Proseguono i controlli alle tubature dell’acqua in chiave anti-amianto. Peltristo: “Serve un nuovo piano per la bonifica”

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“Dei settemila chilometri di rete idrica in 38 comuni, gestiti da Umbra Acque, 350 circa sono costituiti da cemento amianto”

   

“I controlli sulle condutture alla ricerca di fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano stanno andando avanti”. L’annuncio porta la firma di Augusto Peltristo,  Capogruppo della Civica di Piegaro, insieme ai Consiglieri Roberto Pinzo e Gianmaria Tei che hanno rivendicato la richiesta-esposto che ha permesso di far partire oramai da due anni il protocollo che ha prodotto controlli analitici alla ricerca di fibre di amianto nelle acque potabili, per la prima volta in Umbria.

“Tutto ciò – ha spiega Peltristo – è molto importante in quanto dei settemila chilometri di rete idrica in 38 comuni, gestiti da Umbra Acque, 350 circa sono costituiti da cemento amianto, questo comporta un rischio di ingestione e di inalazione, legato a fenomeni di usura, dovute dalle escursioni termiche, smottamenti e dalle continue rotture-riparazioni delle stesse”.

La normativa attuale non prevede un valore limite per fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano e una correlazione causa-effetto, ma questo non vuol dire abbassare la guardia. “Bisogna prevedere ulteriori e serie campagne di monitoraggio e verifiche oltre che un piano per le bonifiche – continuano i consiglieri – L’acqua potabile non viene usata solo per bere, ma anche in cucina, lavaggio di superfici, quindi ci sono quantità di acqua che evaporano e potenzialmente producono fibre aereodisperse che possono essere inalate”.

Le ultime analisi, secondo quanto riferito da Peltristo – pervenute dal Dipartimento di Prevenzione hanno evidenziato dalle concentrazioni rilevate su alcuni campioni risultati positivi per la presenza di amianto in alcune zone della Provincia di Perugia, anche se sotto la soglia, ma alcune criticità. “La presenza di serbatoi di accumulo a valle di tubazioni in eternit può determinare nel tempo un accumulo di fibre sia come deposito sul fondo della vasca sia sottoforma di incrostazioni alle pareti. In relazione a tali risultati è stato raccomandato all’ente gestore di approfondire le possibili cause delle situazioni di rischio segnalate, inoltre si è chiesto di essere aggiornati rispetto alle attività di sostituzione delle reti in cemento amianto.

Ora le nuove battaglie, oltre che estendere anche al ternano i controlli, sonno quelle: di spingere per un piano aggiornato della sostituzione delle condotte in cemento amianto e una legge regionale che fissi un valore limite per fibre di amianto nelle acque destinate al consumo umano.