Alleva la Speranza +: prosegue l’impegno di Legambiente ed Enel a favore delle aziende del Centro Italia

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Alleva la Speranza +: prosegue l’impegno di Legambiente ed Enel a favore delle aziende del Centro Italia. Conosciamo meglio la storia di Marta Giampiccolo e della sua azienda agricola, agriturismo e agricampeggio a Sant’Anatolia di Narco (PG), e quella di Enrico Foglietti e della sua azienda agricola a San Pellegrino di Norcia (PG), tra i beneficiari della campagna di raccolta fondi a sostegno di allevatori, agricoltori e piccole attività turistiche nei territori provati dal sisma e dalla pandemia

   

 

 

“In questa zona non ci sono altre realtà agricole. All’inizio ‘giravamo’ casa per casa per vendere le nostre mele […] Abbiamo cominciato dal ’99 a venderle lungo la strada principale e lo abbiamo fatto fino a due anni fa. In quel modo ci siamo fatti conoscere tantissimo e abbiamo creato il punto vendita aziendale”. Dalla coltivazione delle mele a quella dello zafferano, fino alla creazione di un agriturismo e alla proposta di attività didattiche legate alla natura: Marta Giampiccolo (35 anni) gestisce oggi insieme alla famiglia l’azienda agricola “Zafferano e dintorni” a Sant’Anatolia di Narco (Pg). L’attività principale è la produzione di mele di varietà comuni e autoctone, cui si affiancano la coltivazione di una sessantina di ulivi, di un orto e dello zafferano. Nel 2011, ha inoltre aperto un agriturismo e un agricampeggio, avviando anche il noleggio di mountain bike e attività didattiche rivolte a bambini, famiglie e adulti. Tuttavia, con il terremoto del 2016, racconta, l’azienda ha subito “un enorme contraccolpo all’accoglienza”. “Ci stavamo riprendendo proprio nel 2019-2020 ed è arrivata la pandemia. Abbiamo puntato sull’agricoltura perché tutto il resto era chiuso: abbiamo fatto la raccolta di erbe spontanee commestibili e le abbiamo consegnate a domicilio”. Oggi Marta e la sua famiglia vorrebbero rendere più accessibile e accogliente l’area intorno all’aula didattica polifunzionale di cui hanno avviato i lavori nel 2019, creare uno spazio per il tempo libero e per le degustazioni accessibile anche ai disabili, rendere più accogliente lo spazio dell’agriturismo e potenziare l’area dell’agricampeggio e acquistare una cella frigorifera per la conservazione della frutta.

“Le mie origini sono legate all’agricoltura. Io sono cresciuto in città, coltivando sempre il sogno di poter tornare sui monti Sibillini”. Enrico Foglietti, oggi 53enne, ha dato corpo al suo sogno di ragazzo lasciando Roma per trasferirsi nella frazione di San Pellegrino di Norcia, in provincia di Perugia, dove nel 1990 ha fondato l’azienda agricola “Sibilla”, così chiamata in onore dei suoi amati monti: qui produce frutta che poi trasforma in confetture, composte, marmellate, salse per formaggi, sughi e succhi di frutta con metodo biologico certificato. Cinque anni fa, tuttavia, San Pellegrino viene rasa al suolo dal sisma che devasta il Centro Italia: “Purtroppo il terremoto ci ha lasciati fuori casa, io con mia moglie Cristina, mia coetanea, e i nostri quattro figli”, racconta Enrico. “Siamo rientrati a gennaio 2021, da pochi mesi, e siamo tra i più fortunati”. Ma la scossa di terremoto del 24 agosto 2016, oltre ai danni strutturali all’abitazione, provoca anche lo spostamento della falda acquifera con cui veniva annaffiato il frutteto che, in breve, finisce per seccarsi. “Mi sono quindi trasferito a Norcia sul fiume Torbidone, dove abbiamo ripiantato il frutteto”, spiega Enrico che oggi può contare sull’acqua delle sorgenti di San Martino per l’irrigazione. Un patrimonio naturale che al tempo stesso vorrebbe far conoscere e apprezzare. Purtroppo la situazione è peggiorata con la pandemia: i clienti principali dell’azienda erano infatti le strutture alberghiere, rimaste per la maggior parte chiuse in seguito all’emergenza Covid. Oggi Enrico e la sua famiglia vorrebbero realizzare un’area ristoro vicino al mulino che stanno ristrutturando in prossimità del nuovo frutteto. Dando respiro a un progetto più ampio fatto di turismo slowcicloturismo, stazione di ricarica per e-bike e riscoperta delle sorgenti di San Martino. Tutto questo facendo rete con le altre aziende locali, “perché se c’è qualcosa che ci ha insegnato il terremoto – dice – è l’importanza di sostenersi a vicenda”.