Il grido delle cooperative Asad e La Rondine: “Noi in prima fila a Villa Muzi contro il Coronavirus”. Gli operatori socio sanitari delle due cooperative gestiscono il servizio rivolto ai pazienti clinicamente guariti e non ancora negativizzati. I Presidenti: “Anche noi meritiamo attenzione e supporto”
Dal primo aprile a Villa Muzi di Città di Castello è scesa in campo la cooperazione sociale. Gli operatori delle cooperative Asad (Perugia) e La Rondine (Città di Castello) gestiscono, in associazione temporanea d’Impresa, all’interno dell’appalto con la Usl Umbria 1, un servizio rivolto a pazienti clinicamente guariti dall’infezione prodotta dal virus Covid-19 e non ancora negativizzati.
“Di fronte alla richiesta della Usl – dichiarano Liana Cicchi e Luciano Veschi, Presidenti rispettivamente di Asad e La Rondine – non abbiamo potuto e non abbiamo voluto tirarci indietro a dimostrazione che anche gli operatori sociali fanno parte di quella schiera di operatori sanitari, socio-sanitari e sociali che in questo terribile momento caratterizzato dall’emergenza coronavirus non sono potuti stare a casa accanto ai loro cari e ai loro affetti, ma hanno continuato a mettere la loro professionalità e il loro cuore a disposizione dei più fragili che in questo caso sono coloro che sono stati colpiti dal virus Covid-19.
Pertanto vogliono affermare e confermare la giusta attenzione mediatica sulle cooperative sociali. La considerazione e l’ attenzione che chiediamo è finalizzata soprattutto ad essere considerati a pieno titolo operatori del sociale fortemente operativi per l’emergenza coronavirus e al pari di altri soggetti, ad aver il diritto, da parte dei preposti dello Stato (Protezione Civile), alla fornitura dei giusti dispositivi sanitari per mettere in sicurezza i nostri soci lavoratori.
In questo momento è giusto ricordare anche tutti gli altri operatori, delle nostre cooperative, che nonostante le difficoltà si stanno prendendo cura di anziani , disabili , di persone con disagio legato alla malattia mentale e ai minori, lavorando in quei servizi essenziali che non potevano e non possono essere chiusi.
E’ a tutti loro che va il nostro ringraziamento e tutta la nostra stima”.