A Perugia, nell’ambito del roadshow Coldiretti-Philip Morris, consegnati i riconoscimenti alle aziende agricole del programma Digital farmers che si sono distinte per qualità, sostenibilità e innovazione per il raccolto 2024
In occasione del roadshow Coldiretti-Philip Morris che ha avuto luogo a Perugia nei giorni scorsi, si è svolto l’incontro annuale con i coltivatori umbri facenti parte del contratto di filiera tra Coldiretti e Philip Morris Italia, durante il quale sono state premiate le eccellenze attinenti a cinque diverse categorie per il raccolto 2024. Per la categoria Buone pratiche di lavoro agricolo è stata premiata l’azienda Cirignoni Bernardo di Citerna; per la Qualità del prodotto l’azienda Ca’ Moniale società semplice di Assisi; per l’Integrità del prodotto l’azienda Eredi Marcacci Domenico società semplice agricola di Deruta; per l’Eccellenza imprenditoriale l’azienda Lgb società semplice di Città di Castello e infine, per la categoria Collaborazione a ricevere il premio è stata la Società agricola Chioccoloni di Deruta. Philip Morris ha così riconosciuto l’impegno degli imprenditori agricoli umbri verso qualità, sostenibilità e innovazione, nonché la loro capacità di adattamento alle nuove sfide del settore, contribuendo attivamente alla crescita della filiera. Un riconoscimento speciale è stato assegnato ai coltivatori che entreranno dal raccolto 2025 nel programma ‘Digital farmers’, un’iniziativa realizzata in collaborazione con il Centro per sviluppo agricolo e rurale (Cesar) e con l’Università degli studi di Perugia, per supportare i coltivatori nel percorso di transizione eco-energetica e digitale. Il percorso di formazione, rivolto in particolare ai giovani coltivatori, intende favorire il miglioramento delle loro competenze tecniche e imprenditoriali, unitamente all’adozione di tecnologie all’avanguardia nel campo dell’agricoltura di precisione.
“Come capofiliera – ha affermato Cesare Trippella, head of leaf EU Philip Morris Italia – non solo ci siamo presi l’impegno di creare una prospettiva per i prossimi dieci anni con il rinnovo dell’accordo che abbiamo siglato con Coldiretti e Masaf, che scadrà nel 2034, ma è nostro obbligo anche influenzare il resto del comparto, visto che noi compriamo il 55% del tabacco prodotto in Italia. In questi anni il nostro impegno si è rivolto anche nell’implementazione di programmi e strategie che guardano al futuro, da un lato per trovare soluzioni per mitigare tutti gli effetti delle tensioni geopolitiche, come l’aumento dei costi energetici, dall’altro per innovare continuamente la filiera”. “Non parlare di digitalizzazione nelle imprese agricole e tabacchicole in questo momento sarebbe anche fuori dalla storia – ha detto Alberto Mantovanelli, presidente dell’Organizzazione dei produttori italiani di tabacco (Opit) –. È importante implementare il digitale cercando di aggregare tutta la filiera in un percorso tarato sulle nostre imprese per ottimizzare i processi produttivi che di fatto possono migliorare le performance sotto tutti i profili, dalla sostenibilità ambientale a quella economica passando per quella sociale”.
“Opit ha sposato in maniera attiva il progetto Digital farmers – ha aggiunto Francesco Martella, direttore di Opit – perché ne condividiamo i contenuti e contribuiamo ad individuare quelle che sono anno dopo anno i temi emergenti. Oltre ai contenuti, un aspetto importante del progetto è la possibilità di fare rete tra tutti i produttori di area geografiche diverse (Veneto, Umbria e Campania). I produttori diventano quindi parte attiva del progetto, scambiandosi esperienze, buone pratiche e innovazioni, esperienze diverse che aiutano ad accrescere la cultura d’impresa e a crescere tutti insieme”.
“Il progetto Digital farmers, al terzo anno di attività – ha spiegato Gabriele Chiodini, agronomo del Cesar – consiste in un’attività di affiancamento agli agricoltori, soprattutto ai giovani tabacchicoltori della filiera di Philip Morris che vogliono attuare un percorso di transizione ecologica e digitale. Il Cesar mette a disposizione delle competenze attraverso professionisti, agronomi e consulenti che sono in grado di supportare i tabacchicoltori nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Un indicatore importante è il numero di tabacchicoltori che vi aderisco e che progressivamente aumentano l’utilizzo di tecnologie che supportano le decisioni dell’agricoltore circa l’utilizzo di acqua, interventi di difesa, sistemi che possono automatizzare alcune attività. Abbiamo testato robot, sistemi autonomi per dimostrare che anche nel campo del tabacco si riesce a fare automazione robotica. Quest’anno testeremo nuove tecnologie legate sempre ad un’attività di transizione dell’agricoltura che riguarda soprattutto l’ecologia e la sostenibilità”.