A Città di Castello “La canoa è per tutti”

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Solidarietà, spettacolo e amore per la propria città. Anche quest’anno il Tevere si trasforma in un palcoscenico per i disabili che vogliono praticare uno sport. “La canoa è per tutti” è l’evento organizzato dal Canoa Club di Città di Castello guidato da Sandro Paoloni e il Rotary Club del presidente Eugenio Zaganelli, in programma per mercoledì 14 settembre a partire dalle 14,30. Ma questa edizione di arricchisce di nuovi eventi e di nuovi attori. Ci sarà, infatti, il via ufficiale del “Dragon-Boat” con l’Aacc e il gruppo “Le Farfalle”, un nuovo e ambizioso progetto che finalmente diventa realtà. Contro il tumore a colpi di remi: l’idea è quella di portare in acqua, o meglio nel fiume, in una lunga canoa le donne che hanno avuto dei problemi a livello oncologico al seno. E sulla spinta di questa iniziativa anche a Città di Castello è nato un “gruppo di pagaiatrici rosa” all’interno del Canoa Club Città di Castello, composta da alcune aderenti al Gruppo “Farfalle” dell’Aacc. Il progetto non si ferma qua, perchè parallelamente prevede una valutazione clinico fisiatrica delle aspiranti praticanti secondo uno specifico protocollo nell’ambito del progetto riabilitativo individuale per ogni donna che possa escludere le controindicazioni maggiori, quali malattie cardiovascolari non adeguatamente controllate, stati di patologia acuta, ed ogni altra condizione che possa non consentire la pratica di questo esercizio. Inoltre diverse attività collaterali si sono sviluppare volte a sostenere e promuovere tale iniziativa, in particolare tutta una serie di manifestazioni svoltesi nei corsi d’acqua italiani più importanti che hanno sicuramente creato un forte interesse turistico e di valorizzazione ambientale. Un tassello che si va aggiungere alle attività del Canoa Club, sempre più riferimento della città. L’evento si svolgerà davanti alla sede nautica del Club e le imbarcazioni effettueranno un piccolo tragitto. L’obiettivo è quello di far vivere a persone diversamente abili una giornata “avventurosa”, ma in tutta sicurezza, per dar loro l’opportunità di condividere esperienze ritenute, fino a ieri, difficili o addirittura impossibili e, allo stesso tempo, avere una occasione in più per interagire con disabili, favorendone l’integrazione sociale.