Romizi: “Pronti a supportare in ogni modo la popolazione ucraina”

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Perugia sceglie di stringersi, non solo idealmente, all’Ucraina ed al suo popolo martoriato da una guerra crudele ed ingiusta. Il capoluogo dell’Umbria lo ha fatto con il suo sindaco Andrea Romizi che ha partecipato, nel pomeriggio di mercoledì 2 marzo, ad un solenne momento di preghiera presso la chiesa della Madonna della Grazie in via Caprera su invito del sacerdote don Vasyl Hushuvatyy cappellano della comunità cattolica ucraina di rito bizantino. Presenti anche l’Arcivescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve Cardinale Gualtiero Bassetti ed il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli.

E’ stato un pomeriggio carico di emozioni e di lacrime, con una chiesa gremita di cittadini ucraini, ma anche di tanti italiani che hanno voluto portare il loro sostegno alla causa del popolo colpito dal conflitto: tutti insieme hanno pregato per dire no alla guerra che, comunque sia, rappresenta una sconfitta per l’Europa e per il mondo. Un incontro in cui durissime immagini del conflitto, di famiglie, bambini, innocenti colpiti l’hanno fatta da padrone, ma anche un incontro di speranza per gli splendidi gesti e l’apertura che la gente di Perugia sta dimostrando nei confronti della popolazione ucraina, proponendo ospitalità, donando tutto ciò che serve.

Denso di emozioni l’intervento del sindaco Andrea Romizi che ha spiegato come quello che

“stiamo vivendo sia un “tempo sospeso. Questo è quanto si legge guardando negli occhi, negli sguardi e sui volti dei cittadini ucraini, perché dall’inizio della guerra si è spento qualcosa in ciascuno di loro. Perugia vi abbraccia tutti”.

“Tuttavia pur nel dolore e nello sgomento – ha spiegato il sindaco – nessuno vuole arrendersi alla violenza ed alla rassegnazione; al contrario si vuole continuare a lavorare, come fatto fin dall’inizio del conflitto, per aiutare la popolazione ucraina e far sì che questa sconfitta dell’umanità, ossia la guerra, possa essere fermata quanto prima.

“Perugia c’è: fin da quando è partito questo assurdo conflitto ci siamo rimboccati le maniche, insieme a Don Vasyl ed alla Caritas Diocesana, per capire quali siano le azioni necessarie da mettere in campo per supportare la popolazione che è rimasta in Ucraina e per accogliere tutti quei profughi che arriveranno nella nostra città”