“Inaccettabile che non si trovi una soluzione per la ventina di senzatetto che devono lasciare il CVA dei Rimbocchi”

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“Inaccettabile che non si trovi una soluzione per la ventina di senzatetto che devono lasciare il CVA dei Rimbocchi”. La denuncia di Demos Umbria

   

Il direttivo di Demos Umbria-Demcrazia Solidale intende esprimere la propria preoccupazione in merito alla questione dei senzatetto di Perugia che devono lasciare il CVA dei Rimbocchi in assenza di una proproga della scadenza della delibera con cui era stata concessa a suo tempo la struttura.

“Invitiamo l’Assessore ai servizi sociali, Edi Cicchi a prendersi le sue responsabilità – scrive il coordinamento regionale del movimento politico – in merito alle questioni legate al suo ruolo senza coinvolgere le associazioni che operano per il bene della collettività. Infatti, se le associazioni hanno il solo compito di aiutare in maniera volontaria le persone in difficoltà, chi ricopre i ruoli istituzionali massimi della città ha il dovere di porre soluzioni e non creare problemi”.

Attualmente le persone senza fissa dimora stanno dormendo al CVA Rimbocchi senza alcuna assistenza se non quella di persone che spontaneamente si stanno prestando a ciò:

“Eppure a Perugia non ci sono i numeri delle grandi città, dato che parliamo di appena una ventina di persone. Riteniamo inaccettabile – prosegue Demos in una nota – che l’Amministrazione comunale non sappia trovare altra soluzione alla sistemazione di un numero così esiguo di persone senza dimora se non quella di proporre l’apertura di un Centro di identificazione ed espulsione per stranieri. Ma tra i senza dimora non ci sono solo persone irregolari, che comunque hanno spesso bisogno di assistenza medica. Ci sono anche italiani e stranieri messi in strada dalla crisi e dalle difficoltà personali. Tenere aperto il dormitorio sarebbe stata la misura più logica e umana. Dall’assessore Cicchi, insieme al Sindaco e alla maggioranza ci aspetteremmo una maggiore attenzione e sopratutto una risposta concreta ai problemi degli ultimi e non piuttosto l’adesione acritica alle derive leghiste della Giunta Romizi”.