari; quest’ultimo, poco dopo, faceva pervenire una richiesta di applicazione della pena su richiesta delle parti.
Il Pubblico Ministero assegnatario del fascicolo prestava il suo consenso all’accoglimento della richiesta e lo scorso mese di giugno il Giudice, atteso l’accordo delle parti e in relazione ai reati contestati, emetteva una Sentenza con la quale veniva disposta nei confronti dell’ex dipendente la pena di mesi 6 di reclusione ed € 400,00 di multa.
Perugia, 9 luglio 2025