Cucinelli: “Servono salari buoni e fabbriche bellissime’

354

“Chi non vorrà venire in Italia a curare il mal d’animo?”

   

Riesce a essere spiritoso e divertente mentre bacchetta i decisori e sa essere più che pungente, rivendica le sue origini semplici e contadine mentre cita a memoria pagine di Manzoni, frasi di Alessandro Magno e di San Paolo, spiega di dire parolacce e bestemmie (perché con Dio ogni tanto ci si arrabbia) mentre rimane impeccabile nel suo candido completo avorio.

E ogni tanto scoppia a ridere: “Con questa sicuro finisco su Youtube e Instagram ma ve la racconto uguale…”.

A Federalberghi è la giornata di Brunello Cucinelli che tiene banco davanti alla platea di albergatori con la ministra del Turismo Daniela Santanchè con la sua verve e la sua filosofia di vita e di lavoro. Che si basa sull’impegno, ma anche sul rispetto e l’amore per gli altri.
“Chi verrà – dice infervorandosi – a lavorare da noi? A fare certi lavori da operai, da artigiani o di pulizia? Abbiamo il 7% di disoccupazione ma voi mandereste i vostri figli a fare gli operai? Quindi dobbiamo per forza cambiare qualcosa. Abbiamo considerato per troppo tempo gli operai come una cosa completamente diversa dagli impiegati e dagli altri lavoratori sia come condizioni di lavoro che come salari. Invece – insiste – devono avere la stessa dignità, i luoghi di lavoro devono essere bellissimi e i salari più alti”. E sottolinea: “Un euro in più a quelli che lavorano con noi, può cambiare la loro vita.
Anche perché non è più come una volta e ognuno dei nostri dipendenti conosce i nostri profitti. Ecco, il tema è l’equilibrio tra profitto e dono”.
Parole di ottimismo e incoraggiamento anche agli albergatori a cui ribadisce che “la qualità è un valore da curare tutti i giorni sia nella moda, sia nel turismo”.