Grandi sfide territoriali da affrontare “con decisione” nello scenario di politiche nazionali – Il sindacato: “Cambiare una Legge finanziaria che non va verso equità e giustizia sociale”
La Cgil di Terni chiede la massima adesione e partecipazione allo sciopero generale di venerdì 12 dicembre. Lo fa durante una conferenza stampa, lunedì primo dicembre, durante la quale il segretario generale Claudio Cipolla, insieme alla segretaria Barbara Silvestrini e ai segretari di tutte le categorie del sindacato, ha illustrato le criticità che interessano il territorio ternano dove “bisogna invertire in modo deciso, attraverso adeguate politiche, l’indebolimento complessivo del tessuto economico, produttivo, lavorativo e sociale”.
“Uno sciopero fondamentale – ha spiegato il segretario Cipolla –, per chiedere di cambiare la Legge finanziaria e contrastare le politiche sbagliate di questo Governo che non risponde ai reali bisogni delle persone che lavorano e pagano le tasse. Chiederemo a gran voce di rimettere al centro le persone e la qualità della vita nella nostra comunità, i dati dell’Umbria e del territorio ternano sono peggiori rispetto a quelli dell’andamento nazionale”.
Mercato del lavoro, qualità delle retribuzioni, pensioni, invecchiamento della popolazione fanno infatti registrare gli indici più preoccupanti, secondo quanto segnalato dal segretario Cipolla.
“I dati del 2024 per la provincia di Terni – ha spiegato il segretario Cipolla – sono purtroppo molto negativi e critici. In primo luogo da un punto di vista sociodemografico, perché continuano i fenomeni di invecchiamento e spopolamento che vedono l’Umbria e in particolar modo Terni ai primi posti in Italia. Impressionante il dato sull’indice di invecchiamento della popolazione (rapporto tra over 65 e under 15) che nella provincia ha raggiunto soglia del 290% rispetto alla media nazionale che è di 195% (in provincia di Terni ogni 100 giovani under 15 abbiamo 290 over 65). L’altra criticità evidente è il mercato del lavoro: su una provincia di 215mila abitanti sono circa 88mila (40% della popolazione) le persone occupate, trend leggermente in miglioramento, ma con aumento di ammortizzatori sociali, cessazioni di rapporti di lavoro e medie retributive più basse rispetto agli anni precedenti. Questo dato ripropone la centralità del lavoro non solo in termini occupazionali ma soprattutto in termini di qualità, a partire da un lavoro sicuro, stabile, dignitoso e ben retribuito. In Umbria ormai da anni abbiamo livelli di reddito più bassi della media nazionale. Nella provincia di Terni il dato è ancora più preoccupante e riguarda anche i 66mila (31% della popolazione) pensionati tra i quali, oltre a registrare un abbassamento delle pensioni medie rispetto agli anni precedenti, ci sono circa 23mila persone che hanno una pensione che non supera i mille euro mensili”.

Poi c’è l’andamento economico e produttivo che segna il passo registrando nel settore produttivo-manifatturiero evidenti criticità negli ambiti sidero-meccanico, chimico e agroalimentare.
“La crisi dell’automotive – ha confermato il segretario Cipolla – ha ripercussioni, non solo nella filiera del tubo, ma anche in aziende a essa collegate. Nel territorio ci sono forti preoccupazioni per il sistema delle costruzioni, legate al termine dei fondi Pnrr e a un dinamismo nel settore del terziario con evidenti problemi di lavoro povero, precario e non di qualità. Manca una capacità di visione e progettualità che guardi alle sfide che abbiamo davanti nei prossimi anni e riparta dai settori che ancora caratterizzano una parte fondamentale dell’economia e del lavoro, con capacità di innovare, diversificare, qualificare generando nuova occupazione e rilanciando investimenti e qualità. Serve investire in politiche di formazione e per i giovani evitando la fuga dai nostri territori. Dirimente e fondamentale è anche l’attenzione ai servizi per migliorare qualità della vita delle persone e pensando al welfare come un investimento e non una spesa”.
Partendo da questo la Cgil rilancia la necessità di intervenire su quattro ambiti fondamentali, lavoro, salute, sviluppo e welfare.
“Occorre rafforzare il potere di acquisto di salari e pensioni attraverso adeguamenti e aumenti in busta paga – ha concluso Cipolla –, rinnovando i contratti nazionali e magari detassando gli stessi aumenti. Serve una riforma fiscale più equa e giusta, caratterizzata da progressività e soprattutto dove tutti paghino le tasse combattendo ancora l’evidente evasione fiscale e restituendo il maggior gettito dell’Irpef, causato dal drenaggio fiscale a causa dell’inflazione in corso a lavoratori e pensionati che rappresentano circa l’86% dei contribuenti Irpef. Non destinare risorse all’economia di guerra investendo in armi e finanziando la Difesa, ma destinare qui soldi agli investimenti in sviluppo, politiche industriali, ambiente e soprattutto lavoro di qualità, sicuro e stabile. Fare serie politiche che evitino la fuga dei nostri giovani all’estero e destinare le entrate delle tasse degli italiani per rafforzare il welfare investendo in sanità, servizi, diritto all’istruzione e alla casa”.
Dentro a queste richieste generali sta la mobilitazione territoriale della Cgil Terni che ha anche annunciato la partecipazione in massa alla manifestazione regionale che si terrà a Perugia il 12 dicembre.





























