Legge agricoltura sociale: “Per l’Umbria bel traguardo, ora verso regolamento”

205

Da Cia Agricoltori italiani dell’Umbria soddisfazione per l’approvazione di una normativa che rafforza la funzione sociale e il valore aggiunto delle imprese agricole

   

 

“Un primo passo per riconoscere la multifunzionalità che è nel Dna dell’agricoltura, per i suoi scopi produttivi in primis, ma anche ricreativi, di aggregazione e di inclusione sociale e lavorativa. Accogliamo con favore l’approvazione da parte dell’assemblea legislativa del disegno di legge in materia di agricoltura sociale e fattorie sociali. L’Umbria si dota, così, di un’importante normativa che rafforza la funzione sociale e il valore aggiunto delle imprese agricole”.

Così in una nota il presidente di Cia Agricoltori italiani dell’Umbria Matteo Bartolini.

“Tanti i vantaggi dell’agricoltura sociale – continua Bartolini -: a partire dallo lo sviluppo di aree rurali, creando anche le condizioni per nuove attività agricole e promuovendo diversificazione economica. Ma anche per la salute e del benessere delle persone coinvolte e spesso delle loro famiglie promuovendo la socializzazione e migliorando la qualità della vita e, non per ultima, per la sua funzione di coesione sociale attraverso la creazione di spazi di incontro tra persone provenienti da contesti diversi promuovendo la comprensione reciproca e il superamento di barriere culturali o sociali. Tutto questo agevola anche il cambio di paradigma dal neo-individualismo che ha dominato per quarant’anni la scena, alla missione comune sovra-individuale di ricostruire un’economia migliore sostenibile che dia l’opportunità alle persone di rimanere sé stesse e perciò libere. Un progetto sul quale Cia lavora e crede da anni.  Attendiamo ora l’adozione di un regolamento che consenta alle aziende di agricoltura sociale dell’Umbria di poter operare e costruire un progetto formativo rivolto agli operatori di fattorie sociali, conferendo ancora più valore alla propria azienda e, al contempo, di garantire inclusione dei soggetti più fragili e non solo. In Umbria c’è grande fermento e la volontà da parte di molti operatori di entrare in questo settore”.