D’ora in poi, nell’androne della scuola primaria ‘Bellocchio’ secondo circolo didattico di Perugia, campeggerà ‘l’Albero della vita’, un mosaico in ceramica realizzato da tutti gli alunni dell’istituto che da febbraio a maggio 2016 si sono dedicati al progetto ‘Toccare per vedere ciò che sento’ pensato e condotto da Monica Grelli, ceramista e arteterapeuta. Un’opera collettiva alla quale hanno contribuito 90 piccoli artisti, dai sei ai dieci anni, che hanno presentato questa e le altre loro realizzazioni, martedì 7 giugno, nella sede di via Pievaiola, alla presenza del dirigente scolastico Jacopo Tofanetti, dei genitori e dei docenti.
“L’opera collettiva – ha dichiarato Grelli – nasce da un processo di trasformazione che distrugge allo scopo di creare. Un esempio di come la forza e l’aggressività umana possono diventare una risorsa evolutiva se opportunamente gestite. I bambini, infatti, sono stati invitati a portare da casa oggetti di ceramica in disuso che abbiamo provveduto a rompere in totale sicurezza. Ciò ha permesso loro di vivere, osservare e conoscere da vicino la propria aggressività. I frammenti colorati sono andati quindi a comporre l’Albero della vita. Lo scopo è stato di insegnare a controllare la propria natura aggressiva per evitare che questa diventi un pericolo per sé e per gli altri. I bambini, inoltre, sono stati guidati attraverso un percorso sensoriale nel quale ciascuno è entrato in contatto non solo con la rabbia, ma anche con la felicità, la paura, la tristezza, la calma e l’amore”.
Sono derivati anche altri lavori come le tavole tattili, create con materiali di recupero nel laboratorio di arteterapia ‘Tra’ di via Baglioni a Perugia, gli oggetti in ceramica realizzati con la tecnica arabo-spagnola della ‘cuerda seca’ e quelli realizzati con la tecnica della cottura Raku. Inoltre, i bambini si sono cimentati nella modellazione dell’argilla.
“Alcune creazioni – ha aggiunto Grelli – torneranno in possesso di chi le ha realizzate, cioè di ciascun alunno, mentre altre rimarranno alla scuola. Per tutti resterà il ricordo di questo progetto di ceramica e arteterapia che si è configurato come uno spazio prezioso per i bambini. È ormai dimostrato scientificamente che l’attività espressivo-creativa aiuta e sostiene la parte logico-analitica e quindi razionale del cervello. Attraverso l’arteterapia molti studenti hanno migliorato la loro autostima e, di conseguenza, anche il loro rendimento scolastico”.
“Questo progetto – ha commentato Tofanetti – ha avuto un duplice valore: stimolare le menti degli studenti con risultati davvero notevoli e portare avanti un’idea di scuola lontana da quella di stampo gentiliano in cui a prevalere erano le regole e gli schemi predefiniti. Bisogna dare spazio alle emozioni e alla creatività”.