“Arte e Follia” vince la scommessa

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Ma davvero la follia è una cosa negativa? Come recita una campagna pubblicitaria della Apple molto famosa negli Stati Uniti, “Si può essere in disaccordo con essa, glorificarla o denigrarla. L’unica cosa che non si può fare è ignorarla. Perché cambia le cose. Spinge la razza umana nel futuro”. Ed è così che, inaugurata a Gualdo Tadino appena da una settimana, fa registrare il boom di presenze, oltre mille visitatori, la mostra evento protagonista per i prossimi sei mesi, che esalta proprio il binomio ‘Arte e follia’, con 54 opere di Antonio Ligabue e 26 di Pietro Ghizzardi, a cura di Vittorio Sgarbi. “Un test fondamentale quello del primo ponte festivo – spiega il primo cittadino Massimiliano Presciutti – che ha dato ragione sia al Comune che al Polo museale della nostra città. Abbiamo voluto scommettere insieme sull’arte e sulla cultura, e non senza un pizzico di sana follia, per essere in tema con la mostra, per dare nuova linfa e impulso a un itinerario storico e artistico di grande valore che contempla ben cinque musei, con collezioni che spaziano dall’archeologia al lustro ceramico di derivazione mastrogiorgesca, alla storia dell’emigrazione. Desidero con orgoglio condividere con tutti i cittadini il successo che Gualdo merita, tornando protagonista della scena regionale e non solo. Ringrazio, inoltre, tutto lo staff del Polo museale che, con competenza e professionalità, sta coordinando il progetto, il Centro studi e archivio Ligabue di Parma, la Regione Umbria, la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e l’importante partnership, virtuosa e imprescindibile, che si è creata tra pubblico e privato, che ha visto capofila l’azienda Rocchetta e che ha fatto aderire davvero tanti imprenditori, commercianti e strutture ricettive a sostegno della mostra e della nostra città”. L’esposizione sarà visitabile fino al 30 ottobre, nella chiesa monumentale di San Francesco, da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Ottanta opere che raccontano Ligabue e Ghizzardi, con un linguaggio espressivo unico e personale, al di là e al di fuori di scuole, maestri e modelli: una affabulazione concitata, metafora della loro difficile esistenza, dei loro sogni e desideri. Entrambi, senza allontanarsi dalle rive del Po, hanno saputo raggiungere vette altissime di espressività emergendo nel panorama dell’arte italiana del secondo Novecento.