C’è anche l’ipotesi che gli inquirenti possano sentire il padre del bimbo morto

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Fiori, macchinine e anche un peluche sono stati lasciati sul cancello che porta al casolare abbandonato di Po’ Bandino - frazione di Città della Pieve - dove ieri sarebbe stato ucciso, dalla mamma, il bimbo di due anni. Il pellegrinaggio all’edificio - una ex centrale dell’Enel - è discreto e rispettoso della tragedia. A voler raggiungere il luogo, non distante dal supermercato dove poi la madre ha portato il corpo ferito del figlio, sono soprattutto bambini, colpiti dalla tragica notizia. Il peluche - un asinello di colore giallo - è stato fissato alle sbarre del cancello con una rosa bianca. Le macchinine rosse sono state invece lasciate a terra, vicino a due vasi di fiori.

Per chiarire i rapporti con la donna fermata per l’omicidio figlio

   

Potrebbe essere sentito dagli inquirenti il padre del bambino di due anni morto a Città della Pieve e per l’omicidio del quale la madre, ungherese di 44 anni, è stata sottoposta a fermo. È una delle ipotesi al vaglio della procura della Repubblica di Perugia.

I magistrati – con il sostituto Manuela Comodi e il capo dell’Ufficio Raffaele Cantone – stanno cercando di ricostruire i rapporti tra il padre e la madre del piccolo. In particolare da quale tipo di legame formale avessero (se fossero sposati) e i loro rapporti, attraverso anche l’analisi dei telefoni cellulari della quarantaquattrenne. È stata infatti molto probabilmente lei a inviare all’uomo, in Ungheria e tramite i social, una foto del bambino insanguinato colpito con alcune coltellate probabilmente – in base agli accertamenti dei carabinieri – in un casolare abbandonato distante poche centinaia di metri dal supermercato di Pò Bandino dove poi la madre lo ha portato adagiandolo sul nastro trasportatore di una cassa.

Nella fase iniziale delle indagini la donna ha accennato a una presunta controversia con il padre del bambino per il suo affidamento. Versioni definite però dagli investigatori “confuse e contraddittorie che hanno corroborato il quadro indiziario”.

Per chiarire la situazione gli investigatori sarebbero in attesa di alcuni documenti dall’Ungheria.

Per lunedì mattina è stata intanto fissata l’udienza davanti al gip di Perugia per decidere in merito alla richiesta di convalida del fermo della donna che al momento nega di essere la responsabile della morte del figlio.