Switch Day: accesa la rete pubblica regionale

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E’ stata accesa oggi, durante una cerimonia pubblica, che si è svolta nella sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia, la rete pubblica in fibra ottica dell’Umbria. E’ stato il presidente della Regione Catiuscia Marini ad attivare la banda ultra larga che ha collegato, in questa prima fase, 21 utenze pubbliche sparse in tutto il territorio umbro.  “L’accensione di oggi è frutto di una programmazione che parte da lontano e che prevede ulteriori investimenti, fino al 2020, per 60 milioni di euro – ha detto Marini – Interventi che serviranno a rafforzare anche l’integrazione tra i territori. Per questo stiamo lavorando con Marche, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna per lo sviluppo e l’innovazione dell’amministrazione digitale” Oltre al presidente della Regione al primo incontro dei 5 giorni degli “Umbria Digital Days” erano presenti il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi, Antonio Bartolini, Assessore regionale salute, riforme, innovazione e istruzione, Fabio Paparelli, Vicepresidente Giunta regionale e assessore allo Sviluppo economico e infrastrutture immateriali, Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato per la semplificazione e pubblica Amministrazione. A coordinare i lavori il direttore regionale Lucio Caporizzi. Le utenze pubbliche oggetto dell’accensione sono state 21. Di queste 10 a Perugia, 5 a Terni, 2 a Città di Castello e 1 a Todi, Umbertide, Gubbio, Orvieto. La Regione ha stimato, inoltre, che nel giro di un anno (entro aprile 2017) ci saranno altre 140 attivazioni pubbliche. Di queste 60 a saranno nell’area di Perugia, 10 in quella di Terni, 15 in quella di Foligno, 10 a Spoleto, 10 a Gubbio, 6 a Città di Castello, 6 a Umbertide, 6 a Marsciano, 6 a Todi, 3 a Gualdo Tadino, 2 a Nocera Umbra, 2 a Bastia Umbra, 2 ad Assisi 1 a Spello e1 a Pietralunga. “L’Agenda digitale per l’Umbria prevede – ha continuato Marini – quattro grandi aree di intervento. La prima riguarda la scuola, il potenziamento della formazione e lo sviluppo degli attrattori culturali. La seconda, invece, è rivolta alle imprese e al sostegno delle loro attività attraverso il progetto Fabbrica 4.0. La terza area è quella dell’innovazione nella filiera del turismo, commercio e terziario. Infine la quarta area che è quella della pubblica amministrazione: la nostra intenzione è quella di fornire ai cittadini dei servizi pubblici a portata di clic, in primis in sanità. La sfida è quella di portare una connessione veloce, fino a 30 megabyte, in tutte le zone dell’Umbria entro il 2020”.

“Ma la – sfida ha aggiunto Marini – è anche un’altra e riguarda direttamente pure i Comuni. Dobbiamo lavorare per eliminare il divario digitale tra le generazioni. Una circostanza su cui dobbiamo impegnarci tutti per evitare che in futuro ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B, che non abbiano le conoscenze minime per l’accesso ai servizi internet che la fibra ottica ci permetterà di sviluppare”. L’allacciamento delle utenze pubbliche è solo il primo passo nella costruzione di una nuova cultura digitale condivisa tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.  Antonio Bartolini, Assessore regionale salute, riforme, innovazione e istruzione, ha spiegato proprio come questo possa avvenire. L’utilizzo della banda ultra larga da parte delle amministrazioni garantisce il maggiore sviluppo di servizi fruibili in mobilità centrati sugli utenti. Il sistema informatizzato per la gestione on line dei pagamenti, “l’Open data”, con la possibilità di avere a disposizione tutti i dati e le informazioni della P.A, e i “Linked data”, cioè dati pubblici, collegati tra loro per trasparenza, aumentare la conoscenza, sviluppare nuovi servizi di terzi, sono solo alcuni esempi delle potenzialità. La fibra, ha spiegato Bartolini, crea benefici nei servizi per i cittadini non solo in un corretto rapporto con la pubblica amministrazione ma anche nel campo sanitario.  Ad esempio con il completamento del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) si potrà avare un accesso completo alle proprie informazioni in campo sanitario. La banda ultra larga permette anche di potenziare il sistema di prenotazioni riducendo le liste di attesa, facilitare i pagamenti on line, dare un maggiore impulso alla telemedicina grazie al teleconsulto, facilitando diagnosi e assistenza finale. Proprio per evidenziare questo ultimo aspetto, come esempio delle potenzialità dell’utilizzo della banda larga, durante la presentazione si è avuto il collegamento tra due ospedali regionali. Da una parte il dott. Michele Duranti, Direttore di struttura complessa della Radiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, e dall’altra il dott. Francesco Mancioli, Direttore di struttura complessa della Radiologia ma questa volta dell’Asl di Terni. I due medici si sono consultati in diretta streaming analizzando una Tac in alta risoluzione codice rosso traumatico.

La Regione Umbria, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda Digitale europea e nazionale, ha anche elaborato un piano strategico che mira all’individuazione di porzioni di territorio ad alta concentrazione di imprese nei quali effettuare alcuni interventi volti al sostegno della banda ultra larga. Gli interventi, delineati dal Vicepresidente della Giunta regionale e Assessore allo Sviluppo economico e infrastrutture immateriali, Fabio Paparelli, saranno destinati a 201 aree industriali (sulle 501 presenti in Umbria) individuate per dimensione e presenza di impresa.  Ad oggi di queste aree (che abbracciano circa 700 aziende) solo 23 sono raggiunte da banda ultra larga; 126 sono servite da Adsl; 36 aree con Hdsl; 16 aree da nessun servizio. Il piano prevede il rilegamento alle infrastrutture regionali esistenti (RUN), oltre alla realizzazione, ove necessario, di interventi all’interno delle aree per la posa in opera di fibra in modalità FTTS (Fiber To The Street), per 97 aree. Inoltre, è previsto un intervento con copertura Wi Fi per 39 aree difficilmente raggiungibili dalla fibra più altre 21 aree raggiunte dalla fibra solo dopo l’ultimazione delle dorsale Ovest e tratta Valnerina. Infine, per 5 aree, in cui non è possibile arrivare né con la fibra né con il Wireless, è previsto un intervento mediante la tecnologia da satellite.  I tempi e costi sono così ripartiti: dai 12 ai 30 mesi e un importo di circa 12 milioni e 500mila euro per la prima fase di rilegamento in fibra; circa 5 milioni e mezzo per il rilegamento delle aree attivate solo a seguito della realizzazione della Dorsale Ovest e della tratta Valnerina; dai 3 ai 12 mesi e un importo di circa 1 milione e 300mila euro per la copertura Wireless. L’Umbria, come ha sottolineato Graziano Antonielli, Responsabile Infrastrutture tecnologiche digitali e sistema informativo integrato della Giunta regionale, è stata una delle prime regioni in Italia a dotare il territorio di un cablaggio a banda larga. Dal 2002, con un investimento di circa 21 milioni di euro, sono state realizzati 600km di reti in fibra. Di questi 356km sono in dorsali, tratte con elevata capacità di trasporto.

Il piano della Regione prevedeva la realizzazione di tre dorsali e, inizialmente, di cinque reti cittadine nelle principali città umbre (Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello ed Orvieto), la rete aveva un duplice scopo: da una parte, collegare tutte le sedi della pubblica amministrazione, dall’altra rendere più appetibili gli investimenti degli operatori di telecomunicazione privati che, favoriti dalla presenza e disponibilità di infrastrutture, avrebbero potuto portare connettività in banda larga ed ultra larga ai cittadini e alle imprese umbre. “Umbria Digitale – ha aggiunto Antonielli – sarà il punto di riferimento per dare servizi di nuova generazione ai cittadini”. L’Umbria, come ha sottolineato Graziano Antonielli, Responsabile Infrastrutture tecnologiche digitali e sistema informativo integrato della Giunta regionale, è stata una delle prime regioni in Italia a dotare il territorio  di un cablaggio a banda larga. Dal 2002, con un investimento di circa 21 milioni di euro, sono state realizzati 600km di reti in fibra. Di questi 356km sono in dorsali, tratte con elevata capacità di trasporto. Il piano della Regione prevedeva la realizzazione di tre dorsali e, inizialmente, di cinque reti cittadine nelle principali città umbre (Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello ed Orvieto), la rete aveva un duplice scopo: da una parte, collegare tutte le sedi della pubblica amministrazione, dall’altra rendere più appetibili gli investimenti degli operatori di telecomunicazione privati che, favoriti dalla presenza e disponibilità di infrastrutture, avrebbero potuto portare connettività in banda larga ed ultra larga ai cittadini e alle imprese umbre. “Umbria Digitale – ha aggiunto Antonielli – sarà il punto di riferimento per dare servizi di nuova generazione ai cittadini”. Per il governo italiano, come ha ricordato Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato per la semplificazione e pubblica Amministrazione, realizzare una rete pubblica in fibra ottica è strategico per la crescita del Paese. “C’è un dato che deve far riflettere – ha detto Rughetti -. In Italia il 66% della popolazione accede quotidianamente ad internet. Il 33%, invece, non lo utilizza mai. Di questo 33%, e questo è il dato più preoccupante, il 56,3% non vi accede perché non lo sa utilizzare. Per questo eliminare il digital divide significa compiere un passo significativo per la coesione sociale di questo Paese. L’accesso al digitale deve essere visto come un diritto da garantire e su questo si sta muovendo il Governo Renzi”.

“Se Perugia si è inserita tra le cinque città individuate dall’Enel per sperimentare i nuovi servizi di connessione ultrarapida – ha specificato -, è anche grazie agli investimenti che in questi anni ha portato avanti la Regione”. Cogliendo le opportunità offerte dalla programmazione comunitaria 2014-2020,è stato varato un piano nazionale di Banda Ultra Larga e sono stati programmati circa 5 miliardi di intervento. In Umbria, alla disponibilità dei fondi FESR e FEARS, lo Stato aggiunge 56 milioni di euro che spenderà attraverso il modello di intervento diretto per realizzare la “rete di accesso”, cioè una rete che partendo dalla fibra esistente si irradia fino a raggiungere gli edifici (il più vicino possibile). L’obiettivo del piano – ha aggiunto il sottosegretario – è di avere al 2020, attraverso investimenti pubblici o misti, il 100% degli edifici raggiunti dai 30 mega e l’85% degli edifici raggiunti dai 100 mega.