La solitudine come epidemia sociale: ‘Perugia SerenaMente’ invita a riflettere

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La seconda edizione del festival della salute mentale dal 9 all’11 ottobre. Importanti ospiti per l’evento organizzato da Una mente per amica con Unipg e Usl Umbria 1

   

È la solitudine, nelle sue tante forme e con le sue conseguenze sociali e psicologiche, il tema della seconda edizione di ‘Perugia SerenaMente’, il festival della salute mentale, in programma a Perugia da giovedì 9 a sabato 11 ottobre con iniziative al Teatro Pavone e all’Abbazia di San Pietro, organizzato dall’associazione Una mente per amica con la collaborazione di Università degli Studi di Perugia e Usl Umbria1. Il ricco cartellone del festival con tre giornate di eventi aperti a tutti che vedranno alternarsi gli interventi di prestigiosi ospiti, momenti di confronto, talk e workshop, è stato presentato giovedì 2 ottobre nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato Ganka Avramova, presidente dell’associazione Una mente per amica, Veruska Bacchini del servizio sociale Dipartimento salute mentale (Dsm) Usl Umbria1, Valeria Pettinari di Fondazione CariPerugia Arte, e per l’Università degli Studi di Perugia Patrizia Moretti, professoressa aggregata di psichiatria, psicologia clinica e medica, e Livia Buratta, ricercatrice in psicologia dinamica del Dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione. Durante l’incontro presente anche Sarah Bistocchi, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria che è stata nominata madrina dell’associazione e omaggiata dell’opera Genesi realizzata dall’artista Gianluca Ghirelli che è anche autore della scultura di Narciso che nei giorni della manifestazione sarà esposta davanti al Teatro Pavone.

“Siamo tutti testimoni – ha commentato Avramova – di come la solitudine si configuri sempre più come un’epidemia comportamentale, con i suoi effetti devastanti sulla salute e sul benessere delle persone. Un’epidemia che non nasce da un virus, ma da una ‘tossina sociale’ invisibile: l’isolamento emotivo. La solitudine sta diventando una delle principali minacce alla salute pubblica: colpisce giovani, anziani, donne, immigrati, persone con basso reddito, con disturbi mentali o scarse relazioni sociali. Non è solo un disagio personale, ma un fattore di esclusione sociale con costi altissimi, in termini umani ed economici. Per questo abbiamo scelto di dedicare a questo tema la seconda edizione del nostro festival che ha come obiettivo promuovere una nuova cultura della salute mentale affrontandola non solo dal punto di vista medico e clinico ma anche culturale e sociale”. “La salute mentale – ha commentato la presidente Bistocchi – ha da sempre grandi nemici che sono la carenza di risorse, una mancanza di conoscenza da parte della società e a tratti anche della politica e lo stigma sociale che porta all’isolamento e alla solitudine, causa a sua volta causa di dipendenze e malattie. Sarò contenta di leggere sul nuovo Piano sanitario regionale, che è in fase di redazione, una parte dedicata alla salute mentale che è mancata fino a ora”.

‘Perugia SerenaMente’ propone un cartellone di eventi al Teatro Pavone giovedì 9 e venerdì 10 ottobre con ospiti i cui interventi permetteranno una panoramica a 360 gradi intorno alla tematica del festival. Tra questi, giovedì alle 10.30 il professor Alessandro Campi, professore ordinario di Scienze politiche dell’ateneo perugino, che introdurrà il tema la democrazia della solitudine; alle 11.30 Laura Dalla Ragione, psichiatra psicoterapeuta, direttore della rete Disturbi del comportamento alimentare (Dca) Usl Umbria1, parlerà di disagio e comportamenti a rischio in adolescenza, mentre venerdì alle 10.30 Paolo Mancini, già professore ordinario di Sociologia delle comunicazioni al Dipartimento di Scienze Politiche dell’ateneo perugino, relazionerà su mutazioni della comunicazione e individualismo, e alle 12 Tiziana D’Acchille, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, discuterà di solitudine e società riflessioni visive nell’arte contemporanea. A fare da corollario alcune iniziative: giovedì (ore 17.30) un laboratorio di scrittura a Palazzo Baldeschi  e una proiezione cinematografica al Cinema Melies (ore 20.45), venerdì (ore 17.30) da Piazza della Repubblica la diretta di Radiofonica e un’esperienza immersiva a Palazzo Baldeschi (ore 17.30).

“Palazzo Baldeschi – ha sottolineato Pettinari – si sta trasformando in museo sempre più inclusivo, aperto a tutti, in cui l’arte diventa fonte di benessere. Cerchiamo di aiutare persone attraverso le opere arte, progettiamo attività con psicologi, psichiatri e arte terapeuti, l’arte ricopre per  noi un ruolo fondamentale di accompagnamento e ascolto”. Poi, il festival avrà una seconda location, l’Abbazia di san Pietro venerdì 10 e sabato 11 ottobre. “La salute mentale – ha commentato Veruska Bacchini – è un bene comune, interesse della collettività e non solo appannaggio dei servizi di cura: è necessario che la società civile si prenda cura dei suoi membri e partecipi alla determinazione del  loro benessere. In quest’ottica il Dsm ha costruito insieme al Terzo settore, alle persone in cura e ai familiari gli eventi in programma per il 10 e 11 ottobre. Nel corso della prima giornata il Terzo settore e i servizi presenteranno in due sezioni separate esperienze, attività, interventi  realizzati nell’ottica della recovery, mentre nella seconda giornata ci sarà la presentazione di due libri sul tema  della salute mentale”. “Il tema della solitudine – ha aggiunto la  professoressa Moretti –  ci coinvolge molto. Questo festival ci dà modo di esprimerci nel territorio e nella formazione che è uno dei nostri obiettivi. In questo nostro tempo siamo tutti più soli, questo si avverte molto nell’ambito della salute mentale, nelle dipendenze ma anche sul lavoro, avvertiamo moltissimo anche la solitudine degli operatori”. Livia Buratta ha sottolineato come “il tema della solitudine sempre più dilagante ed emergente. Durante il festival cercheremo di comprendere le varie sfaccettature della solitudine nella società contemporanea, un fenomeno trasversale che impregna i contesti che viviamo ma anche le relazioni personali. Attraverso approcci multidisciplinari cercheremo di dare spunti per riflettere insieme perché la solitudine non può essere affrontata singolarmente ma è un fenomeno che va affrontato nella collettività”.