Uil Umbria, Santa Maria della Misericordia: una nave alla deriva, a rischio naufragio

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Peggiorano di mese in mese le condizioni del Santa Maria della Misericordia di Perugia

   

Al problema delle “barelle o letti aggiunti”, che periodicamente si ripresenta ledendo la dignità dei pazienti e mettendo a rischio la loro sicurezza e quella degli operatori, ed alle attivazioni di nuovi servizi e riorganizzazioni di quelli già operativi fatte senza tener conto delle segnalazioni di chi lavora in prima linea, che ha più volte provato a segnalare il rischio di confusione dei ruoli e disservizi, si vanno ad aggiungere ulteriori problemi, in un crescendo che fa ormai apparire agli occhi della UILFPL l’ospedale perugino come un transatlantico alla deriva ed a rischio naufragio.
Tra il personale, di ogni livello e ruolo, sono sempre di più coloro che cercano di abbandonare la nave. Addirittura c’è chi è disposto a rinunciare alla qualifica dirigenziale ed alla relativa retribuzione, tornando a fare il funzionario pur di andarsene. Così come riceviamo, come sindacato, sempre maggiori richieste di aiuto da parte di chi non riesce più a districarsi tra disorganizzazione e scelte gestionali incomprensibili.
Tutto questo mentre l’Azienda non garantisce più, nei reparti, nemmeno la dotazione strumentale minima necessaria a garantire il primo soccorso. Delle tre apparecchiature radiologiche presenti nella Radiologia DEA, una non è funzionante dal 2019, una è in fermo macchina e la terza funziona
ad intermittenza, costringendo il continuo trasferimento dei pazienti agli ambulatori radiologici (che presentano a loro volta crescenti criticità), allungando i tempi di esecuzione degli esami radiologici e con il conseguente aumento del rischio clinico. Una situazione più volte segnalata da tutti ma, come ormai sempre più spesso accade all’Ospedale di Perugia, che non ha trovato né trova soluzione.
Tutto ciò continua a demotivare fortemente le lavoratrici ed i lavoratori, accelerando un processo di smantellamento della sanità pubblica che, come UILFPL, non condividiamo assolutamente.