Gli indicatori economici relativi all’anno 2015 sono tutti convergenti nell’indicare in Umbria un’inversione di tendenza rispetto al ciclo economico del passato, con importanti segnali positivi dal punto di vista dell’occupazione, dell’export, dell’industria, del credito alle imprese e alle famiglie, del turismo: lo comunica il vicepresidente della Regione Umbria con delega allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli. L’assessore innanzi tutto precisa che ”negli anni precedenti al 2015, il dato Eurostatat 2008-2014 (-6,26%) relativo al Pil regionale ai prezzi mercato, va letto ricordando che è composto di un -6,13% concentrato tra il 2008 e il 2009, mentre negli anni seguenti il calo in Umbria è stato appena dello 0,14%, fino a registrare un segno positivo dal 2012 in poi (+0,19). Nel 2015 invece – ribadisce – tutti gli indicatori segnano una significativa ripresa che certamente si tradurrà, quando nel 2017 Eurostat pubblicherà i dati del Pil umbro 2015, in segno positivo per il Pil stesso”. Dall’analisi dei vari settori emerge come nel corso del 2015 siano stati raggiunti risultati importanti che consolidano i trend di rilancio dell’economia umbra con una ripresa della domanda interna a cui si è accompagnato un incremento delle esportazioni.
Occupazione: in particolare dopo lo stallo fatto registrare nel 2014, dal 2015 in poi è iniziata una fase di crescita importante dell’occupazione che riporta l’Umbria ai livelli delle regioni del Centro-Nord. Ciò risulta anche dagli ultimi dati Istat in cui emerge che l’occupazione umbra, nel IV trimestre, ha toccato quota 368.000, ben 13.000 unità al disopra del livello dell’analogo trimestre del 2014, con una crescita di 7.000 unità rispetto al precedente trimestre. L’Umbria con un +3,6 per cento, ha registrato la crescita più elevata del Paese subito dopo la Sicilia (+3,7%) ben superiore alla media nazionale (+0,8%), nonché delle regioni centrali (+0,8%) e del nord del Paese (+0,6%). Tale aumento è stata prodotto per 2/3 dal settore terziario (+9.000), con un significativo incremento occupazionale dell’industria manifatturiera (+4.000).
Export: sul fonte dell’export l’Umbria consolida il trend di crescita registrato durante tutto l’arco del 2015 e chiudendo l’anno con una crescita del 6,4 per cento ben superiore all’incremento nazionale che registra un incremento del 3,8 per cento. Altro elemento rilevato riguarda la ripresa dell’export con riferimento ad alcuni comparti delle industrie di base e delle prime trasformazioni ad esse connesse che ci rafforzano nella convinzione della necessità di politiche industriali di “infrastruttura” cioè in grado di rafforzare i fattori di radicamento sul territorio.
Da ultimo la constatazione che il trend positivo si colloca in un contesto in cui la Regione con i propri strumenti sta rafforzando le politiche per l’internazionalizzazione del sistema produttivo sia in termini di risorse sia in termini di strumentazione disponibile grazie. Le esportazioni regionali per il 2015 sono state pari a 3.645.710.000 a fronte di 3.427.488.000 del 2014. Il dato della provincia di Perugia ammonta a 2.583.000.000 di euro a fronte di 2.479.000.000 riferiti al 2014. Per la provincia di Terni i 2015 si chiude con un dato pari a 1.062.000.000 di euro a fronte dei 948.000.000 di euro del 2014.
Industria: sul fronte dell’industria il miglioramento sta interessando sia la domanda interna, tornata a crescere dopo un triennio di marcata flessione, che quella estera. Secondo i dati del sondaggio svolto tra settembre e ottobre dalla Banca d’Italia, su un campione di 133 imprese industriali umbre, il 49 per cento degli intervistati hanno segnalato un aumento del fatturato nei primi nove mesi del 2015 a dispetto del 20per cento che ha indicato una riduzione con un terzo che ha fatto registrare aumenti superiori al 4%. Imprese, però, ancora poco propense a investimenti, data ancora la grande percentuale di inutilizzo degli impianti. Il migliorato clima di fiducia e il basso costo dell’indebitamento aumenterebbero la propensione delle imprese regionali a investire; infatti circa il 25% di un campione intervistato da Banca Italia di composto da 133 aziende, pianifica un incremento della spesa per il 2016 a fronte del 16% che prevede una diminuzione. La crescita delle vendite, in un contesto di favorevole dinamica dei costi delle materie prime, si è riflessa positivamente sulla redditività: il 55% delle imprese prevede di chiudere il bilancio corrente in utile mentre il 18% si attende una perdita.
Crediti alle imprese: Il “core dell’attività creditizia” ovvero l’erogazione di prestiti al mondo produttivo (società non finanziarie e famiglie produttrici fino a 5 dipendenti, nell’accezione della Banca d’Italia) a giugno 2015 in Umbria registra una variazione percentuale annua positiva e precisamente +1,1%, mentre a livello nazionale si nota ancora un calo, seppur più contenuto rispetto al triennio precedente. (Tabella 5). Più che credit crunch, si tratta di riposizionamento della clientela da parte degli istituti bancari. Il dato umbro è molto significativo, vista la propensione storica dell’imprenditoria umbra a ricorrere alla banca come fonte primaria di finanziamento. La ripresa ha riguardato in particolare le attività manifatturiere e i servizi (3,0% e 2,3% rispettivamente), a fronte di una flessione ancora sostenuta nell’edilizia (-3,2%)”. Il trend del secondo semestre 2015 sembra confermare le tendenze di cauta ripresa dei flussi di credito e di riduzione del costo dei prestiti.
Prestiti alle famiglie: nel caso del prestito alle famiglie consumatrici si può parlare di ripresa in fase di consolidamento. A livello nazionale si riscontra un aumento percentuale del 2%, in Umbria addirittura del 3%. A queste performance hanno contribuito in particolar modo le concessioni di mutuo per l’acquisto della prima casa.
Turismo: secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio regionale sul turismo abbiamo assistito ad un dicembre da record con un + 13% rispetto all’anno scorso. Il dato di gennaio è allo stesso modo molto buono anche nelle settimane fuori dal periodo delle feste con un +10 sugli arrivi e addirittura un + 15,4 sulle presenze. Complessivamente I dati registrati nel 2015 sono buoni, con 2 milioni 394 mila 771 arrivi e 5 milioni 910 mila 632 presenze e una variazione del +3.19% negli arrivi e +0.88% nelle presenze rispetto all’anno passato. A livello regionale, si registra un incremento degli arrivi superiore al 3% sia dei turisti italiani che stranieri e una sostanziale stabilità rispetto al 2014 delle presenze dei turisti italiani (+0.29%), a fronte di un aumento più consistente dei pernottamenti degli stranieri (+1.92%). Nel complesso degli esercizi alberghieri il 2015 si chiude positivamente, con un aumento dei flussi del +2.29% negli arrivi e +3.04% nelle presenze.