Una proposta di legge “sull’equo compenso per la Regione e le partecipate”

716

Una proposta di legge “sull’equo compenso per la Regione e le partecipate”. Lo annuncia il Consigliere Regionale Tommaso Bori

“Tutti i livelli istituzionali devono lavorare e concorrere al raggiungimento dell’equo compenso per le attività professionali, garantendo una retribuzione proporzionata alla quantità, alla qualità, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione resa”.

   

Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che annuncia la presentazione di  una proposta di legge sul tema che

“dovrà essere analizzata in Commissione e in Aula senza pregiudizi, ma con l’obiettivo di dare risposte al mondo dei professionisti”.

“La proposta di legge – spiega Bori – prevede che l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la Giunta regionale adottino atti di indirizzo per garantire l’equo compenso, e rivolti agli uffici di Palazzo Cesaroni, alla Giunta regionale e agli Enti e alle Agenzie e alle Società partecipate della Regione. Gli atti dovranno riguardare i compensi professionali, da determinare sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professioni oppure in modo proporzionato alla quantità, alla qualità e al contenuto delle caratteristiche delle prestazioni tenendo conto, ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie professionali”.

“Tali parametri – prosegue Bori – dovranno essere utilizzati come criterio o base di riferimento per l’individuazione dell’importo da porre a base di gara. Nei contratti di incarico professionale non dovranno poi essere incluse clausole vessatorie, come identificate dalla normativa. Dalla Giunta dovrà arrivare anche una relazione annuale per riassumere il resoconto dell’attività di monitoraggio, effettuata mediante la raccolta e l’analisi di dati acquisiti dai diversi soggetti interessati”.

“Si tratta – conclude Bori – di una legge fondamentale, soprattutto in una fase di post lockdown, in cui le libere professioni sono state quelle più esposte allo stop e alle difficoltà economiche”.