Sottani: “Preoccupante aumento di reati commessi da minorenni”

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Procuratore generale Sergio Sottani - Sebastiani
 

Per il procuratore generale è “sintomo di disagio ben più grave”

   

Parla di “preoccupante aumento di reati commessi dai minorenni” definito “sintomo di un disagio ben più grave cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo” il procuratore generale della Corte di appello di Perugia, Sergio Sottani, nella relazione inviata al procuratore generale della Cassazione in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

Secondo quanto emerge dal documento riguardo la criminalità minorile, nel distretto spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente) ed, in particolare, le lesioni personali (100), seguono i furti (98) e non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali.
Rimangono stazionarie le risse (sette), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio.
Rilevante è considerato dal procuratore generale il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del “forte aumento” dei procedimenti per rapina (38 rapine a fronte di 18 del periodo precedente).
“Desta preoccupazione” per Sottani il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10).
“Il dato sulla criminalità minorile – afferma Sottani nella relazione – sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza, mediante un’attività integrata che coinvolga in primo luogo la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici”.

Per procura generale in Umbria gruppi legati a mafie Sottani evidenzia attività ‘riciclaggio e di reinvestimento capitali’

In Umbria “si è in presenza di un radicamento non tanto di vere e proprie associazioni mafiose, quanto piuttosto di associazioni a delinquere stabilmente collegate a sodalizi criminali mafiosi (perlopiù campani e calabresi), dediti ad attività di riciclaggio e di reinvestimento di capitali di illecita provenienza”: è quanto spiega il procuratore generale della Corte d’appello di Perugia, Sergio Sottani, nella relazione in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 della Cassazione. Il magistrato ricorda come “il flusso di denaro pubblico destinato alla ricostruzione a seguito del sisma del 2016 e del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta il terreno fertile per le tipiche attività della mafia finanziaria” e che “segnale di particolare allarme provengono nel settore dell’edilizia, nei reati economico finanziari, con associazioni che si avvalgono delle prestazioni di professionisti per sottrarre beni e risorse finanziarie da società destinate al fallimento oltre che per realizzare delle false fatturazioni, nella truffaldina cessione di crediti dello Stato, nel traffico illegale di rifiuti e nella presenza inquietante di capitali di sospetta provenienza nel settore agroalimentare e turistico”. Resta “importante” il fenomeno dello spaccio di droga in Umbria “divenuta punto di riferimento anche per acquirenti esterni al territorio regionale”. “I canali di approvvigionamento – si legge nella relazione – sono da tempo stati individuati in circuiti internazionali che fanno capo, ad esempio, a porti olandesi, per poi essere introdotti via terra nel territorio nazionale. Le notevoli quantità di stupefacenti sequestrate nella regione dimostrano sia la capacità delle organizzazioni criminali di garantire un flusso ininterrotto di droghe sia la notevole domanda delle stesse. Le indagini, anche dell’ultimo periodo, dimostrano purtroppo che il fenomeno è molto esteso e vede tra i fruitori non solo giovani, ma anche persone adulte, professionalmente e socialmente affermate”. Mentre il commercio di hascisc e marijuana sembra appannaggio di cittadini di origine magrebina, la cocaina ed eroina viene gestita da soggetti di nazionalità nigeriana ed albanese. Ritorna inoltre il fenomeno dello spaccio da strada, soprattutto eroina.