“Danni potenzialmente enormi per l’economia. Servono risorse per la messa in sicurezza, a partire dagli allevamenti allo stato brado”

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La nota del Consigliere De Luca (M5S) sulla peste suina africana

“La diffusione della peste suina africana in Umbria potrebbe avere un impatto devastante e arrecare gravi danni a economia, allevamento, raccolta dei tartufi e turismo in caso di blocco delle attività outdoor tra cui trekking e mountain bike. La Psa è altamente contagiosa e spesso letale per suini e cinghiali, non è trasmissibile agli esseri umani ma ha pesanti ripercussioni economiche”.

   

Queste le valutazioni emerse durante l’incontro in diretta Facebook organizzato dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, ed a cui hanno partecipato il capogruppo regionale M5S del Piemonte, Sean Sacco, e il capogruppo nell’Assemblea legislativa della Liguria, Fabio Tosi. Oltre a Giovanni Lo Vaglio, dirigente Veterinario Usl Umbria 1 e coordinatore intersindacale medica dell’Umbria, Filippo Gallinella, presidente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, Sauro Presenzini del WWF UMbria e Giuseppe Fausti, allevatore.

“Piemonte e Liguria sono due regioni colpite dalla Psa in cui sono già attive le misure di contenimento per contenere i focolai e dare ristori agli allevatori. In Umbria – spiega De Luca – è necessario garantire la sorveglianza ma non possiamo distruggere l’economia. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti, quello che dobbiamo fare è adattarci. Servono risorse per aiutare gli allevatori e per garantire la sicurezza degli allevamenti allo stato brado. Un sostegno economico per gli allevatori che predispongono le doppie recinzioni, reti metalliche, muri di cinta, barriere di altra natura e cancelli che assicurino il confinamento degli animali dell’allevamento ed impediscano l’accesso di altri suini. L’alternativa in caso di propagazione della malattia sarebbe l’abbattimento dei capi con tutte le conseguenze del caso anche dal punto di vista economico. Serve – prosegue il consigliere M5S – una governance che prenda atto della situazione. La presenza di 70.000 cinghiali sul territorio regionale non è un problema banale. L’atteggiamento repressivo con il divieto di fare attività all’aperto, dal trekking alla raccolta di funghi e tartufi, oltre ad avere ricadute dal punto di vista economico e turistico rischia di non essere sufficiente senza una adeguata informazione. Chiederemo alla Giunta regionale un impegno a sostenere la medicina territoriale. I servizi veterinari vanno potenziati: dal 2009 al 2019 abbiamo perso mille veterinari. Il personale sanitario nello stesso periodo ha perso 40 mila unità. Serve dotazione del personale e organizzazione capillare, altro che cinque distretti. La sorveglianza non si fa senza truppe. Filippo Gallinella – riporta De Luca – ha annunciato la richiesta di un commissario straordinario nazionale con risorse speciali che possa coordinare un’azione centralizzata. Le task force regionali, secondo il presidente della commissione agricoltura alla Camera, sono già impegnate a gestire l’emergenza pandemica e non potrebbero affrontare anche questa situazione. Bisogna tutelare l’IGP, pensando a quale danno deriverebbe dal non poter più esportare fuori regione i nostri salumi”.